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Racchette e corde

Head MxG1: il futuro... classico

Il test del modello più agonistico e pesante della gamma di Head con ponte in magnesio. Una racchetta innovativa a metà tra le caratteristiche moderne e il gioco classico con cui ben si abbina. Ottimi i colpi piatti e il back, costa 250 auro

di | 10 aprile 2019

E alla fine è arrivato il momento dei due estremi. Dopo aver presentato Mxg3 e Mxg5, due racchette della nuova gamma in magnesio, gli austriaci di Head hanno lanciato a livello internazionale anche MXG1 e Mxg7, la più pesante e la più leggera di questa nuova famiglia. Una collezione all’insegna dell’innovazione che si condensa, anche sul piano visivo, in un ponte pressofuso, dal design molto originale, armonizzato con il telaio (in carbonio e Graphene Touch); ponte costruito in magnesio, metallo molto leggero (di derivazione “automotive”) ma contestualmente molto robusto. Stabilità e dunque potenza aggiuntive, verso la polarizzazione delle masse, ovvero la distribuzione agli estremi (testa e manico).

Il motto “Power Under Control” (potenza sotto controllo) forse ne racchiude al meglio i principi fondanti. In particolare la forma del ponte in magnesio alimenta la spinta rendendo più lunghe del normale (a parità di dimensione del piatto) le corde verticali centrali. Una caratteristica che nella MxG1 è meno estremizzata rispetto alle sorelle di dimensione maggiore ma di peso inferiore. Il controllo è cercato nella stabilità (valorizzata dalla rigidità del ponte) e aiutato anche dal confort: il Graphene Touch è finalizzato a tagliare le vibrazioni all’impatto.

Il rivoluzionario ponte in magnesio irrigidisce il telaio migliorando la stabilità all'impatto

IL LAB

Nello specifico, la nuova MXG1 di Head è la più pesante della famiglia con i suoi 300 grammi di peso (319 con le corde montate), quella con ovale più piccolo (98 pollici quadrati) e con un profilo molto sottile da 22 millimetri e un bilanciamento (a nudo) come pochi oramai se ne vedono, a 31,5 centimetri. La rigidità longitudinale è notevole ma non estrema: 68 punti RA. L’attitudine alla spinta, rilevata con lo swingtest, è sicuramente buona: 320 kgcmq

Il mix abbastanza di specifiche moderne come il peso e invece più tipiche delle racchette di qualche tempo fa (ovale sotto i 100”, profilo sottile, bilanciamento al cuore) è piuttosto particolare. Per questo anche nell’azione sul campo si sperimentano esiti abbastanza contrastanti e sicuramente curiosi.

IN CAMPO

Anzitutto non si può non menzionare l’estetica, così sobria ed elegante in nero opaco e grigio argento metallico proprio sul ponte, a richiamare appositamente l’attenzione sugli inserti più innovativi, anzi rivoluzionari. E in questo, bello ma anche abbastanza funzionale il Prime Grip di Head, una sorta di cuoio sintetico in nero che garantisce una presa che sa un po’ di passato ma con attenzione anche ai particolari (per la scelta del colore).

Impatto asciutto - Al di là della veste grafica da subito, proprio dai primi scambi dalla riga di fondo, le sensazioni di gioco e sugli impatti descrivono una racchetta molto maneggevole, non pesante e neanche troppo difficile. L’impatto è asciutto. La palla pare quasi restare più del solito a contatto del piatto corde, per poi uscire con buona spinta e controllo abbastanza costante. Il primo aspetto, che poi produce niente altro che buon controllo specialmente nei colpi piatti, potrebbe essere merito di un pattern 16x19 ma a maglia abbastanza strette soprattutto in zona sweetspot, che è leggermente più verso la testa, rispetto al centro geometrico dell’ovale. Invece la potenza e la spinta che si percepiscono nitidamente sono merito di sicuro della stabilità/rigidità della nuova struttura con il ponte e contestualmente anche alle corde centrali più lunghe che fungono un po’ da effetto “fionda” in senso positivo, parlando di potenza e profondità.

Meglio di piatto - La preferenza va subito nettamente per i colpi piatti, in appoggio magari a un ritmo già sostenuto dell’avversario. Si sente favorevolmente la maneggevolezza del telaio che si giova di un bilanciamento abbastanza “indietro” ma la conseguenza è ovviamente una spinta contenuta. Tradotto: non si fa fatica a muovere l’attrezzo ma il peso della pallina è relativo. Si fa preferire anche per questo qualche giocata di tocco e di sensibilità come per esempio il back spin. Non è consigliato estremizzare un top o provare super rotazioni moderne magari con prese poco ortodosse. E tutto va in direzione di movimenti e preparazioni corte, raccolte. Swing un po’ vecchio stile.

Stabile a rete - Insieme con qualche difesa estrema e qualche approccio in avanti sempre in back, i colpi migliori si sono dimostrati quelli a rete; da un lato l’aiuto in termini di stabilità per qualche parata difensiva, dall'altro l’ottima maneggevolezza a favorire qualche giocata di fino anche a bassa quota. In generale al servizio grande fluidità nel movimento che ha favorito così l’esecuzione delle rotazioni in slice (meglio di tutte) e kick, anche se in questo caso, come nelle prime palle piatte è risultato difficile trasferire peso e pesantezza alla pallina.

A chi la consigliamo - In sostanza una racchetta moderna per materiali, tecnologie e maneggevolezza; ma anche un po’ “all'antica” per qualche caratteristica che ha poi determinato i risultati sul campo. Da collocare in qualche modo tra le più potenti Head Extreme e le più controllose Head Prestige; simile per certi versi alle Head Radical, con la quale vince per maneggevolezza e comodità, ma forse perde per punch. Perfetta per Quarta categoria e giocatori di Club dallo stile classicissimo (magari pure doppisti) che vogliono testare i moderni attrezzi da 300 grammi di peso.

La palla pare  restare più del solito a contatto del piatto corde, per poi uscire con buona spinta e controllo costante
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