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Ad Austin Kostyuk “rompe il ghiaccio”. Vekic ritrova il sorriso a Monterrey. Ad Indian Wells la migliore delle azzurre è Trevisan, che arriva al terzo turno. Scoppia il “caso Tsurenko”. Elena la kazaka si prende la rivincita su Sabalenka e conquista trofeo e “best ranking”. Svitolina annuncia il rientro nel circuito. Miami: per Trevisan primi quarti in un “1000”. Rybakina vede sfumare il “Sunshine Double” perché a vincere è Petra. Gli Us Open in chiaro su SuperTennis
di Tiziana Tricarico | 20 dicembre 2023
Già 19 gli incontri di singolare femminile in questo 2023 andati oltre le tre ore. Il più lungo si disputa proprio al primo turno di Austin con Erika Andreeva, n.135 WTA, ripescata in tabellone a seguito del forfait della cinese Zhang Shuai, n.23del ranking e 2 del seeding, che batte 76(4) 36 76(3), dopo 3 ore e 32 minuti di partita, la britannica Dart, n.110 del ranking. La 18enne russa, finalista del Roland Garros 2021 junior, salva anche due match point sotto 5-3 nel terzo set.
QUANTE PRIME VOLTE IN TEXAS
Sono americane due delle quattro semifinaliste dell’”ATX OPEN”, nuovo WTA 250 (montepremi 259.303 dollari) sui campi in cemento del Westwood Country Club di Austin, la capitale del Texas. Collins, n.38 del ranking e quarta favorita del seeding, deve superare in rimonta la russa Kalinskaya, n.67 WTA, per raggiungere la sua prima semifinale stagionale (la dodicesima in carriera). Nella semifinale più intrigante, però, la 29enne di St.Petersburg, Florida, cede in due set all’ucraina Kostyuk, n.52 del ranking ed ottava testa di serie, sempre in versione “woman in red”, che dopo essere approdata per la prima volta al penultimo atto in questo 2023 grazie al successo sulla tedesca Friedsam, n.108 WTA. La 20enne di Kiev stacca così il pass per la sua prima finale.
Prima volta in assoluto al penultimo atto di un torneo del circuito maggiore, invece, per Volynets, n.92 del ranking, che si aggiudicata il derby dei quarti con la connazionale Sterns, n.137 WTA. Ma va a sbattere contro la russa Gracheva, n.88 del ranking che dopo aver eliminato all’esordio la polacca Linette, n.21 WTA e prima favorita del seeding, si prende il lusso di eliminare un’altra testa di serie, la statunitense Stephens, n.51 del ranking e quinta testa di serie.
La 22enne moscovita, alla seconda semifinale WTA in carriera, supera in tre set la 21enne californiana di Walnut Creek e centra anche lei la sua prima finale WTA.
AD AUSTIN KOSTYUK “ROMPE IL GHIACCIO”
Prima di giocare in Texas Marta ha il poco invidiabile primato di essere la giocatrice meglio classificata nel ranking a non aver mai raggiunto neppure una finale (nonostante quattro “semi”). Ma ad Austin cambia tutto e Kostyuk conquista il suo primo trofeo WTA battendo 63 75 in una finale dalla forte carica simbolica Gracheva, in campo come atleta neutrale.
A fine match la 20enne di Kiev non stringe la mano alla sua avversaria, come già aveva fatto dopo aver affrontato la bielorussa Azarenka in passato. A tutti gli spettatori sulle tribune, e a tutti quelli che stanno guardando, voglio dire 'Slava Ukraini' ('Gloria all'Ucraina'; ndr) - dice durante la cerimonia di premiazione -. Voglio dedicare questo successo al mio Paese e a tutte le persone che stanno combattendo e stanno morendo”. Grazie a questo successo Marta sale al n.40 WTA (“best”).
COCCIARETTO LA "MESSICANA"
Assecondando la regola che vuole che spesso chi vince un torneo in quello successivo poi esce al primo turno Camila Giorgi, reduce dal successo a Merida (quarto titolo WTA in carriera), saluta subito l’”Abierto GNP Seguros” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sul cemento di Monterrey, in Messico. La marchigiana si fa sorprendere 64 75 dalla rumena Ruse, n.160 del ranking, proveniente dalle qualificazioni. Proprio sul cemento messicano, a Guadalajara nel 2021, Elisabetta Cocciaretto aveva raggiunto la sua prima semifinale nel circuito maggiore.
