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Sabalenka, regina degli ultimi due Australian Open, che è appena tornata al successo da gennaio battendo Swiatek a Cincinnati, è più fresca e carica delle rivali dopo aver saltato Wimbledon e l’Olimpiade. Ed è la prima favorita per abbattere il tabù New York
di Vincenzo Martucci | 26 agosto 2024
“La forza di un pugno chiuso e di un sorriso” cantava Lucio Dalla 45 anni fa. E fa pensare ad Aryna Sabalenka e a quel contrasto fra la prorompente potenza dei colpi, con quelle impressionanti sbracciate, e il sorriso dolce, la risata pronta e squillante, gli occhi che s’illuminano d’ironia. Forse, prendendola più alla leggera, la bielorussa potrà scardinare il tabù US Open: nel 2021 è stata l’unica top 10 ad approdare alle semifinali, ma è inciampata nella velocità di Leylah Fernandez, e gli ultimi due anni ha perso in tre set dopo essersi aggiudicato il primo contro le future campionesse, Iga Swiatek e Coco Gauff.
Considerando che sull’altro cemento Doc degli Slam, agli Australian Open di Melbourne, ad inizio e non a fine stagione ed in condizioni diverse certo, soprattutto di caldo-umido e atmosfera elettrica - meno giuliva e più violenta del pubblico -, ha vinto le ultime due edizioni di fila, la Tigre di Minsk deve porsi delle domande ed agire sull’attitudine, prima ancora che sulla tecnica. Anche se, ultimamente, sembra ragionare un po’ di più, in campo, e spingere un attimo dopo, e non un attimo prima. “Quelle dure lezioni mi hanno sicuramente motivato a lavorare duro e a migliorare cose che non funzionavano”.
Ha confessato nella prima conferenza stampa agli US Open dov’è la prima, vera, favorita, sulla scia del successo di Cincinnati dov’ha abbattuto il totem Swiatek dopo 3 ko di fila e poi ha regolato Pegula, con i soliti problemi di identità secco-tattici e le mega pressioni di casa della campionessa uscente, Coco Gauff, con il nuovo assetto di squadra di Elena Rybakina che ha appena abbandonato il tecnico di sempre, Stefano Vukov, con Jasmine Pralini chiamata subito a un match durissimo contro Bianca Andreescu e con le altre troppo altalenanti per la maratona di 7 match di un Major.
Morale: “Sono super eccitata di essere tornata agli US Open, uno dei miei Slam preferiti, dove ho la sensazione di dover finire qualcosa, ogni volta che torno sogno il migliore risultato e quindi di alzare quel meraviglioso trofeo”.
STOP SALUTARI
La spalla l’ha handicappata a lungo al servizio e quindi l’ha costretta alla rinuncia proprio a Wimbledon e all’Olimpiade. Ma Aryna, dopo una stagione dura, con quel suo gioco di strappi, forcing e spinte continue, è convinto che siano stati stop salutari: “Era il piccolo break di cui avevo tanto bisogno, anche se i primi tornei, a Washington e Toronto, avevo paura di come avrei reagito, poi a Cincinnati mi sono convinta che il lavoro fisico che avevo fatto dava i suoi frutti e non mi farò più male. Perciò, anche se non mi sento proprio fresca fresca, mi sento di nuovo affamata, più affamata e pronta di com’ero prima di Wimbledon. Ho sbagliato io, avrei dovuto fermarmi prima, così mi sono infortunata e invece di scegliere, sono stata costretta dagli eventi. Così alla fine non sono contenta di essermi infortunata ma sono contenta di aver rinfrescato un po’ la mente e il corpo, per ripresentarmi pronta per la stagione sul cemento”.
L’esperienza, a 26 anni, aiuta finalmente la ragazza tutto istinto che bruciava le energie come una falena contro qualsiasi fonte di luce: “La mia gioia di vivere viene da papà che vorrei fosse ancora in vita, perché ci saremmo divertiti tanto assieme. La gioia di oggi viene dal conoscere le cose e il tennis, prima ero troppo presa da questo mondo, e quindi, anche troppo tesa, troppo sotto pressione, troppo bloccata. Poi ho capito che ci vuole equilibrio per gestire al meglio le aspettative e gustarsi anche quello che hai, senza essere troppo seri e toppo concentrati”.
NUOVI AMORI
Il misterioso suicidio dell’ex fidanzato a Miami ha scosso sicuramente Sabalenka che, da gennaio, ha perso in finale a Madrid e Roma e nei quarti al Roland Garros contro Mirra Andreeva, ma ultimamente ha ritrovato l’amore con Georgios Frangulis. Cui ha cercato goffamente di tributare il ritorno al successo sul WTA Tour. Al microfono in campo, dopo aver ringraziato il team, ha sorriso raggiante verso il suo nuovo amore, il 26enne CEO di Oakberry, dicendo: “E naturalmente grazie ai miei boy-friends”.
Per poi correggersi: “O Dio, questo è il mio terribile inglese, gente! Grazie al mio boy-friend che mi tiene allegra tutti i giorni. Grazie davvero tanto”. Quanto? “In una scala da 1 a 10, direi 6/7”. Perché lo spirito è fondamentale: “Soprattutto prima di un grande torneo”. Dove tutti vogliono vincere e sono sicuri di potercela fare, di essere pronti per l’impresa: “Ma alla fin fine quel che decide è quanto sei pronto a lottare per la vittoria. Soprattutto nei giorni in cui non sei al meglio”. Un pugno e un sorriso, la Tigre di Minsk fa più paura che maii.