Esordio più complicato del previsto per Carlos Alcaraz e per il 28enne russo che vincono i loro match in quattro set. I due ex campioni dello Us Open avanzano così al secondo turno e in conferenza stampa parlano del loro rapporto con la Grande Mela
28 agosto 2024
Non è tra i primi 3 favoriti dell’ultimo Slam stagionale. A Toronto e Cincinnati è sempre uscito all’esordio, ma sottovalutare uno come Daniil Medvedev sarebbe un grande errore. Prima di tutto perché il 28enne russo sa come si vince questo torneo (lo ha fatto nel 2021) e poi perché dal 2018 a oggi, nessuno ha vinto più partite o raggiunto più finali sui campi in cemento del numero 5 del mondo. Dopo Novak Djokovic, Daniil è il tennista in attività che ha raggiunto più finali Slam di qualsiasi altro giocatore ancora presente in tabellone.
Sceso in campo sul Louis Armstrong Stadium, Medvedev ha battuto in quattro set (6-3 3-6 6-3 6-1) il serbo Dusan Lajovic in un match durato 2 ore e 33’. Un match che si stava complicando e che il russo ha vinto grazie a 14 ace e 39 vincenti e ad una percentuale di punti ottenuti con la prima palla di servizio del 76%. “Partita difficile oggi - ha esordito in conferenza stampa Medvedev - e Dusan ha giocato davvero bene, soprattutto nei primi due set. Sono contento di essere riuscito a mantenere il mio livello. Nel terzo e quarto set lui è calato un po’ e io sono riuscito a giocare sempre meglio”.
La prima domanda per il russo in conferenza stampa non poteva che essere sulle condizioni climatiche, visto che lo scorso anno, durante un cambio campo del match contro il connazionale Rublev, il russo aveva pronunciato la frase choc: ‘Un giocatore morirà e poi vedranno’. “New York può essere brutale ma probabilmente dipende più dall'umidità che dal caldo in sé. Ho visto che domani sarà il giorno più caldo, quindi probabilmente è una fortuna giocare giovedì. Per chi giocherà alle 12 o alle 13 non sarà facile. Ma anche oggi faceva caldo. Dopo uno scambio di 32 colpi era come se, anche durante il punto, non riuscissi quasi più a muovermi. Ma ho pensato: ‘Ok, siamo entrambi nella stessa condizione’. L’importante è tenere l’asciugamano pieno di ghiaccio, bere molta acqua e poi combattere. Ma oggi è stato sicuramente molto più facile rispetto all'ultima volta con Rublev”.
E sulle sconfitte pre Us Open non ci sono eccessive preoccupazioni: “Mi sono preparato molto bene visto che ho perso subito a Cincinnati. Ho potuto allenarmi come non avevo mai fatto dopo Wimbledon visto che sono stato due o tre giorni a casa prima delle Olimpiadi, poi subito a Parigi e Montreal. A Montreal e a Cincinnati sapevo di non aver espresso il mio miglior tennis… capita. Qui sono riuscito a tornare a vincere e cercherò di farlo molte altre volte”.
Il numero 5 del mondo ha anche parlato di Jannik Sinner: “Mi piace quello che ha detto Taylor (Fritz, ndr): 'Solo lui sa cosa è successo esattamente, noi no'. Spero che la situazione possa essere trattata allo stesso modo per ogni giocatore, che tutti possano difendersi. Sul tema doping quello che mi fa paura è ricevere un'e-mail che per esempio dice: ‘Guarda, c'era della cocaina nel tuo sangue’. E se non sai come ci è finita, vieni sospeso. Questa è un po' la parte complicata, ma è così che sono le regole".
L’urna non poteva regalare esordio più agevole a Carlos Alcaraz che, sull'Arthur Ashe Stadium, ha trovato il qualificato 28enne australiano Li Tu, un giocatore che - al di là della sua storia commovente - non ha ancora ottenuto una vittoria in singolare quest'anno nel circuito Atp. Se si pensa che il 21enne spagnolo, numero 3 del ranking Atp, ha vinto l'85% dei suoi incontri quest'anno sul Tour, si ha la misura della disparità del confronto.
Per questo il campione di quattro Slam (tra cui gli US Open 2022) è sembrato un po’ disorientato quando ha faticato più del previsto per chiudere (6-2 4-6 6-3 6-1 in 2 ore e 42’) e accedere così al secondo turno: “Adoro giocare qui a New York - ha detto Alcaraz a caldo in campo dopo la partita -. È uno dei palcoscenici più elettrizzanti dove giocare. Per me è un grande onore essere ancora una volta qui”.
“Prima di tutto - ha proseguito - sono molto contento di aver superato il turno e di avere la possibilità di migliorare nel prossimo. Mi sentivo a mio agio in campo e penso di aver colpito bene la palla. Devo migliorare alcune cose se voglio continuare ad andare avanti nel tabellone, ma ovviamente va dato credito anche al mio avversario che ha giocato davvero un buon tennis e oggi mi ha sorpreso un po' nel secondo set. Ma ho lasciato il campo davvero soddisfatto della mia prestazione”.
Proprio a chi gli chiedeva conto di quel secondo parziale perso, il 21enne di Murcia ha risposto così: “Nel primo set ho commesso solo due errori non forzati, nel secondo ne ho commessi 18: è stata questa la principale differenza. Lui ha servito meglio, è stato più aggressivo e non ha commesso più molti errori come all’inizio”.
L’allievo di Juan Carlos Ferrero è poi tornato a parlare del suo speciale rapporto con la Grande Mela: “Qui a New York è tutto pazzesco. Il pubblico ti dà un'energia che probabilmente non senti in altri campi. È un privilegio poter scendere in campo ancora sull'Arthur Ashe e ogni volta che gioco qui, cerco di divertirmi il più possibile perché è una sensazione unica farlo davanti a un pubblico eccezionale. Cerco di non pensare alle dimensioni dello stadio e di concentrarmi solo sul fatto che le dimensioni del campo sono le stesse ovunque”.
Infine, sulla rivalità con Novak Djokovic. “Ogni volta che ci siamo affrontati abbiamo giocato un tennis di altissimo livello. Match belli e intensi. Ma fuori dal campo abbiamo un'ottima amicizia e parliamo molto negli spogliatoi quando ci incrociamo. Una volta entrati in campo però, non ci sono amici nel tour. Ma dopo il match ho un ottimo rapporto con molti giocatori, e uno di loro è certamente Novak”.