Ed anche a Monterrey le cose si mettono bene. La 22enne di Fermo, n.49 WTA (ad un passo dal “best”), batte in due set la spagnola Bassols Ribera, n.124 del ranking, ripescata in tabellone come lucky loser (dopo la rinuncia della svedese Peterson, n.99 WTA, finalista a Merida - battuta da Giorgi - dove era partita dalle qualificazioni). Poi si sbarazza con due tie-break della tedesca Maria, n.73 WTA, che lascia un solo game a Lucia Bronzetti, n.68 del ranking, al quinto ko consecutivo all’esordio. Nei quarti però - i quinti in carriera, i terzi in stagione dopo Hobart e Merida - la marchigiana cede 62 62 alla belga Mertens, n.42 del ranking e quarta favorita del seeding.
VEKIC RITROVA IL SORRISO A MONTERREY
Regolarmente in finale la prima testa di serie del torneo, la francese Garcia, n.5 WTA, che regola 63 64 proprio Mertens, vincendo il quinto confronto su sette con la 29enne di Saint-Germain-en-Laye. Nell’altra sfida la croata Vekic, n.31 del ranking e terza favorita del seeding, nella sua prima “semi” stagionale, ha la meglio per 75 62 sulla cinese Lin Zhu, n.41 WTA e quinta testa di serie.
Nella sua seconda finale stagionale dopo quella di Lione (stoppata dalla statunitense Park) la numero uno di Francia resta ancora a bocca asciutta perché a vincere 64 36 75 è la 26enne di Osijek. Vekic firma così la prima vittoria stagionale contro una top ten e festeggia il quarto titolo in carriera nel circuito WTA, lei che non vinceva un torneo dal 2021 a Courmayeur.
DESERTO CALIFORNIANO OSTICO PER LE AZZURRE
Una giornata storta per le azzurre nel “BNP Paribas Open”, secondo WTA 1000 stagionale (combined con il primo ATP Masters 1000 del 2023 - montepremi 8.800.000 dollari) sul cemento californiano dell’Indian Wells Tennis Garden. Escono subito di scena infatti Cocciaretto, Bronzetti e Paolini. La prima a salutare è Elisabetta, n.50 WTA, reduce da due piazzamenti nei quarti consecutivi (Merida e Monterrey), battuta 63 75 dalla spagnola Parrizas Diaz, n.88 del ranking. La 22enne di Fermo, che aveva sconfitto la 31enne di Granada all’esordio sulla terra di Parma lo scorso anno, spreca un vantaggio di 4-1 nel secondo set. Lucia, n.71 WTA, cede invece 75 46 63 alla statunitense Pera, n. 43 del ranking, incassando la sesta sconfitta di fila al primo turno. Per la 24enne riminese di Villa Verucchio, che in questo 2023 ha vinto solo in United Cup, all’orizzonte si avvicina una cambiale pericolosa, dovendo difendere gli ottavi a Miami del 2022. Infine una Jasmine, n.63 WTA, meno brillante e reattiva del solito, è sconfitta 75 61 dalla tedesca Maria, n.70 del ranking, semifinalista a Wimbledon 2022.
Si ferma al secondo turno Camila Giorgi. La 31enne di Macerata, n.46 WTA, vincitrice a fine febbraio a Merida del suo quarto titolo, dopo il successo dell’esordio in due set sull’olandese Rus, n.130 del ranking, proveniente dalle qualificazioni (aveva battuto Errani al turno decisivo), cede 36 61 62 alla statunitense Pegula, n.3 del ranking e del seeding.
La marchigiana parte forte (4-0) e si assicura il primo parziale, ma dall’inizio del secondo set la 29enne di Buffalo cambia velocità, non solo con i colpi da fondo, che atterrano sempre negli immediati dintorni delle righe, ma anche con il servizio, diventato molto più incisivo. L’azzurra non riesce a mettere la stessa pressione in risposta e la partita scivola via.
Doma il vento del deserto Martina Trevisan. La 29enne mancina di Firenze, n.26 WTA e 23esima testa di serie, entra in gara direttamente al secondo turno battendo in tre set l’altra statunitense Brengle, n.87 del ranking, in una partita condizionata non poco dalle forti raffiche. Finisce però al terzo turno, con qualche rimpianto, l’avventura dell’azzurra, sconfitta 64 36 64 dalla ceca Muchova, n.76 del ranking ma top 20 nel 2021 (l’anno della semifinale agli Australian Open e dei quarti a Wimbledon), reduce dai quarti nel WTA 1000 di Dubai.
