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Ecatombe tricolore al primo turno sui prati londinesi: si salva solo Cocciaretto che per la seconda volta di fila approda al 3° turno di uno Slam. I tie-break sono da record. Svitolina ritorna in semifinale: a Sabalenka sfugge ancora lo scettro mondiale e a Jabeur il trofeo dei “The Championships”. Zheng, una cinese signora di Palermo. Amburgo: Rus, non è mai troppo tardi. Trionfo casalingo per Swiatek a Varsavia
di Tiziana Tricarico | 24 dicembre 2023
Dovrà attendere un altro anno Martina Trevisan per vincere il suo primo match a Wimbledon, sui prati dell’All England Club di Londra, che quest’anno - di nuovo aperto a tutte e con punti validi per il ranking mondiale dopo il pasticcio del 2022 - distribuisce un montepremi record: 44.700.000 sterline. La 29enne mancina toscana, n.64 WTA, alla terza presenza nel tabellone principale dello Slam londinese (la sesta complessiva), è sconfitta 64 61 dalla spagnola Sorribes Tormo, n.84 del ranking. Martina parte con una bella grinta ma si va via via spegnendo, completamente mollata dal servizio in una giornata in cui ci si mette anche il vento forte a complicare le cose.
Semaforo rosso anche per Lucrezia Stefanini, n.111 WTA, promossa dalle qualificazioni (dove nel turno decisivo annulla un match-point alla taiwanese Hsieh) nel suo primo main draw ai “The Championships”, battuta 64 64 dall’estone Anett Kontaveit, n.81 del ranking, all’ultimo torneo della sua carriera (ha annunciato il ritiro per problemi alla schiena). La 27enne di Tallinn, alla nona presenza in tabellone, ha raggiunto per tre volte il terzo turno (2017-2019).
WIMBLDEDON, MERCOLEDI’ NERO PER LE AZZURRE
In chiusura di giornata (quando in Italia sono passate le 23) sul palcoscenico (inatteso) del Centrale esce a testa alta Jasmine Paolini. La 27enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.44 WTA, cede 64 67(5) 61 alla ceca Petra Kvitova, n.9 del ranking e del seeding, due volte campionessa a Wimbledon (2011 e 2014) e con una semifinale (2010) ed altri due quarti all’attivo (2012 e 2013) in 15 partecipazioni. Anche nel 2022 Paolini aveva perso all’esordio contro la 31enne di Bilovec dopo averle strappato un set (il primo) ma stavolta Jasmine dà davvero del filo da torcere ad una delle “regine dei prati” che per imporsi deve tirare ben 37 vincenti, a fronte di 38 gratuiti.
In precedenza male invece la più “erbivora” delle giocatrici italiane, Camila Giorgi, che sui prati londinesi vanta i quarti nel 2018 (quando ha tolto anche un set a Serena Williams) ma anche gli ottavi nel 2012 (partendo dalle qualificazioni) e tre terzi turni (2013, 2015 e 2017). La 31enne di Macerata, n.48 WTA, é sconfitta 62 64 dalla neo-francese Gracheva, n.41 del ranking (che a Bad Homburg aveva perso nei quarti con Bronzetti). La marchigiana incappa in una delle sue proverbiali “giornate no”, come testimoniano i 9 doppi falli (3 gli ace) e l’aver sfruttato una sola palla-break su sei: nonostante tutto mette a segno più vincenti della sua avversaria, 21 contro 20, ma anche una valanga di gratuiti in più, 27 contro 8.
Una sorpresa anche l’uscita di scena all’esordio di Lucia Bronzetti. La 24enne Villa Verucchio, n.47 WTA (“best ranking” proprio alla vigilia dello Slam londinese), battuta 63 64 dalla rumena Cristian, n.133 del ranking, all’esordio assoluto ai “The Championships”, ma più brava a gestire gli stop & go dovuti alla pioggia. La 25enne di Bucarest aveva vinto entrambi i confronti precedenti con l’azzurra ma la romagnola, quest’anno aveva disputato un solo torneo sui prati, a Bad Homburg, raggiungendo per la prima volta una finale sull’erba (stoppata da Siniakova).
