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Wheelchair

Ha 3 anni, è paralizzato ma gioca già a tennis: “E Starebbe sempre in campo”

La storia raccontata dalla BBC di Aness Ahmed commuove la Gran Bretagna e il mondo. Paralizzato dalla vita in giù, è affetto dalla forma più grave di spina bifida. Ma con la racchetta ha dimostrato una precocità e un'abilità inimmaginabili

di | 18 novembre 2019

Aness Ahmed ha tre anni e ha già cominciato a giocare a tennis. Fin qui sembrerebbe la storia di un bambino come tanti che prende in mano la racchetta in tenera età. Aness, però, non è un bimbo come tutti gli altri, perché è paralizzato dalla vita in giù per colpa della spina bifida. Ma lui con la racchetta in mano ci sa fare, tanto che la sua precocità e l'abilità che dimostra in campo, come racconta un servizio tv della BBC, hanno colpito pure gli allenatori di wheelchair della Lawn Tennis Association (la Federtennis britannica).

Nel video qui sopra il servizio della BBC su Aness Ahmed

“'È straordinario come questo bambino di soli tre anni riesca a spingere e manovrare la carrozzina - ha affermato Martyn Whait, coach della nazionale britannica di tennis wheelchair -. Abbiamo avuto ragazzi che hanno iniziato a 11 anni e che oggi hanno una classifica nazionale e competono nel circuito internazionale wheelchair, ma non ho mai visto nessun bambino cominciare così presto”.

Aness è nato con la forma più grave di spina bifida (malformazione del midollo spinale) che lo ha paralizzato dalla vita in giù e che comporta anche formazione di liquido nel cervello. Ma il tennis lo ama.

Sempre in campo

Eppure, come racconta mamma Linda ai microfoni della BBC, “continua a domandare la racchetta e vorrebbe stare sempre in campo”. Aness aveva già dimostrato una naturale predisposizione a condurre la sedia a rotelle quando la madre Linda Ibrahim di Derby (nell'Inghilterra centrale, a pochi chilometri da Nottingham) aveva contribuito alla creazione di una specie di carrozzina specifica per il figlio con l'obiettivo di migliorarne la mobilità: “Abbiamo saputo subito che Aness non avrebbe potuto camminare e temevo che non avrebbe potuto fare molte cose. Così ho provato a fare qualcosa che potesse aiutarlo. Come tutti i bambini desidera conoscere ed esplorare il mondo che lo circonda. Sono molto fiduciosa sul fatto che possa avere davanti a sé un futuro”. Grazie anche al tennis.
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