IL “CASO” TSURENKO
Ad Indian Wells Lesia si ritira prima dl scendere in campo contro Sabalenka: la tennista ucraina, n.95 WTA, motiva quelle che erano state indicate solo come “ragioni personali”. In una dichiarazione riportata da BTU, affidabile testata ucraina che segue i tennisti di quella nazione a tutti i livelli, si parla di “attacco di panico”. La 33enne di Vladimirec, al nono ritiro fra walkover e abbandoni a partita in corso dell’ultimo anno, rivela i dettagli di una conversazione con il CEO della WTA Steve Simon che l’avrebbe scioccata.
Tsurenko racconta di aver parlato soprattutto della questione degli atleti russi e bielorussi. E di essere rimasta “scioccata” per i suoi commenti. "Mi ha detto che è contrario alla guerra, ma che se atleti russi o bielorussi non lo sono è soltanto una loro opinione, e che la loro opinione non dovrebbe influenzarmi - spiega, secondo quanto riporta BTU -. Allo stesso tempo mi ha detto che se la stessa cosa fosse accaduta a lui, lo avrebbe fatto sentire malissimo".
QUARTI SPETTACOLO
La tigre Sabalenka ruggisce ancora: un urlo che riecheggia forte nel deserto. Con una dimostrazione di poderoso vigore agonistico la bielorussa, n.2 del ranking e del seeding, batte 64 60 la statunitense Gauff, n.6 WTA e sesta testa di serie, e stacca il pass per il penultimo atto. Come accaduto spesso nel fantastico inizio di stagione di Aryna, il servizio è l’arma in più che non lascia scampo: prima di questo match, negli ultimi due anni nessuna giocatrice aveva ceduto meno di 10 punti in un singolo incontro nel circuito.
A fermare Sabalenka ci prova Sakkari, n.7 del ranking e del seeding: nei quarti la greca, finalista nel 2022, deve sudare prima di riuscire ad avere la meglio per 46 75 61 sulla ceca Kvitova, n.15 WA e 15esima testa di serie (la 27enne di Atene non è nuova a match di questo genere essendo il quarto consecutivo vinto al terzo set). Anche la campionessa di Wimbledon Rybakina, n.10 del ranking e del seeding, e la numero uno del mondo Swiatek si qualificano per le semifinali: la kazaka ha bisogno di 2 ore e 45 minuti per domare e battere la ceca Muchova, n.76 WTA (76 26 64 lo score), la polacca lascia solo quattro game alla rumena Cirstea, n.83 del ranking.
ANCORA TU, MA NON DOVEVAMO VEDERCI PIU’…
Con una prestazione maiuscola e uno stato di forma eccezionale, simile a quello che le aveva permesso di vincere Wimbledon 2022, Rybakina irrompe nella finale di Indian Wells battendo la numero del mondo Swiatek con un netto 62 62 in poco più di un’ora e un quarto.
Sul pallottoliere della kazaka finiscono 7 ace, 2 doppi falli, il 61% di prime, 18 vincenti a fronte di 12 gratuiti (9 contro 17 il bilancio della polacca). In finale, la prima in un 1000, Elena trova Sabalenka nella rivincita della finale degli Australian Open di inizio anno: la bielorussa, infatti, in un’altra semifinale senza storia, lascia appena cinque game alla greca Sakkari.
ELENA, CHE TRIONFO!
Primo trionfo da 1000 (al primo tentativo) e prima vittoria in cinque confronti con la rivale. Frutto di una condotta di gara estremamente accorta e di una maggiore freddezza nei momenti decisivi. E’ Rybakina la vincitrice del “BNP Paribas Open”: in finale la 23enne kazaka di origini russe (è nata a Mosca), prima tennista del suo Paese ad approdare all’ultimo atto di un “1000”, batte 76(11) 64 la bielorussa Sabalenka, che perde così la sua seconda partita in stagione (su 19) ma soprattutto la sua prima sfida per il titolo in un torneo di questa categoria dopo essersi aggiudicata le prime quattro.