Saluta pure Sara Errani: la 36enne di Massa Lombarda, n.79 WTA, perde 63 61 contro la statunitense Madison Brengle, n.114 del ranking, la sfida interrotta il giorno precedente con l’americana in vantaggio 63 3-0 (0-30 con la romagnola al servizio). Errani - mai andata oltre il terzo turno (raggiunto nel 2010 e nel 2012) a Wimbledon - aveva sempre battuto la 33enne di Dover, Delaware, nei tre confronti precedenti.
COCCIARETTO, CHE “SFIGA”…
Certo farsi male a inizio partita contro un’avversaria che già sulla carta è tanto più forte non è “sfiga”, di più. E poco importa se l’infortunio alla caviglia destra sia più o meno serio: psicologicamente è un problema ulteriore da affrontare in un match già complicato di suo. Sfuma così il sogno del primo ottavo in un Major per Elisabetta Cocciaretto, uscita di scena al terzo turno. Era la prima volta dopo cinque anni che un’azzurra arrivava di nuovo così avanti ai “The Championships”. La 22enne di Fermo, n.43 WTA, ultima italiana rimasta in corsa nel singolare, cede 64 60 alla statunitense Jessica Pegula, n.4 del ranking e 3 del seeding, alla quarta partecipazione a Wimbledon dove per la prima volta approda al quarto turno.
Sul primo punto del secondo game l’azzurra scivola, la scarpa si punta nel campo e rimedia una piccola distorsione alla caviglia destra che richiede l’intervento della trainer con conseguente “medical time out” per fasciarla. “Non mi era mai successo di prendere una storta del genere, pensavo fosse qualcosa di serio e avevo paura di sentire una fitta da un momento all’altro. Mi ha un po’ condizionato ma non voglio cercare degli alibi”. Per Cocciaretto era la seconda presenza ai “The Championships” (lo scorso anno ha battuto Trevisan prima di cedere a Begu). In quest’edizione ha sconfitto in due set al primo turno la colombiana Osorio, n.71 del ranking, prima di ripetersi contro la spagnola Masarova, n.66 WTA, sempre in due set, approdando per la prima volta al terzo turno a Wimbledon, la seconda consecutiva in uno Slam (ci era già riuscita al Roland Garros).
SI RIVEDE KENIN
Vince il punto più bello del match, ma ha perde la partita: Cori Gauff è la prima delle teste di serie "nobili" del torneo a cadere a Wimbledon. La teen-ager statunitense, n.7 del ranking e del seeding, si arrende 64 46 62 alla connazionale Sofia Kenin, n.128 del ranking, passata attraverso le qualificazioni. Per l’ex numero 4 del mondo e campionessa dell’Australian Open 2020 è la decima vittoria in carriera contro una top ten.
KOSTYUK, CHE RIMONTA CON SAKKARI!
“Dall'invasione dell’Ucraina ho riconsiderato molte cose. Le vedo da un punto di vista diverso. Il tennis non è il centro della mia vita, è solo quello che faccio per vivere”. Lo dice l'ucraina Kostyuk, n.36 WTA, dopo aver completato la sua prima vittoria in carriera contro una top ten. E che vittoria. Ribalta la partita, rinviata per pioggia, contro la greca Maria Sakkari, n.8 del ranking e del seeding, imponendosi 06 75 62. Il match vive tre capitoli, a causa di due interruzioni per pioggia, rispettivamente nel primo e nel secondo set.
In conferenza stampa la 21enne di Kiev, una delle giocatrici che più si è esposta contro la presenza di russi e bielorussi nel circuito, spiega come dal momento dell’invasione del suo Paese sia cambiato il punto di vista su molti aspetti della sua vita professionale: “Il tennis è il mio lavoro: cerco di avere successo e realizzarmi. E a volte penso che sia la cosa più importante del mondo. Tutto quello che è successo mi ha aiutato a crescere, mi rende più forte”.
TIE-BREAK DA PRIMATO
Tie-break da primato a Wimbledon. La russa Ekaterina Alexandrova vince al secondo turno la prima partita femminile in tre tie-break nel torneo: 67(4) 76(5) 76(7) alla statunitense Madison Brengle, n.114 WTA. Lesia Tsurenko sconfigge la rumena Ana Bogdan vincendo il più lungo tie-break in singolare femminile nella storia degli Slam: l’ucraina chiude 46 63 76(18) dopo tre ore e 40 minuti (il terzo set da solo è durato 109 minuti, il tie-break ne ha richiesti 35). Grazie al successo in questo match sfiancante, il terzo più lungo della stagione nel circuito WTA, Tsurenko raggiunge per la prima volta gli ottavi.
