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Provato delle 4 ore di battaglia con Prizmic (e non solo), il numero uno del mondo loda il baby croato. “Mi ha impressionato – dice –, per mentalità, approccio e tennis”. Novak non è al cento per cento, ma non ne fa un dramma. “Vedremo come starò domani e valuteremo se cancellare l’allenamento. Il giorno di riposo aiuterà”
14 gennaio 2024
A Novak Djokovic non era mai capitato di rimanere in campo oltre 4 ore per un match di primo turno di un torneo del Grande Slam. Il qualificato croato Dino Prizmic l’ha impegnato (molto) più del previsto, contribuendo a uno show memorabile, ma alla fine il risultato ha detto 6-2 6-7 6-3 6-4 per il più forte, promosso al secondo round. “Da qualche giorno – ha detto Djokovic in conferenza stampa – non sono al meglio, ma va così. Posso solo convivere con la situazione e provare comunque a fare il massimo. Stasera ho avuto un avversario incredibile: per avere solo 18 anni ha giocato con grandissima maturità. Non ha mai mollato e mi ha impressionato: per approccio, mentalità e gioco. Se riuscirà a continuare di questo passo, davanti a sé ha un futuro radioso”.
Secondo Djokovic, il dover affrontare un giocatore del suo calibro ha pesato nella mente di Prizmic soltanto all’inizio, poi il croato si è rilassato ed è venuta fuori una grande partita. “Credo che all’inizio, specialmente per un giocatore giovane come lui, sia impossibile non badare alle statistiche che leggono all’ingresso in campo. Infatti inizialmente era nervoso, ha commesso qualche doppio fallo. Ma poi mi sono reso conto che ha iniziato a sentirsi a proprio agio: sbagliava meno e la partita è diventata molto fisica. A un certo punto ho avuto la sensazione di giocare contro la mia persona riflessa in uno specchio. Ha una difesa incredibile, specialmente dal lato del rovescio. Ha tutti i colpi che servono per eccellere ma ciò che più mi ha colpito è la sua condizione fisica. E la mentalità: non è sceso in campo per fare bella figura, ma per vincere”.
Come accennato, da qualche giorno il 24 volte campione Slam non si sente al top, il che potrebbe cambiare la sua routine nei giorni di riposo fra una sfida e l’altra. “Domani – ha spiegato – parlerò col mio team, per valutare se saltare l’allenamento in campo. Magari potrei svolgere solo del lavoro leggero in palestra, qualche esercizio per tenermi in forma. Lo scorso anno, siccome ero infortunato, non mi sono mai allenato fra un match e l’altro. Sicuramente il giorno di riposo, dopo una sfida di quattro ore, è molto utile. Vedremo come mi sveglierò domani e poi valuteremo come muoverci”.
In chiusura di conferenza stampa, “Nole” ha anche detto la sua sulla nuova policy che offre maggiore libertà di movimento agli spettatori, permettendo loro di non attendere il cambio di campo per prendere posto. “Capisco – ha detto – che la ragione sia quella di migliorare l’esperienza degli appassionati, in fondo è per loro che giochiamo. Ho sentito Tiafoe dire che anche nel tennis dovremmo permettere al pubblico di muoversi come negli altri sport. La vedo diversamente. Per tutta la carriera sono stato abituato a un certo tipo di atmosfera, e quando questa viene meno diventa una forma di distrazione. Oggi abbiamo perso parecchio tempo ad attendere che gli spettatori si sedessero. Se mi metto nei panni degli organizzatori, capisco la volontà di non far attendere a lungo gli spettatori. Ma non so se sia questa la regola giusta”.
MARIA SAKKARI
“Sono super soddisfatta di questa vittoria, visto che nei tornei del Grande Slam arrivavo da tre sconfitte consecutive al primo turno. Ero nervosa prima dell’incontro, mentre ora mi sento sollevata. Ho sicuramente giocato meglio alla United Cup, ma in generale sono soddisfatta del tennis espresso negli ultimi due mesi. Anche perché ho apportato al mio gioco alcune modifiche che stanno funzionando. Ho lavorato duramente, più che mai, ho cambiato il mio diritto per renderlo ancora migliore e ho anche scelto una nuova racchetta, ideale per il mio gioco. Mi auguro di poter presto raccogliere i frutti dell’impegno”.
AMANDA ANISIMOVA
“La parte più difficile di tornare a giocare dopo mesi di stop? Trovare l’equilibrio giusto negli allenamenti: capire quando si può spingere di più e quando invece serve più cautela, per prevenire possibili problemi. Non ho toccato una racchetta per quattro mesi, poi a settembre ho deciso che era il momento di riprendere. Dal punto di vista del gioco è stato come se non mi fossi mai fermata, mentre ho dovuto lavorare fisicamente per ritrovare la condizione. Ma l’ho fatto, sto bene e sono felice”.
“Sono molto contenta di questa vittoria. Mi aspetto molto da me stessa, anche se vincere o perdere in realtà non è la cosa più importante. Se avessi perso sarei rientrata a casa e avrei ripreso ad allenarmi. Sono qui per godermi il percorso e vedere fin dove posso arrivare, prenderò tutto ciò che arriverà. Rispetto a prima dello stop mi sento molto più fresca: mi godo gli allenamenti, mi godo le partite. È una bella sfida e l’ho scelta io. A casa sono stata bene: ho trascorso tempo con gli amici e avuto una vita normale, mentre quando viaggio soffro la lontananza da casa. Del tennis non mi è mancata la parte del lavoro quotidiano, ma vincere partite rimane una sensazione bellissima, così come vivere questo ambiente”.