Per Rybakina è quarto il titolo in carriera (su 12 finali), il secondo per importanza dopo Wimbledon 2022: sale al n.7 WTA firmando il “best ranking”. Proprio l’attitudine mentale è quella che aiuta Rybakina, diventata la prima giocatrice capace di battere in sequenza le numero uno e due del mondo ad Indian Wells. Oltre alla serata abbastanza disastrosa della bielorussa al servizio.
RIENTRA SVITOLINA
Più di un anno dopo l’ultima partita giocata a Miami nel 2022, sei mesi dopo essere diventata mamma di Skaï (il papà è Gael Monfils), Elina Svitolina tornerà in campo nel circuito WTA. La campionessa ucraina, ex n. 3 del ranking ha accettato una wild card per il “Credit One Charleston Open”, tradizionale WTA 500 sulla terra verde statunitense nel rinnovato Credit One Stadium a Daniel Island. Vincitrice di 16 titoli, capace di raggiungere almeno una volta i quarti in tutti gli Slam, è la giocatrice ucraina di maggior successo di sempre. Nell’ultimo anno si è esposta più volte per mantenere alta l’attenzione di appassionati ed opinione pubblica mondiale sulla guerra.
FORFAIT SWIATEK IN FLORIDA
"É stata una decisione difficile da prendere ma non ho dubbi che la salute venga prima". Con queste parole la regina del tennis mondiale annuncia il suo ritiro dal “1000” di Miami, dove è la campionessa in carica (dodici mesi fa senza perdere neanche un set era diventata la quinta giocatrice a firmare il “Sunshine Double”), per un infortunio alle costole. Iga rivela di avere avuto a che fare con questo problema dal “500” di Doha di metà febbraio, come conseguenza di una forte tosse data da un’infezione che l’aveva colpita già prima della finale, vinta poi contro Pegula.
SOTTO IL SOLE DI MIAMI
Come ad Indian Wells Elisabetta Cocciaretto, Jasmine Paolini e Lucia Bronzetti salutano già all’esordio il “Miami Open”, terzo WTA 1000 stagionale (combined con il secondo ATP Masters 1000 del 2022 - montepremi 8.800.000 dollari) sul cemento dell’Hard Rock Stadium (la “casa” dei Miami Dolphins di football NFL), in Florida. L’avversaria non era delle più semplici per Cocciaretto, n.49 del ranking, subito opposta all’ucraina Kostyuk, n.38 WTA, che sul cemento di Austin ha da poco conquistato il suo primo trofeo WTA. Nella prima sfida tra la 22enne di Fermo e la 20enne di Kiev, è infatti quest’ultima ad imporsi 63 62, grazie ad un break nel primo set e a due nel secondo.
Paolini, n.71 WTA, si fa rimontare da Bjorklund, n.149 del ranking, promossa dalle qualificazioni: la svedese firma la sua prima vittoria in un main draw “1000”, applaudita in tribuna dal “boy-friend” Shapovalov. Male anche Bronzetti, n.73 del ranking, battuta 63 64 dalla giovane ceca Noskova, n.51 WTA. Per la romagnola arriva così la settima sconfitta di fila al primo turno (in questo 2023 ha vinto solo in United Cup). Lucia, che era chiamata a difendere gli ottavi del 2022 quando, ripescata in tabellone come lucky loser, era arrivata ad un punto dai quarti (stoppata da Gavrilova-Saville), perderà altre posizioni in classifica.
Come nel “1000” californiano Giorgi si ferma al secondo turno. La 31enne di Macerata, n.44 del ranking, dopo la vittoria in tre tie-break al primo turno sull’estone Kanepi, n. 57 WTA, cede 63 61 alla bielorussa Azarenka, n.14 del ranking e del seeding, campionessa nel 2009, nel 2011 e nel 2016.
L’unica a migliorare il risultato di Indian Wells è Martina Trevisan. La 29enne mancina di Firenze, n.24 del ranking e 25 del seeding, dopo il successo al secondo turno (per lei l’esordio) sulla giapponese Hibino, n.137 WTA, proveniente dalle qualificazioni, batte in rimonta la statunitense Lu, n.59 del ranking (confermando l’esito della finale sulla terra rossa di Rabat 2022 quando l’azzurra ha conquistato il suo primo - e finora unico - trofeo WTA della carriera), infilatasi nel corridoio liberatosi in tabellone per il forfait della polacca Swiatek, regina del tennis mondiale, e raggiunge per la seconda volta gli ottavi in un WTA 1000 dopo quelli a Guadalajara lo scorso anno.