SVITOLINA RITROVA I QUARTI
Dopo quattro anni Elina, n.76 WTA, torna tra le migliori otto a Wimbledon. Lo fa imponendosi contro Azarenka, n.20 del ranking e 19 del seeding, nella sfida tra le uniche due madri ancora in tabellone. Entrambe le giocatrici esprimono un tennis e uno spettacolo di altissimo livello: alla fine a vincere è Svitolina, che chiude con un ace per 26 64 76(9).
L’ucraina non stringe la mano all’avversaria bielorussa (ma ha sempre detto che non l’avrebbe fatto contro giocatrici provenienti da Russia o Bielorussia dopo l’invasione dell'Ucraina iniziata a febbraio 2022). "Dopo la nascita di mia figlia, questo è il secondo momento più felice della mia vita", dice Svitolina che gioca un tennis più offensivo nei momenti chiave del terzo set.
Prima wild card ai quarti in uno Slam nel singolare femminile dopo la tedesca Lisicki nel 2011, Svitolina è a una vittoria dall'eguagliare il suo miglior risultato a Wimbledon. Ovvero la semifinale del 2019, la sua prima in un Major, persa contro Halep che avrebbe poi vinto il titolo. La missione però non è facile visto che per tornare in “semi” deve superare la numero uno del mondo Swiatek, che salva due match-point prima di completare la rimonta e battere 67(4) 76(2) 63 l’elvetica Bencic, n.14 del ranking e del seeding. La polacca diventata così la più giovane giocatrice a raggiungere almeno i quarti in tutti gli Slam dai tempi della russa Kuznetsova. “Non so se ero mai riuscita a vincere dopo aver salvato match-point nella mia carriera”, ammette a caldo la polacca, che si ritrova sotto 5-6 15-40 nel secondo set poi dall'1-2 nel tiebreak infila un parziale di 10 punti a zero che cambia il corso del match.
POVERA MIRRA
Un finale ingiusto - come modalità, non per chi ha vinto - per una partita bellissima. Si conclude negli ottavi la favola di Andreeva. La 16enne di Krasnojarks, n.102 del ranking, promossa dalle qualificazioni, perde 36 76(4) 62 contro la statunitense Keys, n.18 del ranking e 25 del seeding. La 28enne di Rock Island, Illinois, alla nona presenza in tabellone torna così nei quarti - che rappresentano il suo miglior risultato - ad otto anni di distanza dalla prima vota (2015).
L’americana allunga a 9 partite la sua striscia positiva dopo aver conquistato il suo settimo trofeo in carriera ad Eastbourne, proprio alla vigilia dei “The Championships”. Ma Keys rischia grosso perché Mirra, per un set e mezzo, domina il match.
Nell’ultimo game dell’incontro avviene l’incredibile: Andreeva manca tre opportunità del 3-5 e dopo la terza ha un altro scatto di rabbia - anche perché quasi cade rischiando di farsi male - con annesso lancio di racchetta, che a Wimbledon viene punito molto duramente. Se ne accorge nel peggiore dei modi Mirra, che rimedia un “penalty point” dalla giudice di sedia Louise Engzell: risultato match-point per Keys.
Andreeva lo annulla con una prima vincente ma “Hawk-eye” dice che la palla e fuori, e sulla seconda della russa l’americana piazza una risposta di diritto micidiale e poi viene a prendersi il punto a rete. A fine match Mirra non stringe la mano alla giudice di sedia, che ha applicato il regolamento un po’ troppo alla lettera… ma la 16enne di Krasnojarks - esplosa ad aprile vincendo i suoi primi due ITF ai quali partecipava (i 60mila dollari di Chiasso e Bellinzona, sempre in Svizzera) - imparerà la lezione. Grazie ai punti di Wimbledon Mirra arriverà a ridosso delle top 60, non male per la teen-ager cresciuta nel mito di Federer ma impressionata dalla grinta di Nadal.
L’OTTAVO PIU’ ATTESO NON HA STORIA
Senza storia. Jabeur, n.6 del ranking e del seeding, trita in due set la due volte regina di Wimbledon Kvitova, n.9 WTA e nona testa di serie, e vola nei quarti dove è attesa da Rybakina nella rivincita della finale del 2022. Appena 63 minuti per confezionare un pesantissimo 60 63 che non lascia scampo alla ceca.
