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Zverev ci riprova: “Per i titoli che contano ci sono anch’io”

Dopo il successo contro Alcaraz che l’ha portato in semifinale a Melbourne, il tedesco analizza il suo ritorno al top. “Lo scorso anno non ero fra i candidati per i titoli Slam, ora sì. Per vincere contro Alcaraz non bisogna permettergli di comandare, altrimenti è imbattibile”. Il suo prossimo avversario Medvedev: “I match lunghi mi provano più dei miei colleghi, ma sarò pronto”

24 gennaio 2024

All’Australian Open pareva tutto apparecchiato per avere in semifinale i migliori quattro giocatori del mondo, ma Alexander Zverev ha detto no. Ha battuto Carlos Alcaraz in quattro set, ottenendo la prima (!) vittoria in carriera contro un top-5 in un Major, e venerdì sera sarà lui a sfidare Medvedev per un posto in finale. “Non sapevo fosse la mia prima vittoria in uno Slam contro un top-5 – ha detto il tedesco in conferenza stampa – e sono super felice di aver conquistato la semifinale, di disputare di nuovo questo tipo di incontri e di giocarmela contro avversari così forti”.

Zverev sembrava avere il successo in pugno già sul 5-2 del terzo set, invece Alcaraz l’ha ripreso e trascinato al quarto, ma “Sascha” ce l’ha fatta comunque. “Mi sono un po’ complicato la vita – ha aggiunto – ma devo dare anche credito al mio avversario. Proprio in quel momento ha iniziato a giocare il suo miglior tennis. In precedenza ho fatto tutto bene, giocando un tennis veloce ed estremamente aggressivo. È l’unico modo per avere chance contro di lui. Se gli permetti di controllare il punto, lo scambio e il ritmo della partita, diventa imbattibile. In quella situazione non c’è giocatore al mondo migliore di lui. Sapevo di dover comandare la partita e penso di averlo fatto veramente bene. Sin dall’inizio del torneo la mia percentuale di prime palle di servizio viaggia intorno al 70% e mi auguro di continuare così. Nel primo set è stata del 90 per cento? Ancora meglio”.

Australian Open, l'abbraccio tra Alexander Zverev e Carlos Alcaraz (Getty Images)

Tornare a giocare a questi livelli – ha detto ancora – per me significa tantissimo, specialmente dopo l’infortunio che mi aveva ricacciato indietro. Prima di farmi male (al Roland Garros del 2022, ndr) stavo giocando il miglior tennis della mia carriera, quindi sono felice di aver ritrovato questo livello, che mi permettere di avere la chance di lottare per i titoli più importanti. Lo scorso anno, quando si parlava di candidati per vincere un torneo del Grande Slam, non ero fra i giocatori da prendere in considerazione. Ora lo sono”.

Come detto, in semifinale per Zverev ci sarà Medvedev. Solo nel 2023 l’ha affrontato sei volte e ha perso cinque sfide, ma non ne fa un dramma. “Un sacco di quegli incontri sono stati estremamente combattuti,  decisi dal fatto che lo scorso anno lui fosse davvero in fiducia, perché stava giocando il miglior tennis della sua vita, mentre io tornavo dall’infortunio, quindi senza la giusta abitudine a gestire certe situazioni. È stato così a Indian Wells, a Monte Carlo. Senza dubbio è un avversario davvero difficile da affrontare, è uno dei giocatori più forti del mondo. Ma sono felice della posizione in cui mi trovo e venerdì farò il possibile per provare a vincere l’incontro”.

DANIIL MEDVEDEV

“Sono molto felice e fiero della vittoria, perché ogni volta che mi ha concesso una piccola chance me la sono presa. Contro Hurkacz è molto importante, perché non ne concede molte. Ho servito abbastanza bene, anche se quando gioco contro di lui ho l’impressione che il mio servizio non lo infastidisca tanto quanto succede con altri giocatori. Credo che altri non amino giocare con me: servo molti ace, non è semplice strapparmi il servizio. Hurkacz invece risponde praticamente sempre”.

Il fatto di aver raggiunto la semifinale pur subendo 18 break nel corso del torneo è positivo. Vuol dire che ho trovato comunque un modo per riuscirci. Tuttavia, credo che la situazione dipenda anche dal campo. Sulla Rod Laver Arena c’è un lato controverso: non vorrei sbagliare, ma oggi ogni volta che ho perso il servizio l’ho fatto da quel lato. Da lì, a meno che uno serva a 220 come Hurkacz, diventa difficile perché l’avversario è facilitato in risposta, e può subito mettere pressione. Perciò, la statistica dei 18 break subiti non mi spaventa, specialmente visto che sono riuscito sempre a vincere. Non sto servendo male”.

“Dopo partite come queste sono sempre distrutto, ma col mio team riusciamo sempre a fare un ottimo lavoro per recuperare le energie. Un giorno di riposo è sufficiente per arrivare al cento per cento al match successivo. Tuttavia, noto che ci sono giocatori che anche dopo battaglie così lunghe, terminate al quinto set, quando rientrano negli spogliatoi sono molto più freschi di me. Hurkacz è uno di questi. È un aspetto al quale dovrei dedicare più attenzione, e non so se sia dovuto al fatto che ho iniziato a comportarmi da vero professionista solo a 22, 23 anni. O magari è una questione di genetica, di metabolismo. Non saprei. Quello che so è che dopo partite simili sono molto più stanco rispetto ad altri. Anche se tutti lavoriamo duramente allo stesso modo”.

“Campo lento o veloce? Difficile dirlo. Io lo trovo rapido, ma tutto dipende dalle palline, che sono dei veri e propri proiettili. Credo stiamo provando a lavorare per allungarne la durata, ma direi che non ci sono riusciti. Quando sono nuove risultano difficili da controllare, basta poco per tirare fuori di metri. Tuttavia, quando affronti un avversario che ti obbliga a scambiare di più, bastano tre o quattro game per consumare completamente le palline. Quindi colpire vincente diventa più complicato e le condizioni rallentano. Secondo me la chiave è quella: c’è una differenza enorme fra palline nuove e usate, anche se solamente per pochi game”.

Visto come Sinner sta giocando, se devo essere onesto al 100%, non saprei chi preferirei affrontare in una ipotetica finale. Novak le ha vinte tutte qui, ma Jannik non ha ancora perso un set. Non saprei proprio. Mi auguro che la loro semifinale possa durare 7 ore e mezza, e finire 30-28 al tie-break del quinto set, così magari il vincitore arriva a domenica un po’ stanco. Sicuramente sarà una grande partita, anche dopo la rivalità nata lo scorso anno fra le [Nitto] ATP Finals e la Coppa Davis, e cercherò di godermela anche io. Sarò impegnato a preparare la mia semifinale, ma se avrò tempo guarderò la loro sfida”.

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