Non contenta la tennista toscana fa ancora meglio e si impone in due set sulla lettone Ostapenko, n.22 del ranking e 24 del seeding, centrando i suoi primi quarti in un “1000”. Contro la giocatrice più in forma del momento: Rybakina.
RYBAKINA, OBIETTIVO “SUNSHINE DOUBLE”
La campionessa di Indian Wells marcia decisa verso la conquista del “Sunshine Double”. Nel replay del terzo turno californiano, Rybakina, n.7 del ranking e 10 del seeding, centra gli ottavi grazie alla vittoria - stavolta sofferta - per 36 75 63 sulla spagnola Badosa, n.29 WTA e 21esima testa di serie, rimontando da 2-4 e salvando anche un match-point nel decimo gioco del secondo set.
La kazaka - campionessa in carica a Wimbledon e che sta provando a diventare la quinta giocatrice a completare l’accoppiata Indian Wells-Miami - negli ottavi regola in due set la belga Mertens, n.39 WTA, firmando l’undicesimo successo nelle ultime undici partite giocate.
GLI ALTRI QUARTI
Pegula raggiunge per la dodicesima volta i quarti in un WTA 1000, più di ogni altra giocatrice nel circuito. A Miami la statunitense di Buffalo ci arriva battendo negli ottavi 61 75 la polacca Linette, n.19 del ranking e 20 del seeding, con la quale spesso si allena. Jessica conosce l’Hard Rock Stadium meglio di chiunque altra: ha infatti assistito a molte sfide di football NFL fra i Miami Dolphins, che qui giocano gli incontri in casa, e i Buffalo Bills, la franchigia di proprietà di suo padre.
Per eguagliare almeno la semifinale raggiunta nel 2022 (stoppata dalla Swiatek, poi vincitrice del titolo) Pegula, n.3 del ranking e del seeding, deve battere la russa Potapova, n.26 WTA e 27esima testa di serie, che vuole tanto come regalo di compleanno la rivincita per la sconfitta al terzo turno ad Indian Wells per 7-5 al terzo dopo essere stata aventi 3-1.
ANDREESCU, CHE SFIGA!
Termina negli ottavi, e nel peggiore dei modi, la corsa di Andreescu, nella miglior versione vista da parecchio tempo a questa parte. La 22enne canadese di Mississauga, n.31 del ranking, finalista in questo torneo nel 2021 (costretta al ritiro a metà del secondo set contro Barty), dopo aver battuto in tre set all’esordio la regina degli Us Open 2021, la britannica Raducanu, n.72 WTA, aver eliminato sempre in tre set la greca Sakkari, n.10 del ranking e 7 del seeding, e aver rispedito a casa al terzo turno un’altra campionessa Slam, la statunitense Kenin, n.164 WTA, vincitrice degli Australian Open 2020, è costretta al ritiro per un brutto infortuno alla caviglia sinistra nella sfida contro Alexandrova, n.18 WTA e 18esima testa di serie (76 0-2 per la russa lo score al momento dell’infortunio), che nel turno precedente si era sbarazzata della svizzera Bencic, n.9 del ranking e del seeding. Andreescu, campionessa agli Us Open 2019 (il suo anno d’oro, che l’ha vista andare a segno anche ad Indian Wells e a Toronto e raggiungere la quarta posizione del ranking) esce dal campo in sedia a rotelle piangendo a dirotto.
TREVISAN CI PROVA, MA IN “SEMI” CI VA RIBAKINA
Nei suoi primi quarti da “1000” in carriera Martina cede 63 60 ad Elena, punteggio forse un po’ troppo severo per la 29enne mancina di Firenze. Per Rybakina, in corsa per il “Sunshine Double” dopo il successo ad Indian Wells, è la dodicesima vittoria negli ultimi dodici match giocati. Trevisan si consola con il “best ranking”: sale al n.20 e diventa l’ottava giocatrice azzurra a riuscirci nell’Era Open.