Il tennis completo ed effervescente di Ons ha la meglio sulla potenza di Petra. Jabeur fa tutto bene, dall’inizio fino alla fine, con la massima concentrazione possibile e una determinazione da prima della classe. E per il terzo anno consecutivo si garantisce un posto tra le migliori otto.
IGA SCIVOLA ANCORA SUI PRATI
Quasi tre ore di battaglia, per un match che inizia en plain air e si conclude sotto il tetto del Centrale, vinto da Svitolina, n.76 WTA, contro la regina del tennis mondiale Swiatek per 75 67(5) 62. Un successo che catapulta la ex n.3 del mondo al 27esimo posto virtuale del ranking in attesa di una semifinale che potrebbe aiutarla a migliorare ulteriormente.
Tra le tenniste rimaste in corsa Svitolina era quella che aveva battuto più n.1 in carriera, ben sei, collezione che all'AEC si è arricchita di un ulteriore scalpo, il più prezioso in termini di circostanze della sfida: una maternità recente, il ritorno sul circuito con tutta una classifica da scalare e un prestigio da riconquistare.
ONS E ARYNA SI RITROVANO SULL’ERBA BRITISH
Sono Sabalenka e Jabeur le protagoniste della semifinale della parte bassa. Nei quarti, infatti, la bielorussa, n.2 del ranking e del seeding, sconfigge 62 64 la statunitense Keys, n.18 WTA e 25esima testa di serie. Per la 25enne di Minsk, alla quinta partecipazione, è un ritorno in semifinale dopo l’exploit del 2021: la 28enne di Rock Island, Illinois, si ferma un’altra volta nei quarti - che rappresentano il suo miglior risultato - proprio come otto anni fa (2015).
La tunisina, n.6 del ranking e del seeding, finalista 12 mesi fa, batte invece in rimonta 67(5) 64 61 la kazaka Rybakina, n.3 WTA e terza testa di serie, campionessa uscente. La 28enne di Ksar El Hellar, prima giocatrice araba ad entrare nell’élite mondiale, si prende così la rivincita per la finale persa un anno fa, con un con un parziale di otto giochi ad uno dal 4 pari del secondo set.
Vince Jabeur che vuole una seconda occasione. La tunisina raggiunge per il secondo anno di fila la finale a Wimbledon superando in rimonta per 67(5) 64 63 Sabalenka, che aveva vinto 17 partite su 18 negli Slam quest’anno ed era l’unica arrivata almeno in semifinale in tutti gli ultimi quattro Major. Per la bielorussa sfuma la possibilità di agguantare lo scettro mondiale.
LA CECA CHE NON TI ASPETTTI
Fra Jabeur, e il titolo più prestigioso in carriera c'è la mancina Marketa Vondrousova, la prima giocatrice non testa di serie finalista a Wimbledon dal 1963. Già arrivata a giocarsi il titolo al Roland Garros da teen-ager, la 24enne di Sokolov ferma 63 63 Svitolina, mai davvero a suo agio in una partita dal significato enorme per tutta l’Ucraina, nella quarta semifinale fra due giocatrici non teste di serie nell’Era Open. Eppure la ceca, che ha battuto quattro teste di serie di fila nel suo cammino verso la semifinale - Kudermetova (n12), Vekic (n.20), Bouzkova (n.32) e Pegula (n.4) - aveva vinto solo quattro partite sull’erba prima di questa edizione dei “The Championships”.
I SORRISI DI VONROUSOVA, LE LACRIME DI JABEUR
Nel 2022 una faceva la turista a Londra con il polso fasciato dopo l’operazione: l’altra si mangiava le mani per essersi fatta rimontare un set di vantaggio nella sfida per il titolo contro Rybakina. Dodici mesi dopo Marketa la turista, con una prestazione impeccabile per solidità e continuità, stringe tra le braccia il suo primo trofeo Slam: combina invece un mezzo disastro Ons che sbaglia tutto quello che è umanamente possibile sbagliare e che perde soprattutto sul piano dell’emotività. Risultato: Vondrousova è la nuova regina di Wimbledon. A riprova che nel tennis la parola “impossibile” non esiste.
