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Un’altra prestazione maiuscola del tennista romano che schianta Zverev e torna negli ottavi dove troverà Alcaraz
di Francesca Paoletti | da Wimbledon | 09 luglio 2023
Un ace pesante, un sorriso leggero. Matteo Berrettini ha chiuso il suo match con Alexander Zverev con il suo colpo simbolo, scagliato con sicurezza e violenza, a scacciar via oramai definitivamente tutte le paure e le incertezze degli ultimi mesi.
Con il 63 76 76 rifilato al tedesco, numero 19 del seeding, il tennista romano torna negli ottavi di finale del torneo di Wimbledon, e nella seconda settimana di uno Slam per la decima volta in carriera. Un match senza sbavature, malgrado un avversario pericoloso e una sospensione per pioggia che interrotto per qualche minuto la magia: “Nel primo game ho sentito un po’ la tensione – spiega nel corso della conferenza stampa - da tempo non giocavo su campi così grandi. Sono partito lento ma poi ho ingranato bene anche perché so che su questa superficie posso infastidirlo. A metà secondo set ho sentito che le cose stavano cambiando e che entrando nello scambio mi sentivo superiore. Fisicamente mi sento meglio di come mi aspettassi”.
Nei tre match disputati fino ad ora Berrettini non ha mai perso il servizio – 54 turni di battuta consecutivi - e oggi con Zverev ha concesso, e salvato con autorità, una sola palla break: “Avere un’arma del genere mi tranquillizza – ha spiegato - anche se poi dipende sempre da come approcci la partita, devi sentirti bene per far funzionare quell’arma. Il servizio esterno sull’erba è importante ma la chiave credo sia stata la capacità di variarlo spesso e non dare riferimenti… se poi riesci a farlo sul match point meglio così”.
E così, nel torneo dell'"adesso devo solo avere pazienza, adesso devo andare piano", Matteo scatta veloce verso un quarto turno che lo opporrà al numero 1 del mondo Carlos Alcaraz: “E’ impressionante sotto tutti i punti di vista - l’analisi dell'azzurro -; ovviamente lo è tennisticamente, non sarebbe il numero 1 del mondo altrimenti, fisicamente… io alla sua età pesavo 15 kg di meno... e per la maturità. Ma la cosa che mi colpisce di più di Carlos è il modo in cui gestisce le cose. Non sono mai stato numero 1 ma ho avvertito anche io la pressione e non è stato facilissimo gestirla… eppure ho 7 anni di più. Lui invece ha sempre il sorriso sulle labbra, è sempre felice di stare dove sta e per questo lo considero un esempio per le nuove generazioni e per le persone che ci guardano. Non è mai triste, qualche volta si lamenta su qualche palla, ma sempre felice, sempre sorridente”.
Dopo 5 giorni consecutivi di match Matteo domani osserverà il primo giorno di riposo del suo Wimbledon: “Giocare cinque giorni di fila – ha dichiarato nell’intervista a fine match - non è nulla se penso a tutti quelli che ho passato nel letto a piangere perché non potevo giocare. Tutto questo mi è mancato, moltissimo”.