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Dopo aver superato tre turni di qualificazione in rimonta allo US Open adesso Stefano Travaglia trova la testa di serie numero 14, il tennista di casa Tommy Paul
di Francesca Paoletti, da New York | 28 agosto 2023
“Se dovessi dare un titolo a questo Slam, a questa qualificazione, direi…. ‘il lavoro paga’”. Stefano Travaglia ha un sorriso che mescola il sudore alla soddisfazione. La qualificazione centrata agli Us Open 2023 gli ha consegnato il 15° main draw Slam della carriera; un main draw dal gusto speciale per un giocatore che recentemente correva tra futures e challenger in cerca di un po’ di ossigeno per la classifica: “Dopo un anno un po’ burrascoso sono ripartito praticamente da zero – racconta – ; per ritrovare la classifica sono ripartito dalle qualificazioni, dal circuito challenger e ho provato a fare punti anche nei futures. I risultati non erano quelli che volevo ma già dal torneo di Perugia ho sentito che qualcosa stava cambiando”. Dal best ranking numero 60 raggiunto a febbraio 2021, Travaglia ha iniziato questo Us Open da numero 233 del ranking ATP: “Dalla vittoria con Thiem ho ritrovato buone sensazioni sul campo – racconta - , non tanto per il gioco ma per l’atteggiamento e per la capacità di trovare giocate importanti nei momenti chiave del match. Nei momenti difficili sono riuscito a esprimere un livello alto sia mentalmente sia nella risposta del fisico. Da lì ho ritrovato la fiducia e le sensazioni giuste e sono riuscito a portarle nei tornei successivi. Non sono stato costante altrimenti oggi avrei un’altra classifica, ma di certo è stato un momento importante”.
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Dopo due settimane di lavoro nella sua nuova base romana Steto è arrivato negli Stati Uniti pieno di fiducia e aspettative: “Mi sono fermato un paio di settimane per preparare al meglio questa trasferta; 10 giorni di preparazione mirata sul cemento con una attenzione particolare alla parte atletica. La qualificazione, con tutte le difficoltà che ho dovuto superare nei tre match, hanno confermato la bontà del lavoro fatto. Ho battuto tre giocatori giovani e forti e in condizioni difficili… ma la cosa di cui vado maggiormente fiero è l’aver avuto sempre la lucidità di capire i momenti delicati e di averli affrontati senza fretta, usando sempre la testa”.
Da inizio stagione il 31enne di Ascoli Piceno fa base all’Enjoy Sporting Club di Roma, al fianco di coach Giuseppe Fischetti, del preparatore atletico Giulio Rubini e con il prezioso supporto di Francesco Aldi: “Sono contento del team e del lavoro che stiamo facendo, in serenità e senza alcun tipo di stress. Cercavo una situazione comoda per ripartire, anche se in realtà non c’è mai stata voglia di abbassare la guardia. Non ho mai perso la voglia di allenarmi e anche nei momenti più bui non ho mai pensato a chiudere la carriera. Dopo le sconfitte vedi sempre nero… ma è un nero che dura 10 minuti, poi c’è sempre stata la voglia di tornare in campo a lavorare, c’è sempre stata in me la voglia di giocare e di competere”.
Staccato il pass per il main draw per Steto da Ascoli Piceno arriva l’ostacolo Tommy Paul, testa di serie numero 14 dell’ultimo Slam della stagione: “Lo conosco e l’ho già incontrato sulla terra e sul veloce, anche se all’epoca aveva un’altra classifica. So di cosa è capace, e recentemente lo ha dimostrato contro Alcaraz a Toronto e a Cincinnati. Gioca molto bene ma io come al solito entrerò in campo per dare il massimo. Ora l’importante è recuperare anche perché ho passato i 30… - conclude con un sorriso - ma mi sono allenato bene e ho buone sensazioni”.