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Padel

“Next Gen” Cassetta, il futuro del padel italiano

Fresco di primo titolo nel Circuito Slam by Mini, il torinese è l’unico under 23 italiano a certi livelli, e ha costruito un progetto a lungo termine con Simone Cremona: “Vogliamo fare grandi cose giocando tutti i tornei del World Padel Tour”

di | 09 ottobre 2021

Per avvicinarsi ulteriormente ai giganti mondiali della pala, il padel italiano al maschile deve seguire l’esempio delle donne. Fino a ora, vuoi per ragioni tecniche vuoi per altri pur validissimi motivi, i nostri migliori giocatori hanno sempre puntato soprattutto sull’attività nazionale, sfruttando qualche torneo del World Padel Tour solamente come banco di prova per fare un po’ di esperienza e assaggiare il livello dei più forti. Ma per avvicinarli sul serio è necessario (come fanno le migliori azzurre) orientare l’attività soprattutto in Spagna, giocando con continuità i tornei più importanti del mondo. E pazienza se per il momento certi risultati sono fuori portata e il rapporto costi-benefici lascia tanti dubbi: ci vorrà tempo, ma è solo così – e questo lo ripetono tutti – che si può riuscire sul serio ad accorciare il gap coi migliori.

Il simbolo del cambio di mentalità può diventare Marco Cassetta, il più forte dei nostri under 23, fresco di prima vittoria nel Circuito Slam padel by Mini con Simone Cremona. Il torinese, classe 1999, ha mediamente dieci anni in meno rispetto a tutti gli altri giocatori azzurri di punta, il che si traduce in maggiore freschezza fisica ed esplosività, ma anche più entusiasmo, più fame e più tempo a disposizione per emergere. E per provare a fare del padel giocato una vera professione.

Torinese, classe 1999, Marco Cassetta ha iniziato a giocare a padel nel 2017. È stato amore a prima vista (foto Giampiero Sposito)

Sapere di avere almeno una decina d’anni in meno rispetto agli altri giocatori italiani più forti – dice Cassetta – è un buon punto di partenza. Ma non per questo lavoro meno intensamente: ogni giorno mi impegno come se fosse l’ultimo, per provare a emergere il prima possibile. Quando ho iniziato a giocare a padel la possibilità di fare il professionista mi pareva difficile anche solo da sognare, mentre ora ci credo, e voglio dare tutto me stesso per provare a raggiungere i miei obiettivi”.

Fino a qui, Cassetta ha fatto tutto piuttosto in fretta. Nel 2017 giocava ancora a tennis, da diciottenne classificato 2.8 ma senza particolari ambizioni. Poi un giorno un suo caro amico l’ha portato a giocare a padel e la sua vita è cambiata. “Un colpo di fulmine – continua –, anche perché la mia visione del tennis era tutta tocco e gioco di volo, quindi si sposava alla grande col padel”.

Ha messo subito da parte la racchetta da tennis, e proprio in quel periodo la FIT organizzava un raduno di pre-convocazione per i mondiali juniores di Malaga. Ha fatto un tentativo, ed è finita che non solo è stato convocato, ma gli hanno anche assegnato il ruolo di capitano della squadra guidata da Marcelo Capitani. “È stata un’esperienza fantastica – ricorda – e da lì ho deciso che il più grande obiettivo di ogni mia giornata sarebbe stato quello di diventare un giocatore di padel”. Così è stato.

Da qualche mese Cassetta ha avviato un progetto a lungo termine con il piacentino Simone Cremona (foto Giampiero Sposito)

Al torinese manca un esame per laurearsi in scienze motorie, e completerà presto il suo percorso di studi, in modo da potersi dedicare al padel a tempo pieno. Anche se sostanzialmente lo fa già, dividendosi fra la palestra e i campi del Ruffini Padel Club di Torino, base operativa del progetto a lungo termine inaugurato a giugno con Simone Cremona, da anni uno dei big del movimento azzurro.

I mesi precedenti, invece, il 22enne torinese li ha passati lontano dai campi, fra palestra e sedute di riabilitazione, per recuperare dalla rottura del legame crociato anteriore del ginocchio sinistro, accusata nell’ottobre del 2020 proprio nel torneo internazionale di casa. “È stata dura soprattutto dal punto di vista mentale – continua – perché amo allenarmi, giocare, soffrire in palestra. Per questo, oltre agli esercizi di riabilitazione ho cercato comunque di lavorare ogni giorno sulla parte alta del corpo, in palestra. E mi sono dato tanti piccoli obiettivi in termini di recupero, che mi hanno aiutato a non pensare troppo all’assenza dai campi. Anche perché per evitare ricadute era necessario rispettare alla lettera i tempi previsti”.

