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Attenta Paolini, la nuova Andreescu sta bene e si sente… illuminata!

L’ex regina degli US Open 2019 riemerge dopo anni di difficoltà e di infortuni, grazie anche alla meditazione a una nuova coscienza di sé, e nel primo turno a New York incrocia la numero 1 italiana. Che l’ha stoppata sia al Roland Garros che a Wimbledon

di | 23 agosto 2024

Bianca Andreescu (Getty Images)

Bianca Andreescu (Getty Images)

Bianca Andreescu sostiene che tutto è nato dal recupero fisico, dopo tanti e seri infortuni, uno dopo l’altro, dal ginocchio alla spalla, dal collo alla schiena che le hanno impedito di rispettare le promesse e diventare l’erede di Serena Williams, dopo il sensazionale urrà a Indian Wells 2018 e soprattutto i trionfali successi proprio contro la fenomenale campionessa afroamericana ai Canadian Open e agli US Open 2019, quand’era poi salita fino al numero 4 del mondo.

Allora, solo allora, dopo aver rimesso in sesto il corpo, rivela sempre lei, ha ricominciato a camminare, quindi a correre e ora a sognare. Anche troppo, immaginando con preoccupazione all’imminente incrocio con Jasmine Paolini già al primo turno dell’ultimo Slam stagionale sul cemento di New York. Dove Bianca è alla ricerca del tempo perduto a braccetto di altre “One Slam wonder” come chiamano negli States le star una tantum che poi si eclissano. Fenomeno che nel tennis donne è acclarata consuetudine.

NUOVA SELES

La schiena della canadese di ceppo rumeno s’è proprio spezzata, con tutte le sollecitazioni delle frustate continue del suo gioco di potenza da fondo, per aprirsi però il campo e finalizzare a rete. Come ruolo, Bianca avrebbe potuto davvero aprire un nuovo ciclo di successi con la continuità di Serena, ma come stile somigliava tanto a Monica Seles, il tornado spezzato da una coltellata alla schiena di un fan della rivale Steffi Graf mentre stava scalando i record più impensabili dello sport.

Se però la ragazza di Novi Sad forgiata dalla stessa mentore di Djokovic e poi adottata dal tennis Usa, si è bloccata nella testa e nel fisico, non riuscendo ad accettare la situazione, e anche se poi è tornata ad ha ripreso a vincere, aveva perso il suo spirito impavido, la Andreescu, pian pianino, insieme ai mezzi fisici, ha riacquistato l’amore per il proprio corpo.

Quindi ha riacquisito anche le sue sicurezze come persona e quindi come atleta, seguendo un processo lungo e pieno di “stop and go”, imparando a capire se stessa ed abbracciando quindi il lato spirituale della vita, grazie alla meditazione. Il tempo non le mancava, così come i fondi grazie ai quasi 10 milioni di soli premi che aveva già messo in banca: così è andata in ritiro in Ontario e in Costa Rica, ha partecipato a un seminario a Miami, e ha approfondito dli studi nella meditazione jiu-jitsu, una forma di arti marziali come strumento per gestire stress e ansia. 

Bianca Andreescu in azione (Getty Images)

TENNIS & VITA

“Ho sempre identificato troppo me stessa con lo sport, restarne fuori per un po’ mi ha aiutata a trovare la strada. Ero troppo legata al tennis, all’avversaria, alla routine, ora che mi sono davvero sintonizzata con me stessa, mi sento molto più forte”, raccontava al Roland Garros prima del grande ritorno dopo 9 mesi di assenza più o meno forzata, con l’espressione di una ex star che rientra sulla scena magari da moglie e madre, mentre parliamo di una ragazza di ancora 24 anni.

Che però, complice anche il Covid, riemerge da quattro anni di problemi e di frustrazioni sulla spinta di un timing invidiabile, di un impatto sulla palla impressionante, di una capacità innata nella transizione difesa-attacco, di un servizio di prima qualità, di un coraggio a rete quasi unico nel panorama WTA. Come ripartire dai soli 30 match disputati nel 2021, i 33 del 2022 e i 31 dell’anno scorso, concluso con l’ennesimo infortunio, frattura da stress alla schiena a Toronto?

