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Jannik Sinner affronta Karen Khachanov negli ottavi dell'Australian Open. Abbiamo seguito gli allenamenti della vigilia. Ecco cosa abbiamo scoperto
di Dario Castaldo, da Melbourne | 20 gennaio 2024
Sono le 3 del pomeriggio quando Tennis Australia comunica il programma della domenica di mezzo. Lo schedule dell’ottava giornata dell’Happy Slam prevede Djokovic-Mannarino e de Minaur-Rublev sul centrale, mentre il quarto turno tra Sinner e Khachanov sarà il terzo incontro sulla Margaret Court arena. Jannik è avanti 2-1 nei testa a testa, ma la differenza col moscovita è stata sempre minima. Anzi, l’ha fatta un punticino giocato su quello stesso campo meno di 3 anni fa. In piena pandemia, l’Australian Open era stato preceduto da alcuni 250 nell’impianto di Melbourne Park.
In uno di questi – ribattezzato Great Ocean Road Open – l’altoatesino e il russo si erano trovati di fronte in semifinale: l’aveva spuntata Sinner, che aveva annullato un match point con uno smash nei pressi della riga e poi si era qualificato per l’atto conclusivo del torneo. Il giorno seguente, avrebbe trionfato nella prima finale tutta italiana da 33 anni battendo Stefano Travaglia davanti a Simone Vagnozzi, all’epoca mentore del tennista di Ascoli Piceno, che dopo quella trasferta era salito al numero 60 del mondo.
Jannik Sinner e Stefano Travaglia durante la premiazione del Great Ocean Road Open 2021 a Melbourne Park (Getty Images)
Oggi, alle 3 del pomeriggio, Simone Vagnozzi e Jannik Sinner erano sul campo 22 del National Tennis Centre, la costola di Melbourne Park che ospita gli allenamenti di alcuni big e che dall’anno scorso è aperta anche ai possessori del biglietto. È un campo circondato su due lati dalle siepi e che confina con un altro rettangolo di gioco. Il lato buono per il pubblico è solo uno, quello corto, ma i curiosi sono almeno un centinaio.
Tutti gli stadi della struttura sono pieni, 60.413 gli spettatori registrati nella sessione diurna. Per entrare nella Kia Arena (nella quale Jasmine Paolini sta battendo Anna Blinkova) c’è una fila ordinata ma preoccupante, e all’esterno della John Cain arena il led informa che non c’è un seggiolino libero e che quindi per vedere tennis dal vivo bisogna dirottare altrove. Anche per questo sono molti i tifosi che si sono spinti fino all’NTC.
Jannik indossa un cappellino nero, una t-shirt celeste e dei calzoncini color senape sopra alle solite scarpe bianche. Al suo angolo manca Darren Cahill. Oltre a Vagnozzi, ci sono il fisioterapista Giacomo Naldi e il preparatore atletico Umberto Ferrara, che indossa delle calzature rosa acceso. Dall’altra parte della rete uno sparring partner il cui fisico statuario ricorda quello di Khachanov. Si gioca per un’ora a media intensità, con Simone Vagnozzi che tira i fili dell’allenamento. “Cambia più spesso”, gli chiede, quando i due palleggiano sulla diagonale. Jannik esegue e al terzo colpo tira un missile in lungolinea. Prima di rovescio, poi anche di dritto.
Uscire dalla diagonale contro un avversario potente ma non eccezionalmente dinamico come Khachanov sarà cruciale. “Ogni tanto acceleri troppo”, appunta il coach marchigiano quando Sinner prova i servizi.
Idem con patate: il cervello di Jannik registra l’informazione, la processa e con la battuta seguente fa un buco per terra. Sul colpo successivo, lo sparring stecca una palla che si impenna e sale verso il cielo: Jannik la insegue con gli occhi e la fare atterrare nella tasca dei suoi pantaloncini senape.
Il pubblico esulta, il team ride. Il clima è sereno. Quando la palla è il gioco si è seri ma non seriosi. Lo sparring stecca un’altra risposta che rimbalza lì, lenta e a metà campo. Jannik fa in tempo ad impugnare la sua Head dalla testa, a vestire i panni di Bublik e a colpirla con il manico. In pieno. Boom!
La pallina schizza via, supera le recensioni, le siepi e vola verso lo stadio di calcio, al di là dell’Olympic boulevard. Il pubblico – prevalentemente australiani, che di cricket se ne intendono - va in visibilio, il team Sinner anche.
“Assurdo. Queste in genere le liscio!” commenta Jannik ridendo. “Ed era pure nuova nuova”, aggiunge Umberto Ferrara, avvicinandosi con le sue scarpe rosa. Nella ricetta della pasta al pomodoro del ristorante Sinner ormai non manca più l’ingrediente della spensieratezza. Essere leggeri, del resto, non significa essere superficiali. Anzi.