In finale (giocata con il tetto chiuso per l’allerta meteo dovuto alle forti raffiche di vento) Marketa, n.42 WTA, batte 64 64 Ons, n.6 del ranking e del seeding, per il secondo anno di fila fermata sul più bello. Vondrousova è la 59esima campionessa Slam, la 24esima a Wimbledon: è la prima giocatrice non compresa tra le teste di serie a trionfare sui prati di Church Road nell’Era Open, la prima di sempre dopo Billie Jean King (1963). Diventa anche la terza ceca a vincere Wimbledon nell’Era Open dopo Novotna (1998) e Kvitova (2011 e 2014), ma la statistica non tiene conto della “divina” Martina Navratilova (diventata poi statunitense) in tribuna ad applaudire, e di Hana Mandlikova (poi diventata australiana).
Più dei numeri - con la ceca che mette a referto 10 vincenti a fronte di 13 gratuiti mentre per la tunisina sono 25 vincenti ma anche 31 gratuiti -, raccontano la finale le parole delle due protagoniste. “E’ la sconfitta più dolorosa della mia carriera”, dice Jabeur senza riuscire a trattenere le lacrime. “Lo scorso anno qui facevo la turista con il polso fuori uso: ora non capisco ancora esattamente cos’è successo, è incredibile”, dice Vondrousova. “Sono state due settimane estenuanti, ma sono davvero felice ed orgogliosa di me stessa”. Per lei ingresso perentorio in top ten, sulla poltrona numero 10.
PALERMO AZZURRA (MA PER POCO)
C’è tanta Italia nel main draw del 34° “Palermo Ladies Open” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sulla terra rossa del Country Club. E se la prima vittoria nel tour maggiore non si scorda mai, Camilla Rosatello, n.363 del ranking, in gara con una wild card, si ricorderà per un pezzo il suo esordio vincente (61 61 lo score) contro l’elvetica Golubic, n.109 WTA (ma n.61 appena ad aprile), primo successo in un main draw WTA. Brusco risveglio al secondo turno contro la statunitense Emma Navarro, n.57 WTA, che vince 62 61.
Parte bene anche Nuria Brancaccio, n.180 WTA, promossa dalle qualificazioni, che batte 63 64 la francese Andrianjafitrimo, n.388 del ranking, anche lei qualificata. Al secondo turno, però, la 23enne di Torre del Greco cede 63 62 alla spagnola Sorribes Tormo, n. 85 WTA, semifinalista nel 2022, che all’esordio aveva eliminato anche Elisabetta Cocciaretto, n.42 WTA e quarta testa di serie.
Primo turno amaro per Sara Errani: la 36enne di Massa Lombarda, n.112 del ranking, campionessa al Country Club nel 2008 e 2012, rimedia un doppio “bagel” (60 60) dalla cinese Qinwen Zheng, n.26 WTA e seconda testa di serie, che poi supera in tre set la francese Perry, n.82 WTA, protagonista dell’eliminazione di Aurora Zantedeschi, n.603 WTA, entrata in tabellone dalle qualificazioni dopo aver usufruito di una wild card. Fuori al debutto anche Lucia Bronzetti: la romagnola, n.53 WTA e sesta testa di serie, finalista nel 2022, perde con la 19enne russa Erika Andreeva, n.159 WTA. Non scende nemmeno in campo, invece, Lucrezia Stefanini, n.107 WTA, che si ritira prima del match contro la serba Danilovic, n.104 del ranking, per un problema alla spalla destra.
Sfortunata Martina Trevisan, n.75 WTA, subito opposta a Kasatkina, n.11 del ranking e prima favorita del seeding: la 29enne mancina di Firenze lotta e resiste soprattutto nel secondo set quando rimonta da 3-3, annulla un match-point e trascina il match al terzo, ma la russa finisce comunque per imporsi 63 67(2) 60.
