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Oltre allo stato di forma e a una crescita costante, anche la classifica sorride al progetto top-10 di Jasmine Paolini. L’azzurra difenderà solamente 365 punti da qui a dopo Wimbledon, appena 120 nei prossimi sei tornei obbligatori (tre Slam più Indian Wells, Miami e Madrid). Significa che si migliorerà ancora e il traguardo è alla portata
29 febbraio 2024
Sono passati poco più di quattro mesi da quando Jasmine Paolini ha messo per la prima volta piede nella top-30 della classifica WTA, diventando la miglior tennista italiana del momento. Sembrava già un risultato di enorme spessore per una ragazza arrivata fra le prime 100 relativamente tardi (quando era più vicina ai 24 anni che ai 23), invece la dimensione della tennista della provincia di Lucca si è già elevata ulteriormente. A Melbourne ha raggiunto per la prima volta la seconda settimana in un torneo del Grande Slam e con l’incredibile trionfo a Dubai è salita addirittura al numero 14 della classifica, settima miglior italiana di sempre.
L’azzurra sta mantenendo una continuità di risultati ad altissimi livelli sempre più interessante, il suo tennis migliora settimana dopo settimana e la classifica anche, tanto che il sogno top-10 non è più un’utopia. Attualmente, Jasmine ha un bottino di 2.700 punti, contro i 3.548 della lettone Jelena Ostapenko che occupa la decima posizione. Vuol dire che il gap da colmare è di 848 punti, praticamente un terzo del bottino complessivo di Jasmine. Sono tanti punti, ma il rendimento degli ultimi mesi unito alla carenza di scadenze pesanti nel “best 18” dell’azzurra fa pensare che il traguardo top-10 – raggiunto per l’Italia soltanto da Schiavone, Errani, Pennetta e Vinci – non sia più fuori portata.
Inoltre, le giocatrici da superare (Haddad Maia, Kasatkina, Muchova e Ostapenko) non sono dei mostri di continuità e alle spalle dell’azzurra non sembra esserci nessuna giocatrice destinata a ottenere chissà quali risultati nelle prossime settimane. Magari Jasmine dovrà cedere una o due posizioni, ma l’analisi del ranking dice che tutto dipenderà dal suo rendimento piuttosto che da quello delle avversarie.
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Dando uno sguardo ai risultati che compongono la classifica di Jasmine, c’è un dato che colpisce più di ogni altro. Tolto l’Australian Open già disputato, nei prossimi sei tornei “obbligatori” (Roland Garros, Wimbledon e Us Open, più i WTA 1000 Mandatory di Indian Wells, Miami e Madrid) l’azzurra si troverà a difendere la cifra irrisoria di 120 punti, frutto di cinque sconfitte al primo turno e di una sola partita vinta, nel 2023 sulla terra di Parigi. Significa che per migliorarsi le basterà davvero pochissimo ma soprattutto che avrà serie possibilità di raccogliere punti pesanti.
Le daranno una mano lo stato di forma e la fiducia, due fattori arrivati al picco nel momento ideale con la trasferta negli Stati Uniti alle porte, ma anche la classifica che le permetterà di partire con una testa di serie importante, preziosissima nei tornei più grandi per iniziare da sfide meno complicate. Con buona probabilità “Jas” sarà fra le prime 16 del seeding almeno a Parigi e a Wimbledon, vantaggio (meritato) che può diventare determinante nella sua rincorsa alla top-10.
Detto dei tornei più importanti del calendario, anche in tutti gli altri l’azzurra si troverà a difendere gran poco. Da qui a dopo Wimbledon, quindi nei prossimi quattro mesi e mezzo (fino a metà luglio), le usciranno dalla classifica solamente 365 punti. Una miseria se si considera che da inizio stagione ne ha già messi insieme quasi 1.300. Volendo fare un paragone col numero di tornei disputati nel 2023, Jasmine ne avrà a disposizione almeno una decina (fra i quali due Slam, tre 1000 Mandatory, gli Internazionali BNL d’Italia e altri) per tentare già da subito l’assalto alla top-10. Servirà una media di un centinaio di punti a torneo: tanti ma non troppi, specie se dovesse tenere un rendimento anche solo vicino a quello di Melbourne o Dubai.