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La strana coppia funziona? Ebbene, pare di sì. Intanto c'è la vittoria di Washington, a dirlo. Per Coco è stato il successo più importante della carriera, il quarto dopo Linz, Parma e Auckland. Ma gli obiettivi sono altri...
10 agosto 2023
La coppia è strana, parecchio. Coco Gauff e Brad Gilbert si sono incrociati a Wimbledon e hanno deciso di cominciare a lavorare insieme, ma in comune – a parte il fatto di essere entrambi americani – avevano pochissimo. Bastava il curriculum dell'autore di Winning Ugly, peraltro, a determinare una certa sorpresa: Gilbert ha sempre e solo lavorato con uomini, da Andre Agassi (portato al successo in sette Slam) in avanti, con Andy Roddick e un acerbo Andy Murray a fare da gustoso contorno al Kid di Las Vegas. Mai, tuttavia, una ragazza aveva avuto la possibilità di sedersi al tavolo con Brad per impostare un'idea di lavoro. Quando lo hanno fatto, i due, mentre a Church Road si stava chiudendo la prima settimana dei Championships, qualcosa è scattato.
Brad Gilbert Story, da Agassi a Gauff
La strana coppia funziona? Ebbene, pare di sì. Intanto c'è la vittoria di Washington, a dirlo. Per Coco è stato il successo più importante della carriera, il quarto dopo Linz, Parma e Auckland. Ma non è nemmeno questo il punto, visto che l'obiettivo non è vincere un 700, ma qualcosa di più (con tutto il rispetto dovuto ai Premier). Gilbert si è seduto all'angolo di Coco per vincere uno Slam, e conoscendolo deve aver visto grandi possibilità, per accettare l'incarico-scommessa. Che, beninteso, per adesso è a tempo determinato. Si prova in Canada, a Cincinnati e agli Us Open. Poi, si vedrà. Anche perché la numero 7 del mondo un coach ce l'ha già. O meglio, è tornata ad averlo, dopo la conclusione del rapporto con Diego Moyano. Si tratta di Pere Riba, spagnolo, ex professionista con un best ranking di 65 Atp, 35 anni e tanta voglia di imparare il mestiere con qualcuno che abbia ambizioni.
Ma Gilbert ha un ruolo diverso, che deriva proprio dalla sua esperienza. Quella di Winning Ugly, per dire. Un libro spesso citato in maniera non opportuna, un libro che racconta di come si possano superare i propri limiti, senza badare all'estetica. Evidentemente Coco Gauff, in questo momento della carriera, ha proprio bisogno di qualcosa del genere, della spinta decisiva per andare oltre i progressi costanti, che comunque ha fatto, e arrivare a vincere qualcosa di prestigioso. Fin qui, la carriera della 19enne americana è fatta di una finale Slam (Parigi 2022) e qualche rimpianto di troppo. Anche se usare la parola rimpianto è forse eccessivo, quando parliamo di una che deve ancora compiere i 20 anni. Il punto è che il carico di aspettative che un po' tutti (lei per prima) le hanno messo addosso non era affatto banale, e così vincere è diventato un fatto urgente, qualcosa che sta più dalla parte del dovere che del piacere.
Gilbert sta lì proprio per questo: per farle capire che con la pressione si può vivere bene, a patto che si riesca a sfangarla anche nei giorni bui. A Montreal ha cominciato da dove aveva lasciato a Washington: successo comodo in due set, sensazione di poter fare un po' quello che vuole. Fino a un certo livello, in effetti, è già così, poi arrivano quelle 4 o 5 stelle che ancora la precedono e la questione si fa più complessa. Battere Swiatek, Sabalenka, Rybakina, Jabeur, quello è l'obiettivo. E vincere titoli. Come? Spiega mastro Gilbert: “Semplice, devi fare il break e tenere il tuo servizio più di quanto faccia l'avversaria”. Facile. E ancora: “Lavoriamo sui dettagli, parliamo molto, ci confrontiamo. Lei ha una qualità enorme: è estremamente umile, sa ascoltare. E non la stresso col diritto, bisogna migliorare tutto”. Lui, evidentemente, sa come fare.