Premiazione Palermo Ladies Open 2023: da sinistra la finalista Jasmine Paolini, il direttore del torneo Oliviero Palma, la vincitrice Qinwen Zheng ed il presidente del Country Tennis Giorgio Cammarata
ZHENG “LA SICILIANA”
La più brava tra le azzurre è Jasmine Paolini. La 27enne toscana, n.52 WTA e quinta favorita del seeding, mette in fila l’olandese Rus, n.62 WTA, poi l’ucraina Yastremska, n.149 WTA: nei quarti firma l’impresa eliminando la russa Kasatkina, n.11 del ranking e prima favorita del seeding recuperando da 1-3 nel set decisivo con un parziale di cinque giochi a zero e centrando per il secondo anno di fila le semifinali. Poi fa ancora meglio: batte 76(6) 60 la spagnola Sorribes Tormo, n.85 WTA, e va a sfidare per il titolo Qinwen Zheng, n.26 del ranking e 2 del seeding, che supera 64 46 61 l’egiziana Sherif, n.38 WTA e terza testa di serie, diventando la prima cinese nella storia a raggiungere l’ultimo atto a Palermo e la terza wild card nel 2023 a centrare una finale WTA dopo Svitolina (Strasburgo) e Boulter (Nottingham).
È Qinwen Zheng la nuova signora di Palermo: la 20enne cinese di Shiyan si impone 64 16 61 su Paolini, sfruttando un evidente calo fisico dell’azzurra nel set decisivo. Al primo titolo in carriera nel circuito WTA, la tennista allenata da Wim Fissette infrange un doppio tabù, diventando la prima cinese nella storia e la prima wild card a vincere il torneo del Country.
BUDAPEST SCOPRE TIMOFEEVA
Irripetibile settimana della 19enne Maria Timofeeva. A Budapest, al primo torneo WTA in carriera, la russa diventa la prima lucky loser capace di aggiudicarsi un titolo del circuito maggiore dai tempi di una 15enne “Coco” Gauff a Linz nel 2019. Nella finale dell’“Hungarian Grand Prix” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari, terra rossa) la teen-ager moscovita, n.246 WTA, sconfigge 63 36 60 l’ucraina Kateryna Baindl (Kozlova prima del matrimonio), n.100 del ranking.
Se una lucky loser non vinceva il titolo da quattro anni, è passato ancora più tempo da quando una tennista si è portata a casa il trofeo al suo debutto assoluto in un tabellone principale WTA: l’ultima a riuscirci, 22 anni fa, era stata l’indonesiana Widjaja, che aveva vinto il titolo nella sua prima apparizione a Bali nel 2001. Timofeeva non è però la giocatrice con la classifica più bassa a vincere un titolo in questa stagione: l’ucraina Svitolina è n.508 WTA quando conquista il trofeo a Strasburgo, alla vigilia del Roland Garros.
AMBURGO: RUS, NON E’ MAI TROPPO TARDI
Esordio amaro per Jasmine Paolini, reduce dalla finale a Palermo, nell’“Hamburg European Open” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sulla terra rossa del “Rothenbaum Tennis Stadium” di Amburgo, in Germania, impianto dotato di un Centrale con tetto retrattile (dal 2022 è un torneo combined con un ATP 500). La 27enne di Castelnuovo di Garfagnana, n.47 WTA e quarta testa di serie, cede 60 76(3) all’australiana Daria (Gavrilova) Saville, n.225 del ranking, proveniente dalle qualificazioni, tornata a vincere un match di main draw del circuito maggiore dopo undici mesi.
Martina Trevisan liquida in due set la statunitense Kalieva, n.173 WTA, poi si ripete al secondo turno eliminando la colombiana Osorio, n.67 del ranking ed ottava favorita del seeding: nei quarti, però, perde 57 64 75 contro la tedesca Noha Akugue, n. 207 WTA, anche lei mancina, in tabellone grazie ad una wild card, mai così avanti in un torneo del circuito maggiore.
Aspetta 16 anni, ma alla fine ce la fa: Arantxa Rus, che ha debuttato nel 2007 a 's-Hertogenbosch, festeggia finalmente il primo titolo nel circuito maggiore. L’olandese, n.60 WTA, in una sfida tra mancine sconfigge 60 76(3) la sorprendente Noma Noha Akugue, n.207 WTA, 19enne nata ad Amburgo da famiglia di origine nigeriana al primo torneo WTA in carriera. Rus diventa l’ottava giocatrice a festeggiare il primo titolo nel 2023 dopo Zhu Lin (Hua Hin), Parks (Lyon), Kostyuk (Austin), Bronzetti (Rabat), Boulter (Nottingham), Timofeeva (Budapest) e Zheng (Palermo).
