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Sinner, la perfezione è di questo mondo

Australian Open 2024, Sinner domina De Jong e ottiene la qualificazione al terzo turno per la nona volta negli ultimi 10 Slam. Rasenta la perfezione anche De Minaur, che domina Arnaldi

di | 17 gennaio 2024

“Non esistono tabelloni facili, esistono solo tabelloni che un giocatore riesce a far sembrare facili”, recita una delle massime più in voga negli spogliatoi del tennis. La verità sta probabilmente nel mezzo: Jannik Sinner è stato accudito dalla buona sorte – a Melbourne come a Wimbledon – ma ha dimostrato di sapersi meritare il trattamento di fortuna, trasformando un accoppiamento sulla carta facile in una tappa di trasferimento senza asperità. Il numero 1 d’Italia è stato pressoché perfetto, e ha impiegato un’ora e 43 minuti per apporre il sigillo alla pratica-De Jong, chiudendola con un ritmato 6-2 6-2 6-2.

D’altra parte, due indizi fanno quanto meno una prova: in un torneo nel quale tutti i big hanno sofferto almeno per almeno un set, Sinner era stato l’unico ad aver passeggiato al debutto contro van de Zandschulp. Per dibadire il concetto, al secondo scalino degli Australian Open l’azzurro ha alzato il livello, ripetendosi contro il 23enne di Haarlem.

Quella originale, quella con i mulini, i tulipani e con due A. Il suo torneo, Jesper De Jong, lo aveva già vinto qualificandosi per la prima volta per il tabellone principale di un major, conquistando anche il suo primo successo assoluto nel circuito maggiore e regalandosi il palcoscenico della Margaret Court arena.

Sarebbe bastato un Sinner appena sufficiente per regolare un avversario che vanta solo due vittorie contro un top 100 (entrambe su Pedro Cachin) e nessuna su un top 60, invece Jannik ha preso la faccenda sul serio, molto sul serio.

Il terzo game del match, quello nel quale strappava il servizio al numero 161 ATP, era una summa sinneriana di bastonate incrociate col dritto e di coperture dell’angolo sinistro in open stance.

L’altoatesino condiva il game del 2-1 con un recupero di dritto con passante incorporato che suscitava stupore tra il pubblico e scatenava il timor panico in casa De Jong.

Sinner archiviava il primo set per 6-2 dopo 35 minuti, con due break all’attivo e dopo aver lasciato 4 punti in altrettanti turni di battuta. Dopo 70 minuti, il bis era servito: altri, 35 minuti di gioco e altro 6-2, solo che stavolta i punti ceduti da Jannik sul suo servizio erano dimezzati. Di quei due, uno era figlio di un doppio fallo, l’unico del match.

Il malcapitato Jesper accusava il colpo, e veniva brekkato anche nel gioco d’apertura del terzo set. E poi di nuovo nel terzo game. Solo sul 6-2 6-2 4-0,il numero 4 del mondo aveva il buon cuore di staccare il piede dall’acceleratore. Ma ormai i giochi erano fatti, così come la qualificazione al terzo turno per la nona volta negli ultimi 10 Slam.

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Ha rasentato la perfezione anche la prestazione della vittima preferita di Jannik, Alex de Minaur. Peccato che dall’altra parte della rete – in una Rod Laver arena versione indoor - ci fosse Matteo Arnaldi. Demon si era legato al dito il k.o. nella finale di Coppa Davis e aveva rivelato in tutte le salse la sua voglia matta di vendicarsi davanti al pubblico di casa. Il neo top 10 ha perso, come Jannik, appena 6 game, ma il 6-3 6-0 6-3 a favore di Alex nasconde il peso specifico delle rare opportunità avute dal 22enne sanremese. Matteo Arnaldi hasi è procurato palle break in avvio di secondo e di terzo set e nell’ultimo parziale aveva anche recuperato da 3-0 a 3-3.

Ma di fronte al muro eretto da de Minaur, il ligure è apparso frettoloso e ha forzato più del dovuto, servendo appena il 49% di prime e commettendo 52 errori gratuiti. La sua trasferta australiana, cominciata il 4 dicembre scorso, va comunque in archivio con un bilancio positivo (4 vittorie e 3 sconfitte), con un nuovo best ranking, col primo successo nell’Happy Slam e con qualche nuova consapevolezza. A cominciare dal lavoro da svolgere per salire sul prossimo gradino.

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