Ha fatto fatica, ma ci è riuscito e ora, a circa quattro mesi dal rientro in campo, ha ritrovato forza e reattività, mettendo via il pensiero e concentrandosi a pieno solo per migliorare giorno dopo giorno.

Cremona e Cassetta hanno ambizioni importantissime, da primi 50 della classifica mondiale (foto Giampiero Sposito)

Cassetta e Cremona dividono il campo sempre più spesso, ma soprattutto condividono una mentalità da veri atleti professionisti. “Perché – spiega Marco, che gioca a sinistra – abbiamo lo stesso grande obiettivo di arrivare un giorno a giocare il vero padel, nei tornei che contano. Ci piace il sacrificio, e non ci concentriamo solo sul padel, ma anche su preparazione atletica, dieta, riposo, tutto ciò che fa parte della quotidianità di uno sportivo. Ci stiamo dando dentro: Simone mi raggiunge a Torino 3-4 volte a settimana per allenarci insieme con Raul Rodriguez, che era il mio maestro e ora coordina il nostro progetto comune”.

A livello nazionale Cremona chiuderà a fine 2021 il suo percorso con Marcelo Capitani, che insieme al piacentino ha vinto lo scudetto (e svariati altri titoli) ma dopo una vita da professionista si limita all’attività nazionale, così ha trovato in Cassetta – che fino a qui ha giocato tantissimo con Simone Licciardi – l’alleato perfetto per saziare le sue ambizioni internazionali. “Il nostro obiettivo – dice ancora Marco – non è più su scala nazionale, ma internazionale. Puntiamo, un giorno, ad arrivare a giocare stabilmente nel Cuadro Final del tornei del World Padel Tour, il che significa sostanzialmente conquistare un posto fra i primi 50 del mondo. Sarà lunga e dura, ma ci proviamo. Abbiamo iniziato con i primi tornei del World Padel Tour e qualche appuntamento FIP, e dal prossimo anno giocheremo insieme a tempo pieno”.

Come accennato, la priorità sarà sempre data al circuito internazionale: per una coppia tutta italiana è la prima volta. “L’ideale sarebbe riuscire a disputare tutti i tornei WPT – continua – ai quali affiancare tanti FIP. Ma prima ancora dei tornei sarà importante trascorrere in Spagna più tempo possibile nel corso della pretemporada, da gennaio a marzo. Può diventare molto utile per arrivare al via della stagione nelle migliori condizioni, e preparati per ciò che ci aspetterà".

A inizio ottobre Cassetta e Cremona hanno vinto la quarta tappa del Circuito Slam padel by Mini, a Roma (foto Giampiero Sposito)

Nel frattempo Cassetta e Cremona si sono tolti la prima soddisfazione in coppia vincendo la scorsa settimana la quarta tappa del Circuito Slam padel by Mini, all’Olimpic Padel Club di Roma. In finale hanno superato i due argentini Salandro e Calneggia, apparentemente imbattibili fino a lì. “La finale – racconta – è stata una delle partite meglio giocate da parte nostra. Abbiamo vinto un torneo tosto, con tanti giocatori forti. Simone mi ha aiutato un sacco, siamo stati uniti e sono riuscito a esprimere il mio miglior padel, giocando tranquillo e senza pressioni. Nell’ultimo periodo avevamo perso tanti match per un soffio: a Roma entrambi abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti”.

Gli servirà anche per andare a caccia del primo successo internazionale nei tornei FIP: nel 2021 hanno perso tre finali su tre, l’ultima di recente a Torino, segno che manca sempre meno. “Sentiamo di avere il livello per riuscirci – spiega –, ovviamente fino alla categoria FIP Rise. Mentre farcela più in alto è ancora impensabile, visto che possono partecipare anche i giocatori nei primi 50 del mondo. Ma continueremo a lavorare per arrivare a giocarcela anche contro di loro”.

Dando uno sguardo ai risultati degli ultimi mesi e considerando che ha ripreso a giocare a tempo pieno solo a giugno, Cassetta è di gran lunga uno dei più in forma del periodo. Con il Campionato del mondo (in Qatar) in arrivo a metà novembre, è naturale che ci faccia un pensierino. “In realtà ci penso da un sacco di tempo – ammette –. Nel periodo dell’infortunio era una delle cose che mi ripetevo di più. Sapevo che non avrei fatto in tempo a tornare per gli Europei, ma il sogno di conquistare un posto per Doha mi ha dato tanta forza per tornare in campo il prima possibile. È uno degli obiettivi più grandi di tutti noi giocatori, e mi auguro di poterlo concretizzare presto”.
Ce l’ha già fatta da juniores, ma non è la stessa cosa. Riuscirci fra i grandi avrebbe un sapore molto più dolce. E sarebbe uno step prezioso verso un futuro tutto da scrivere.

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