IL SORRISO DI “COCCI” ILLUMINA LOSANNA
Un sorriso splendido racconta una gioia enorme. La conclusione perfetta di una settimana pazzesca, tra maratone, interruzioni per pioggia, cerotti, fasciature e match-point salvati. Ma alla fine Elisabetta Cocciaretto si prende tutto: il trofeo del “Ladies Open Lausanne” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sulla terra rossa di Losanna, in Svizzera, il primo in carriera nel circuito maggiore, ed il “best ranking”, con l’ingresso per la prima volta in carriera in top 30.
Nella sfida per il titolo la 22enne di Fermo, n.42 WTA e seconda testa di serie, sconfigge 75 46 64 la francese Clara Burel, n.84 del ranking, per la seconda volta costretta ad accontentarsi del secondo posto in terra elvetica (nel 2021 era stata stoppata dalla slovena Zidansek). Per Elisabetta invece centro pieno al secondo tentativo, dopo la finale persa a gennaio sul cemento di Hobart (battuta dalla statunitense Davis). Quello di Cocciaretto è il 79° successo di una tennista azzurra nel circuito WTA, il terzo di questa stagione dopo quelli di Giorgi a Merida e Bronzetti a Rabat.
“Sono felicissima, è stata una partita durissima: io e Clara ci conosciamo da giovanissime, le faccio i complimenti per il suo torneo - le parole a caldo di una Cocciaretto raggiante -. E’ stata la settimana più pazza e bella della mia carriera. Sono arrivata qui senza aspettative, sono rimasta 13 ore in campo ed ho vinto il mio primo titolo. Qui mi sono sentita a casa: grazie a tutti quelli che hanno fatto il tifo per me”. Ringrazia anche la Federazione per il sostegno ricevuto Elisabetta, ed il suo coach Fausto Scolari: “Senza di te tutto questo non sarebbe stato possibile”. E poi racconta di essere arrivata a Losanna in macchina perché all’ultimo momento il suo volo è stato cancellato….
Cocciaretto chiude con un rush finale da paura: sotto 2-4, resta incollata all’avversaria e nell’ottavo game incassa il contro-break su un diritto della francese che decolla. Con un drittone pesante dei suoi l’azzurra opera il sorpasso salendo 5-4 con il terzo gioco consecutivo. Con un diritto incrociato al termine di uno scambio taglia-fiato Elisabetta si procura il match-point e con un diritto al volo corona il suo sogno.
A Losanna arrivare al successo è stata tutt’alto che una passeggiata. “Cocci” esordisce annullando un match-point all’elvetica Naef, n.159 del ranking, e fa molta più fatica del previsto per superare, sempre in tre set, l’argentina Riera, n.143 del ranking. Quindi nei quarti il rocambolesco successo sulla russa Avanesyan, n.68 del ranking ed ottava favorita del seeding, ed in semifinale un altro match-point annullato, stavolta all’ungherese Bondar, n.155 WTA, prima di guadagnarsi una seconda chance per conquistare il primo trofeo WTA.
VARSAVIA: TRIONFO “CASALINGO” PER SWIATEK
Primi quarti nel circuito maggiore per Lucrezia Stefanini nel “BNP Paribas Warsaw Open” (WTA 250 - montepremi 259.303 dollari) sul cemento di Varsavia, in Polonia. La 25enne di Carmignano, n.108 WTA, elimina in due set la baby prodigio ceca Linda Fruhvirtova, n.55 del ranking e settima favorita del seeding, e poi si ripete ai danni della britannica Burrage, n.95 WTA, prima di cedere 76(5) 57 63 alla tedesca Laura Siegemund, n.153 WTA.
E’ Swiatek a firmare il torneo, senza perdere un set. La numero uno del mondo mette in bacheca il quarto trofeo del 2023 - il 15° in carriera - battendo in finale 60 61 Siegemund, tornata all’ultimo atto di un torneo del circuito maggiore ad oltre sei anni di distanza dall’ultima volta (Stoccarda 2017). La tedesca non ha nemmeno una chance di break e paga la stanchezza per il doppio impegno del giorno precedente, quando è stata in campo più di sei ore per battere in tre set nei quarti Stefanini ed in semifinale sempre in tre set la tedesca Maria, n.65 WTA. “Mi dispiace di non aver potuto competere al meglio - dice la 35enne di Fildestadt - ma ieri è stato un po’ troppo. Ho fatto del mio meglio, ma le gambe sono rimaste in hotel”.