-
Slam

Holger ferito, dolorante, falloso e sconfitto sul campo, vince fuori…

Rune, numero 4 del mondo, battuto troppo nettamente da Carballes Baena, ritratta la polemica sul campo 5 dov’è stato relegato “per far spazio sui campi maggiori agli americani”. E poi dice: “Un atleta pro deve gestire i piccoli infortuni e gioca lo stesso”

di | 29 agosto 2023

Holger Rune in azione (foto Getty Images)

Bisogna sapere perdere e lui, Holger Rune, il “bad boy” con la faccia d’angelo, il nuovo Connors che cancella match-point e segni dell’avversario sul campo, lui che, pur così giovane, non ha paura di utilizzare il pubblico, anche aizzandolo, sa anche perdere. Avevamo ipotizzato che succedesse all’esordio agli Us Open, alla luce delle ultime prove, della stagione dura e degli acciacchi che gli partono dalla schiena e, con quel gioco di potenza su una struttura fisica non ancora ultimata si irradiano in tutto il corpo, rendendolo più titubante e certamente meno efficace.

Che cadesse contro Roberto Carballes Baena, pur rinvigorito dalla presenza in tribuna di David Ferrer, è stata la vera sorpresa, anche se lo spagnolo è un po’ la sua bestia nera - l’ha battuto per la seconda volta in tre confronti ATP -, perché il 30enne di Tenerife è giocatore solido e completo ma non fa male ed ha dovuto solo ribattere una palla di più di là del net. Perciò la sconfitta è stata talmente senza storia che solo nel terzo set a match ampiamente compromesso, il 20enne danese ha chiesto aiuto al fisioterapista per un dolorino “dietro il ginocchio”, ma poi è stato onesto e bravo, soprattutto nel post gara. Auto-silenziando la polemica che lui aveva innescato nel pre-partita, offeso per non aver avuto gli onori di un campo principale. E scrivendo il manifesto del vero pro.

Holger Rune al servizio (foto Getty Images)

RETROMARCIA
Nervoso, nervosissimo, oltre che per i problemi fisici che si trascina da tempo anche per lo scatto dei rivali diretti Alcaraz e Sinner nei grandi tornei. Affatto tranquillizzato dalla classifica che l’ha elevato al numero 4 solo in funzione dei risultati di 12 mesi fa, alla vigilia dell’esordio agli US Open (quarto ko di fila dai quarti di Wimbledon contro Carlitos), Holger ha protestato su Twitter con gli organizzatori che l’hanno relegato sul campo 5, lontano dai riflettori della Grande Mela. E a TV2 ha amplificato la polemica suggerendo: “Due manager ATP hanno qualcosa contro di me”. Senza comunque specificare nomi e circostanze.

Ma, quando la partita è finita, è stato perfetto, ha stretto convinto la mano all’avversario concedendogli gli onori del trionfo: “Ha giocato una partita molto, molto solida, ha meritato di vincere. Io ho avuto una battuta d’arresto, dopo Toronto e Cincy dove mi sono dovuto ritirare e non ho fatto la giusta preparazione. Non ho avuto tanti match perché il mio corpo non me lo permetteva e quando non hai il ritmo col tuo corpo…. E’ dura, non è quello che speri entrando in un torneo così, non sono soddisfatto del risultato e del mio tennis. C’è solo una soluzione ed è il lavoro”.

URRA’ FUORI CAMPO 
Dopo i 43 errori gratuiti da suicidio, la vittoria vera Holger l’ottiene fuori dal campo, quando i media lo stuzzicano sulla polemica sul court dov’ha giocato: “La differenza fra i campi fuori e quelli maggiori è che è più difficile giocare, è diverso, sei più vicino alla gente, anche se c’è una bella atmosfera e in realtà non c’è nessun problema. E’ solo che non mi aspettavo di giocare lì. Più sali in classifica, più ti fanno giocare in condizioni migliori, questo è il sistema normale dell’ATP coi giocatori ma qui con me non l’hanno fatto. Di certo però se ho perso non me la prendo col campo”.

Anche se, conoscendolo, ha chiesto spiegazioni a chi di dovere: “Mi hanno risposto che tutti sappiamo dove ci troviamo e che devono mettere gli americani sui campi più grandi. Ci sono abituato anche a Parigi, rispetto la decisione al 100%. Anche se qui esagerano: sui campi maggiori mettono solo gli americani”.

Holger Rune colpisce di diritto (foto Getty Images)

RILANCIO
Fosse stato un altro torneo e non l’ultimo Slam della stagione, Rune avrebbe forse rinunciato? “Non considero mai di non giocare un torneo anche se sono dolorante. Certo, se so che l’infortunio è davvero pericoloso non gioco, ma sono anche quel tipo di persona che non controlla tutto quello che fa un po’ male. Non sto a farmi test su tutto ogni volta. Penso che sia normale che un atleta pro controlli continuamente il suo corpo e sappia che ha qualche dolorino qua e là, ma deve imparare a conviverci e a gestire la situazione, deve abituarsi anche al dolore e andare avanti”.
Un vero vikingo.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti