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La storia di Renzo Furlan, coach di Jasmine Paolini che al Roland Garros giocherà la prima finale Slam in carriera
06 giugno 2024
Nell''ascesa di Jasmine Paolini c'è tantissimo di suo e tanto di Renzo Furlan, coach che l'ha accompagnata in ogni step della sua recente scalata. Da giocatore, il veneto ha vinto due titoli ATP, sul cemento di San José e sulla terra di Casablanca, e ha raggiunto il best ranking di numero 19.
Al Roland Garros riuscì ad arrivare ai quarti di finale. Approfittò di un buco in tabellone, superò il brasiliano Meligeni e l'australiano Scott Draper (un tipo strano ma dal braccio fatato) e si arrese a un Sergi Bruguera allora difficilmente scalfibile sul rosso. Quel '95, ha ricordato per SuperTennis Christian Sonzogni, "fu uno dei suoi migliori anni: fu capace di battere Petr Korda (il papà di Sebastian) e Christian Ruud (il papà di Casper), ma anche Mats Wilander, Sergi Bruguera e Wayne Ferreira uno in fila all'altro sul duro di Cincinnati. E ancora Andrei Medvedev e Tim Henman, due campioni veri.
Nel 1996, insieme al best ranking, arrivò forse il rimpianto più grande, la sconfitta nei quarti di finale alle Olimpiadi di Atlanta contro Leander Paes. Uno che in teoria, il nostro, in singolare avrebbe dovuto battere 9 volte su 10. Invece in quel momento l'indiano era in stato di grazia, si prese la medaglia di bronzo e a Furlan rimase la delusione di una (grande) occasione mancata. Come due delusioni furono le semifinali di Davis, mai oltrepassate, con una Francia di traverso sempre nel 1996, a Nantes".
Furlan story
Dopo aver terminato la carriera nel 2004, Furlan è stato responsabile del centro tecnico federale a Tirrenia. Si è occupato anche di Francesca Schiavone, quasi in forma anonima, mentre la Leonessa si stava preparando per vincere il Roland Garros del 2010 e per un periodo anche di responsabile degli Under 20 serbi. Il suo progetto più riuscito da allenatore rimane indubbiamente Paolini, con cui ha iniziato a lavorare part-time nel 2015, poi a tempo pieno dopo la pandemia da COVID-19 nel 2020.
Ci tiene comunque a sottolineare come nel tennis di oggi "non arrivi da solo. Con noi c'è un team che lavora alla grande. Da un anno circa ne fa parte il preparatore Andrea Bracaglia, che ha un accordo con la Federazione e uno privato con noi. C'è una collaborazione stretta con la FITP grazie a Tathiana Garbin e Vittorio Magnelli, che ci mettono in condizione di lavorare con Danilo Pizzorno e con lui di concentrarci ancora di più sul particolare".
Jasmine, ha detto Furlan quando è intervenuto in collegamento a Tennis Talk su SuperTennis, "ha sempre saputo esprimere grande velocità. Poteva migliorare nelle rotazioni, nella difesa soprattutto sul diritto, nel servizio per quanto riguarda la velocità, la percentuale di prime. Passando dal cemento alla terra, abbiamo cercato di focalizzarci molto sull'uso maggiore delle rotazioni, quindi sul cercare di giocare con una palla più consistente da fuori dal campo per poi mettersi in condizione di spingere, di tirare la fiammata su una palla a tre quarti, quello che lei sa fare meglio".
Furlan ha parlato anche della partnership con Sara Errani, che le ha portate a vincere due titoli nel circuito maggiore in doppio, a Monastir nel 2023 e a Linz nel 2024. "Quando Sara ci ha chiesto di giocare il doppio in ottica Olimpiadi, abbiamo colto al volo l'occasione. Sara è una miniera di informazioni, e poter condividere con lei tante esperienze è molto costruttivo. Poi secondo me vincere partite in doppio a buon livello migliora la posizione a rete, la volée, il risposta, il servizio: migliora complessivamente la tua consapevolezza come giocatrice" ha detto Furlan. Ma i vantaggi non si limitano solo al campo. "Con lei parliamo a 360 gradi, si comunica non solo sul doppio, ci alleniamo spesso insieme. Jasmine in questo è molto in gamba, quando capisce che vicino ha qualcuno che può darle qualcosa di importante, lo capitalizza. Sara ha una passione enorme per questo sport, conosce bene il circuito e il tennis ancora meglio, la vedo molto bene in futuro come allenatrice".