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Roland Garros: Quiet please

Dopo quanto accaduto al termine del match di primo turno tra Goffin e Mpetshi Perricard, ecco le parole di Iga Swiatek, n.1 del mondo Wta: "Tifate tra un punto e l'altro, ma mentre si gioca restate in silenzio". Per Medvedev la regola c'é, non resta che applicarla

31 maggio 2024

Il pubblico del Roland Garros (Getty Images)

Il pubblico del Roland Garros (Getty Images)

Tre duri set, un match point annullato al termine di una partita che l'ha vista quasi sempre rincorrere e che, una volta vinta, le ha lasciato come eredità una tensione che solo sul lettino dei massaggi è riuscita a scaricare piangendo tra sé e sé. Iga Swiatek, battendo Naomi Osaka al termine di quello che è stato sin qui il match più bello del torneo femminile, non ha voluto nascondersi e da n.1 del mondo qual è non si è tirata indietro quando richiesta di un parere sul comportamento tenuto dal pubblico durante la sua partita: "Vi rispetto molto ragazzi - ha esordito Swiatek - ma noi giochiamo sotto un'enorme pressione e se voi urlate per noi diventa difficile concentrarci. Anche perdere pochi punti può contribuire a far cambiare di molto le cose e se voi riusciste a sostenerci tra un punto e l'altro e non durante gli scambi sarebbe stupendo". 

Riportate in conferenza stampa a Paula Badosa, vincitrice anch'essa ieri del suo match di secondo turnoo contro la kazaka Putintseva, le riflessioni della n.1 del mondo non hanno trovato nella spagmnola sponde favorevoli e a chi le chiedeva se fosse importante che i tifosi mantengano il silenzio durante il punto, l'attuale n.l34 del mondo ha risposto che "Iga non può certo lamentarsi perché io ho giocato sui Campi 8 e 9 e da lì si sente di tutto: da quel che succede sul Lenglen e sullo Chatrier fino al rumore proveniente dai Campi 6 e 7 durante i punti. Lei è fortunata a poter giocare sempre sullo Chatrier, e a lei va bene così. A me comunque la cosa non importa un granché. In questi giorni ho giocato su campi più piccoli, ero quasi immersa nel rumore, ma in quei momenti io resto sempre concentrata su me stessa e sul match che sto giocando e la cosa non mi disturba affatto. Mi piace quando il pubblico si fa sentire, è una cosa che mi gasa. Qualche anno fa abbiamo vissuto una situazione molto brutta legata all'assenza di pubblico per via del Covid, e io sono contenta che sia tornato perché credo sia davvero importante per il nostro sport". 

Anch'egli protagonista in passato di battibecchi più o meno accesi con il pubblico presente sugli spalti, Daniil Medvedev non si è sottratto alla domanda offrendo il suo punto di vista dopo essersi qualificato al terzo turno in virtù del ritiro del serbo Miomir Kecmanovic: "Che si sfoghino pure ai cambi di campo o tra un punti e l'altro, ma una volta che uno dei due è pronto alla battuta allora che si giochi solo a tennis - ha dichiarato il russo n.5 del mondo - C'è una regola che dice di non interrompere i giocatori prima della seconda di servizio, quando sono pronti alla battuta o durante il punto. E a me questa regola piace. Perché il nostro sport, così come il golf - che poi sono gli unici due sport nello specifico ad avere questa regola - è talmente tecnico che basta un millimetro o un piccolissimo cambio di postura per far andare la palla da tutt'altra parte. Se qualcuno ti urla nell'orecchio mentre servi incappi in un doppio fallo. Molto semplice. E così non va bene".

E' lucido Medvedev nell'affrontare la questione in punta di regolamento consapevole che l'adattabilità resti un requisito fondamentale per chi decida di diventare un tennista professionista: "D'altra parte, se questa regola non ci fosse alla fine tutti riusciremo ad abituarci. Oggi nel 95% dei tornei si sta in silenzio. Poi arrivi al Roland Garros e non è così, e la cosa un po' ti stupisce perché è un Grand Slam e c'é più stress e non è semplice. Personalmente a me piace il silenzio. E vale anche quando il pubblico impazzisce mentre il mio avversario sta per battere. Non c'é una via di mezzo. Fa piacere respirare un po' d'energia tra un punto e l'altro, ma poi quando si è pronti per cominciare finiamola e giochiamo a tennis".

Ma scatenare il dibattito, ancor prima di quanto accaduto a Swiatek, era stato il belga David Goffin, vincitore in cinque set al primo turno contro il beniamino di casa Giovanni Mpethsi Perricard al termine di una partita in cui è stato bersagliato dal pubblico per tutto il tempo da insulti. E non solo: "Quando vieni insultato per tre ore e mezza è normale poi provocare un po' il pubblico - ha esordito l'ex n.7 del mondo - Ma è chiaro che si è superato ogni limite, non c'è stato alcun rispetto, è stato davvero troppo. Sta diventando come il calcio, tra un po' ci saranno bombe carta, fumogeni e scontri sugli spalti. Sta diventando tutto ridicolo. Alcune persone vengono qui più per creare problemi che per contribuire a creare un'atmosfera. Uno di loro mi ha addirittura sputato il suo chewing gum addosso. Sono tante le persone che si stanno lamentando. Molti giudici di sedia sentono che l'assenza di rispetto sia cresciuta, ed è un concetto che si sta ripetendo spesso ormai, sia negli spogliatoi che tra i vertici dell'Atp. E' arrivato il momento in cui bisogna fare qualcosa. Penso che accada solo Francia. A Wimbledon non è così, e neanche in Australia o agli Us open. Qui l'atmosfera sta cominciando a diventare tossica".

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