La forza mentale di Bianca è stata fondamentale: “Abbiamo costruito un calo attorno all’osso, così da irrobustirlo al punto che non si possa rompere ancora, ma soprattutto abbiamo certo al massimo la giusta postura. In campo devi sforzarti e fai movimenti anche innaturali, sbagliati, ma fuori è importante stare dritto, non piegare la schiena, non torcersi, perché se non tengo il passo posso rompermi di nuovo da un momento all’altro”. 

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ANDREESCU DA JAS A JAS

Curioso: al rientro al Roland Garros dopo i famosi 9 mesi dall’ultimo infortunio, Bianca ha superato Sorribes Tormo e la fidanzata di Sinner, Kalinskaya, ma poi s’è fermata al terzo ostacolo proprio contro Jasmine Paolini, cedendo di fisico, di disabitudine alle gare, di partite mancanti nelle gambe e negli occhi. Ma impressionando a tratti come un tempo. Infatti, sull’erba più consona al suo gioco, è arrivata in finale a ’S-Hertogenbosch cedendo a Samsonova solo per 7-5 al terzo set.

Quindi, a Wimbledon, dopo due bei turni, ha pagato dazio ancora alla formidabile Paolini, crollando di fisico e di fiducia dopo un primo set lottassimo, perso al tie-break. Il ritorno sulla terra per l’Olimpiade non le ha dato soddisfazione, così come i primi assaggi del cemento, con due ko d’acchito a Toronto e a Cincinnati. Chissà se davvero, come sostiene lei, insieme al nuovo coach, l’ex palleggiatore J.T. Nishimura, sfoggerà una nuova attitudine per realizzare le antiche ambizioni.

Di sicuro Bianca è davanti a una nuova fase della sua evoluzione: “Voglio vincere ma il mio modo di essere non ha funzionato così bene in passato. In realtà sono una persona molto emotiva, in generale mi tengo molte cose dentro perché non voglio essere un peso, devo imparare ad essere più aperta. Voglio cambiare. Ma nello stesso tempo non voglio chiedermi: “E se allora avessi…”  Ho imparato attraverso la pratica quotidiana ad accettare la realtà e a fare ciò che puoi con ciò che hai”.

Filosofeggia: "Parlo sempre di tempismo divino… Sono super spirituale. Vado a ritiri di meditazione e pratico la consapevolezza”. Ti guarda fisso negli occhi e dice: “Qualcuno dirà: "Questa è solo merda hippie”. No. Se avesse vissuto quello che ho vissuto io, inizierebbe a farti domande su cosa significhi tutto ciò. Forse lo scopriremo insieme. Iniziamo con un po’ di respirazione facile. Faremo una meditazione in tre fasi. Inspira... ed espira”. Così comincia un suo scritto in prima persona su The Players tribune.

RITROVARE LA GIOIA

Dopo un lungo viaggio dentro se stessa, Bianca si è ritrovata. Ha abbandonato lo spirito di chi deve vincere a tutti i costi: “Odiavo perdere, era la fine del mondo, ricordo ancora il momento, a 12 anni, in cui persi nelle semifinali di un torneo juniores, piansi per più di un’ora, e tornando a casa in macchina, anche mamma cominciò a piangere e poi anche papà, alla fine piangevamo tutti”.

Oggi dice: “La vita per me ora significa principalmente apprezzare ogni momento, la recente scomparsa dei miei nonni mi fa guardare tutto in prospettiva, pensare alla mia famiglia mi fa venire voglia di darmi in campo fino all’ultimo respiro. Quando giochi per gli altri – per la famiglia, per la nazione e per chiunque abbia vissuto qualcosa – il tennis non è più un gioco ma la missione più importante sulla terra. Non gioco solo per me stessa, gioco per ispirare, anche se perdo, se do il massimo, vinco comunque, perché la gente può vedere la mia fede e la mia perseveranza”.

Fino alla dedica finale: “C’è stato un tempo in cui ho perso la gioia nel tennis. Ma l’ho ritrovato. E ho imparato che amerò sempre il tennis nel profondo del mio cuore, qualunque cosa accada. Mi ha dato così tanto. Al punto che ogni volta che esco dal tunnel ed entro in campo sento sempre un po’ di quella magia di prima. Penso ancora che tutto sia possibile. E non lo so, forse questo mi fa impazzire.O forse, semplicemente forse…. Sono illuminata”. 

Coraggio, Jasmine.

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