A VOLTE RITORNANO
Dopo dieci anni Sorana Cirstea torna a giocare la semifinale di un WTA 1000. Non le era più successo da Toronto 2013, quando si spinse fino alla finale, fermata poi solo da Serena Williams. Per conquistare la seconda sfida per un trofeo 1000 la rumena, n.79 del ranking, firma la grande sorpresa del torneo: batte 64 64 nei quarti la bielorussa Sabalenka, n.2 del ranking e del seeding, che ha già vinto 20 partite nel 2023. In semifinale, però, ci pensa Kvitova, n.12 del ranking e 15 del seeding, ad infrangere il sogno della 32enne di Bucarest: la ceca, mai così avanti a Miami in 13 partecipazioni, si impone 75 64 e vola in finale.
ELENA AD UN PASSO DAL “SUNSHINE DOUBLE”…
Brilla di luce propria Rybakina in questo swing sul cemento yankee. La kazaka, campionessa in carica a Indian Wells, è in finale anche Miami e punta a diventare la quinta giocatrice a completare la doppietta dopo Graf (1994-1996), Clijsters (2005), Azarenka (2016) e Swiatek (2022). Elena piega in semifinale 76(3) 64 Pegula, n.3 del ranking e del seeding, che l’aveva battuta a Miami ed a Guadalajara nel 2022. La statunitense paga forse un po’ la stanchezza per la battaglia dei quarti vinta solo al tie-break del set decisivo contro la russa Potapova dopo aver annullato due match-point. Per Rybakina è la 21esima vittoria della stagione, un record nel circuito WTA, la 13esima consecutiva: dopo aver superato in tre set Kalinskaya e Badosa, peraltro contro quest’ultima rimontando da 36 2-4, non ha più perso un set.
…MA A SORRIDERE E’ PETRA
“Che gioia vincere di nuovo. Sapere di essere ancora competitiva contro le migliori è la cosa più importante. Decisivo il tie-break del primo set: il più lungo della mia carriera”: Kvitova supera 76(14) 62 Rybakina, vince il 30esimo trofeo in carriera (il primo a Miami, un torneo nel quale non aveva mai avuto fortuna: sempre fermata nei quarti) e si riprende un posto nell’élite mondiale. Questa volta quella della 33enne mancina di Bilovec è una marcia trionfale: sei vittorie ed un solo set perduto (guarda caso nei quarti, contro Alexandrova).
Entrambe hanno nel servizio un’arma formidabile. Sul 4 pari del primo set la kazaka va in affanno, perde malamente la battuta e la ceca può servire per chiudere avanti 5-4. La partita si infiamma di colpo perché Rybakina approfitta del momento no della rivale per mettere a segno il contro-break. Alla fine è un tie-break folle a decidere: Elena non sfrutta 5 set-point, Petra chiude a sua volta alla quinta chance utile (la prima con il servizio a disposizione) siglando il 16-14 grazie ad un diritto della kazaka che si stampa sul nastro.
Nela seconda frazione Petra continua a servire con percentuali altissime: manca la palla del 4-0 ma sale comunque 4-1. Sul 5-2 Rybakina cede ancora la battuta ed una Kvitova incredula ottiene il successo più importante degli ultimi cinque anni. La due volte regina di Wimbledon (2011 e 2014) conferma la grande attitudine a vincere le finali: 30 successi in appena 41 finali giocate In pratica la ceca torna a casa con il trofeo tre volte su quattro, mica male.
NAVRATILOVA BATTE DI NUOVO IL CANCRO
"Per quanto ne sanno i medici, sono guarita". Con queste parole, semplici ma efficaci, Martina annuncia di aver vinto una delle battaglie più importanti della sua vita. L’ex numero uno al mondo, che ha conquistato 18 titoli Slam in singolare, aveva rivelato a gennaio il ritorno del tumore, che già l’aveva colpita nel 2010, al seno e alla gola (stadio 1).
"Sono andata nel panico per tre giorni quando l'ho scoperto pensando che avrei potuto non vedere il prossimo Natale - rivela la campionessa nata in Cecoslovacchia ma naturalizzata statunitense al giornalista britannico Piers Morgan di TalkTV -. Adesso, dopo altre due settimane di radioterapia preventiva, sarò libera di andare".
US OPEN SU SUPERTENNIS
Arriva l’annuncio che, grazie ad un accordo con l’USTA (la federtennis statunitense) per la prima volta in 34anni lo Slam a stelle strisce sarà visibile in chiaro sulla tv della FITP. Super star, nuovi campioni e grandi emozioni sono tra i motivi per non perdere nemmeno un minuto grazie anche a SuperTenniX, la piattaforma digitale su cui sarà possibile seguire i match in streaming.