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Paolini, niente doppietta a Monastir: il bis è di Mertens

Jasmine Paolini non aggiunge il titolo in singolare al trofeo vinto in doppio al Jasmin Open di Monastir. In finale si impone Elise Mertens, che trionfa per il secondo anno consecutivo.

di | 22 ottobre 2023

Elise Mertens conferma il titolo vinto l'anno scorso a Monastir. Al Jasmin Open, la belga toglie a Jasmine Paolini la gioia del primo titolo del 2023. Mertens ha chiuso 63 60, vincendo gli ultimi dieci game della partita, e festeggiato così l'ottavo titolo WTA in carriera, il sesto sul duro. Su questa superficie, prima del successo di un anno fa in questo torneo, si era imposta a Hobart nel 2017 e 2018, a Doha nel 2019 e al Gippsland Trophy a Melbourne, WTA 500 pre-Australian Open organizzato in via eccezionale nel 2021. 

Paolini ha subito invece la seconda sconfitta in finale del 2023, dopo quella a Palermo contro la cinese Qinwen Zheng. Il trofeo vinto a Portorose nel 2021 resta l'unico in carriera nel circuito maggiore, escludendo dunque i successi nei WTA 125, equiparabili ai Challenger, come il torneo di Firenze che ha vinto quest'anno.

Diventano quattro le sconfitte nelle sette finali con un'italiana in campo nel circuito WTA nel 2023. In ogni caso un segno positivo per il nostro tennis femminile. Sette erano infatti le finali raggiunte dalle azzurre nei quattro anni precedenti, dal 2019 al 2022, messi insieme.

Mertens piega Paolini in finale a Monastir: la cronaca

Il vento condiziona scelte e traiettorie, tanto che i primi sette game vengono tutti vinti da chi gioca nella metà campo a sinistra della sedia dell'arbitro.

Paolini è la prima a procurarsi palle break, tre nel secondo gioco. Mertens salva la prima con una bella combinazione slice e rovescio diagonale, la toscana vede sfumare le altre due con due errori forzati, un diritto e un rovescio giocati in difesa che non rimbalzano il campo.

Di Mertens il primo break (1-2), subito recuperato da Paolini. La belga torna avanti nel settimo game. Paolini paga la maggiore profondità dei colpi da fondo e un brutto smash sulla palla break. Dal 3-2, Paolini non riuscirà più a vincere nemmeno un game.

Mertens, che ha vinto otto degli ultimi nove punti del set, completa il parziale dopo 37 minuti con un nuovo break, il primo a zero, accelerato da quattro errori consecutivi dell'azzurra, che di gratuiti ne commette il doppio rispetto alla belga nel primo set.

L'andamento prosegue nel secondo set. Rimane una partita territoriale, in cui conta chi riesce a entrare in campo e verticalizzare per prima. Paolini, un po' per il vento e forse un po' per essere arrivata in fondo in singolare e in doppio, fa molta più fatica a risalire il campo quando viene messa in difesa. 

Per spingere in profondità contro un'avversaria che colpisce più vicina alla rete e dunque con maggiore possibilità di sfruttare l'ampiezza servirebbero energie e reattività, spinta di gambe e anticipo al momento di colpire, che Paolini non dimostra nel corso della finale.

"Non ci sto capendo niente" si sfoga, invece, scorata l'azzurra all'inizio del secondo set. I pallonetti di Mertens fanno il resto, e rendono ancora più difficile per Paolini scendere a rete con convinzione.

Zhengzhou Open, il rovescio di Jasmine Paolini (Getty Images)

Mertens sale sul 3-0, un vantaggio più pesante nella forma che nella sostanza. E' infatti determinato da un solo break di differenza, ma è il risultato di una serie di sette game di fila vinti dalla numero 1 del mondo di doppio.

Paolini non ci crede più, e a quando viene a cercarsi punti a rete lascia tanto campo scoperto. Ma quando le gambe non girano, quando quello che riesci a esprimere risulta solo una pallida versione di quel che avresti dentro, continuare ad alimentare il fuoco della competizione diventa solo uno sterile esercizio di ottimismo della volontà. E la finale ha ancora poca storia.

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