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"Non ho una macchina. Non prendo ferie. Non ho una casa. Voglio essere in grado - dice l'inglese - di sostenere la mia famiglia in ogni modo possibile. Se l'opportunità c'è, voglio non dovermi preoccupare per il resto della mia vita. Non voglio lavorare fino a 70 anni, soprattutto quando ho sacrificato 25 dei primi 29 anni della mia vita per lo sport"
06 luglio 2023
Per gli inglesi, la storia del giorno è la sua: Liam Broady, 29 anni, 142 Atp (con un primato personale di 116), elimina in cinque set Casper Ruud e provoca la prima grande sorpresa - almeno in termini di classifica - del torneo maschile. Sorpresa molto relativa, invece, se pensiamo alle caratteristiche dei due giocatori e alla superficie, particolarmente indigesta per il norvegese.
"Il nome stesso del Centre Court mette ansia, tensione. Perché poi non è che il campo 1 sia così diverso. Poi, quando ho visto che davvero potevo vincerlo, questo match, allora l'ansia è cresciuta. La cosa più difficile, quando giochi su un campo come questo, è riuscire a battere i tuoi fantasmi, prima dell'avversario". Per Liam questa vittoria ha anche un valore economico di un certo peso. "131 mila sterline, non male per un giorno di lavoro. Ma se guardo allo scorso anno, a fine anno non è che mi sia rimasto molto, dopo aver pagato le tasse. Occasioni come questa aiutano ad andare avanti, a pagare uno staff, a investire su se stessi".
Il successo è anche l'occasione per parlare dell'avversario e delle sue attitudini: "Ruud è uno che ha già fatto delle finali Slam, e non dovrebbe pensare di non essere competitivo sull'erba. Guardate Nadal, tutti pensavano all'inizio che avrebbe faticato, poi ha vinto due volte Wimbledon. Certo, devi crederci tu per primo, ma chi ha fatto una finale Slam non può dire di non essere abbastanza forte o abbastanza adatto a una certa superficie. Si tratta solo di convicersi e capire che si può fare".
Infine, uno sfogo confessione: "Non ho una macchina. Non prendo ferie. Non ho una casa. Voglio essere in grado di sostenere la mia famiglia in ogni modo possibile. Se l'opportunità c'è, voglio non dovermi preoccupare per il resto della mia vita. Non voglio lavorare fino a 70 anni, soprattutto quando ho sacrificato 25 dei primi 29 anni della mia vita per lo sport. Non ho avuto una vita. Voglio essere in grado di vedere qualcosa per quel sacrificio, a dire il vero".
CASPER RUUD
Il diritto di Ruud, arma letale sulla terra battuta e sul cemento, non lo ha salvato da una clamorosa eliminazione sui prati di Church Road. Il norvegese ha subito una dura sconfitta per mano della wild card britannica Liam Broady (6-4 3-6 4-6 6-3 6-0 lo score): mai prima d'ora aveva perso contro un avversario classificato n.142 del ranking Atp. E pensare che, in vantaggio per due set a uno, sembrava che Casper fosse destinato a raggiungere per la prima volta il terzo turno ai Championships.
“Prima di tutto penso che Liam abbia giocato molto bene e ha sicuramente meritato la vittoria. Ho iniziato bene, poi ho fatto un po' di confusione e ho perso il primo set, ma mi sono ripreso e ho vinto il secondo e il terzo. Nel quarto mi ha strappato subito il servizio e non sono riuscito a riprendermi. Nel quinto lui era semplicemente dominante. Ma, tutto sommato, credo che sia stato un buon Wimbledon per me. Il migliore della mia carriera finora. Giocare sul centrale è stato fantastico”.
A 29 anni, sul Centre Court di Wimbledon, Broady ha giocato il match della vita chiudendo con un splendido rovescio vincente lungolinea che gli ha permesso di festeggiare la prima vittoria in carriera su un Top 5. “Non c'è dubbio che lui sia un giocatore molto più bravo di me sui campi in erba. Ha più esperienza. I suoi colpi sono più efficaci sui prati e probabilmente si muove anche meglio. Avrete visto che a volte scivolavo, perdendo l'equilibrio. Ha un servizio mancino molto efficace che è difficile da gestire, soprattutto sull’erba. E poi credo sia davvero bello vedere negli Slam che giocatori provenienti dalle qualificazioni o wild card riescono a fare risultati importanti una volta che hanno l'opportunità di giocare sul grande palcoscenico. Per Liam, che gioca in casa, sono certo che questa sia stata una vittoria da ricordare. Spero che possa continuare a giocare e avere un buon rendimento qui a Wimbledon. Se continua così credo che abbia buone possibilità di raggiungere i top 100 entro l’anno".
Interrogato sulle sue possibilità future di migliorare la sua performance sull’erba, il n.4 norvegese ha spiegato il motivo della sua difficoltà: “Il problema è che uso molto le gambe, soprattutto quando colpisco il diritto. Spingo molto con la gamba destra. Poi, quando atterro, sono abbastanza rapido a recuperare l’equilibrio ma ogni volta che provo a farlo sull'erba, ho la sensazione che quando atterro e voglio tornare indietro, rischio di scivolare e di fare una brutta caduta. Non riesco a giocare gli stessi colpi che faccio sul cemento o sulla terra battuta. Sono un po' titubante e a volte non riesco a colpire come vorrei. Ho molta paura e devo fare molti più passi. Non è una scusa, intendiamoci, è solo come mi sento. Devo solo cercare di migliorare. Forse l'anno prossimo dedicherò più giorni ad allenarmi sull'erba prima di Wimbledon rispetto a quest’anno. La stagione è così lunga, ci sono così tanti tornei, che ora mi dimentico subito dell’erba ma, ovviamente, guarderò la finale. Comunque, non vedo l'ora di tornare qui l'anno prossimo”.
Chi invece l’equilibrio non lo ha perso è il veterano di ferro Stan Wawrinka, che ha regolato l’argentino Etcheverry in quattro parziali (6-3 4-6 6-4 6-2) raggiungendo così il terzo turno a Wimbledon per la prima volta dal 2015 dove troverà ad attenderlo Novak Djokovic.
Sarà la nona sfida tra i due negli Slam, ma la prima ai Championships. “Penso che sia fantastico poterlo affrontare almeno una volta qui sull’erba. Non credo di avere chance di vincere Wimbledon. Sono solo felice di aver vinto anche oggi. Penso che sia stata un grande match. Sto migliorando di partita in partita e, come ho detto, sarà un onore giocare contro Novak qui. Spero di essere competitivo ma, se guardiamo ai risultati recenti, non ho molte possibilità. Certo, c’è stato un tempo della mia carriera in cui stavo giocando a un livello così alto che sapevo che anche contro Novak negli Slam ero in grado di vincere. Ero fisicamente pronto a competere con lui e agli Open di Francia e agli US Open ho disputato partite straordinarie, probabilmente le due migliori della mia carriera… ricordi bellissimi”.
Parlando di ricordi, per Stan c’è anche l’occasione di guardarsi indietro, al quarto di finale perso a Wimbledon in cinque set contro Gasquet nel 2015: “Che rimpianto! Uno dei più grandi della mia carriera, e non perché credo che in quel momento avrei potuto vincere il torneo, ma semplicemente perché avrei voluto giocare quella semifinale contro Novak subito dopo il Roland Garros. In quel periodo stavo giocando il mio miglior tennis e chissà come sarebbe andata a finire”.