Ad avere la meglio è stata Zheng, più fresca atleticamente e lucida nel terzo set dopo due parziali equilibrati. A vincere il primo è stata proprio la cinese, brava a recuperare due break di svantaggio (di cui uno subito in apertura) e chiudere il set strappando il servizio a Muchova per la terza volta. Dopo un avvio segnato da 14 gratuiti, la ceca, ex n. 8 al mondo, è salita di livello nel secondo parziale, impensierendo Zheng (che per la prima volta nel torneo ha perso un set) con tante variazioni nei colpi. Nel terzo, però, l'inerzia è tornata in favore di Zheng che conquista così il terzo titolo WTA in carriera dopo Palermo 2023 e Zhengzhou 2023.
La nativa di Shiyan, inoltre, diventa la quarta tennista nella storia a vincere due edizioni consecutive dei Palermo Ladies Open dopo Mary Pierce (1991-1992), Irina Spirlea (1994-1995) e Anabel Medina Garrigues (2004-2005-2006). Un risultato che, di contro, non cancella la splendida settimana di Muchova. Rientrata nel circuito meno di un mese fa dopo l'infortunio al polso, operato lo scorso febbraio, la ceca non giocava una finale WTA dal Roland Garros 2023.
“Mi sembrava di rivivere lo scorso anno quando ho giocato con Paolini che è un'ottima giocatrice, migliorata tanta – ha detto Qinwen Zheng - anche Muchova è stata un’avversaria ostica, lei è arrivata anche in finale al Roland Garros. Non è stato così semplice. Non è stato facile nel primo set: ho avuto un inizio difficile, a volte non sono riuscita a concretizzare i colpi come volevo. La mia avversaria è stata brava a variare nel gioco e a coprire la rete. Non è stato semplice, ma alla fine è andata bene. C’è voluta pazienza e c’è voluta costanza nel gioco, dovevo aspettare il momento giusto. Stasera c'era un bambino che a ogni punto mi supportava. Questo mi faceva piacere. A me piace molto giocare in Italia, gli italiani sono passionali. La finale agli Australian Open? Dopo quella finale non avevo quasi più voglia di combattere. A Palermo ho ritrovato questa voglia, penso che questo possa aiutarmi. Non c'entra la potenza, questo non basta nel tennis. Serve una condizione fisica e mentale”.