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Jasmine al settimo cielo: “Fiera e orgogliosa di tutto il lavoro fatto”

Un successo in rimonta sulla russa Kalinskaya che vale il trofeo più importante della carriera ed una poltrona in top-15 (sarà n.14 da lunedì). Tutta la soddisfazione nelle parole di Paolini

24 febbraio 2024

Un diritto acrobatico di Jasmine Paolini (foto Getty Images)

Dubai resterà per sempre nel cuore di Jasmine Paolini, che sul cemento degli Emirati Arabi Uniti ha firmato l’impresa della vita. “E’ tutta la settimana che inizio male la partita. Già nel match d’esordio, martedì, mi era costato il primo set. Ho solo cercato di giocare ogni punto: mi sono detta che dovevo lottare su ogni palla e divertirmi. Qui non è facile fare tanti punti con il servizio: soprattutto di notte la palla è più pesante perché è molto umido. Sono davvero felice per come sono riuscito a rientrare in partita. Non lo so, è incredibile. L’avevo battuta anche quando avevo vinto il mio primo titolo WTA (negli ottavi a Portoroz 2021; ndr) ma poi ci avevo perso il mese scorso negli ottavi dell’Australian Open…. Sapevo che sarebbe stata dura. Stava giocando davvero, davvero bene. Onestamente non so come ho fatto a vincere la partita perché lei all’inizio giocava troppo bene. Ho provato a cercarle il rovescio, a spingere di più, a essere anche più rilassata, a provare a colpire prima la palla perché altrimenti lei mi faceva correre tanto. Ma credo che la chiave sia stata credere che, anche se ero sotto, avrei comunque potuto cambiare la partita”.

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Incredulità, soddisfazione, orgoglio: emozioni a go-go per la 28enne di Castelnuovo di Garfagnana. “Credo di essere fiera di tutto il lavoro che ho fatto quest’anno. Anche se a volte non è facile portare tutto questo in partita. Sto giocando un buon tennis, ma ho giocato bene anche la parte finale della scorsa stagione. Ho iniziato bene il 2024 raggiungendo la seconda settimana dell’Australian Open. Forse sapevo che lì avrei potuto fare qualcosa di più contro Anna. Ma anche lei stava giocando in modo incredibile: forse in quel momento sono stata semplicemente troppo emotiva. Ora cerco di essere più rilassato in campo, di pensare di più a quello che devo fare, di essere più presente su ogni punto. E penso che funzioni. Naturalmente so che non sarà così ogni settimana, ma sto cercando di fare del mio meglio. E di questo sono orgogliosa”.

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Terza italiana a firmare un trofeo da “1000”: dopo Flavia e Camila, ecco Jasmine. “Non lo so. Credo che devo ancora rendermene davvero conto. E’ incredibile, non so cosa dire. Sì, è speciale avere questo trofeo tra le mani. È stato un torneo fantastico. C’erano tante campionesse qui: è stato un sorteggio davvero, davvero difficile. Sono solo felice.

Il titolo più importante arrivato a 28 anni… Penso che ogni persona abbia i suoi ritmi, il suo percorso. Ho avuto bisogno di più tempo per credere che forse avrei potuto giocare a questo livello, come ho fatto questa settimana. So che non sarà così ogni settimana. È dura. Gioco contro le migliori giocatrici del mondo. Ma sono qui a godermi il mio tennis, a godermi le partite in campo. Amo semplicemente quello che faccio, cerco solo di vivere il presente, di restare lì, di dare il meglio di me in quel momento”.

Lucida Jasmine nel sottolineare il momento esatto della finale in cui qualcosa è cambiato: “E’ stato quando ero sotto 2-0 nel secondo set. Stavo servendo. Mi sono detta ‘andiamo, devi provare a giocare ogni punto, devi provare a fare qualcosa: pensa solo a cose semplici, prova magari a servire di più sul rovescio, un po' più di velocità nel servizio, prova a muovere la palla’. Insomma stavo solo pensando a cose facili da fare in campo. Ha funzionato piuttosto bene. Poi però ho iniziato male nel terzo set. Onestamente devo dire che alla fine lei ha sbagliato colpi che in precedenza non avrebbe mai sbagliato. Il tennis è duro mentalmente. A volte vinci, a volte perdi. Sono felice questa volta di essere riuscita a vincere. Non so se fosse stanca (Kalinskaya era partita dalle qualificazioni; ndr). Penso che sia fisicamente molto forte. Si muove davvero bene e si stava muovendo molto velocemente. Ma è stata una partita serrata, una partita dura anche per me che non avevo fatto le ‘quali’. Ogni match ha una sua storia”.

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