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Tennis, beach, padel: vince sempre “Principe” Maldini

Da ragazzo ha giocato a tennis a livello internazionale, poi è stato numero uno del mondo nel beach tennis, quindi si è buttato nel padel diventando in fretta 2.1 nelle classifiche nazionali. Quando c’è di mezzo una racchetta, Alan Maldini riesce a reinventarsi in un attimo. E sa sempre come essere protagonista

di | 03 maggio 2021

Dategli una racchetta nella mano sinistra e scegliete la disciplina, Alan Maldini troverà il modo per vincere. Lo racconta la storia sportiva del 44enne di Ravenna, mister versatilità: da ragazzo era un ottimo “B” nelle vecchie classifiche di tennis, poi è stato numero uno e campione del mondo nel beach tennis, quindi da qualche anno ha virato sul padel, diventando immediatamente 2.1 nelle classifiche nazionali. Segno che tipo di gioco, regole, dimensioni del campo, superficie o altri fattori contano zero: quando c’è la classe basta poco per reinventarsi, e il risultato è sempre lo stesso.

Un giovanissimo Alan Maldini sui campi da tennis, negli Anni '90

La serie di transizioni sportive del romagnolo è iniziata a metà Anni ’90: aveva discrete ambizioni nel tennis, tanto che di lui c’è qualche traccia nei vecchi Satelliti (gli antenati dei Futures), ma poi un infortunio piuttosto serio alla spalla l’ha costretto a cambiare i piani.

Non sarei arrivato fra i primi 100 del mondo – dice –, però qualche soddisfazione me la sarei tolta. Purtroppo sono stato costretto a operarmi, ho perso parecchio tempo e il treno buono è passato”. Così ha dato priorità agli studi iscrivendosi alla facoltà di Economia e Commercio a Bologna, e proprio in quel periodo ha scoperto il beach tennis.

Abitando molto vicino al mare – spiega – per noi di Ravenna è normale d’estate passare tanti fine settimana in spiaggia. Quando avevo 18-19 anni iniziarono a comparire i primi tornei, organizzati dai vari stabilimenti, e insieme a qualche amico che come me veniva dal tennis ci scoprimmo subito competitivi. E poi il clima era bellissimo, capitava di giocare in spiaggia davanti a 300 persone: mi dava molta più energia rispetto al tennis, malgrado nel tennis avessi speso anni e anni di impegno”.

Mentre lui iniziava a fare sul serio la disciplina è stata via via regolamentata con l’arrivo della prima Federazione dedicata, poi della FIT e dell’ITF, e il “Principe” (come è soprannominato nell’ambiente) ne è diventato uno dei giganti a livello internazionale. Ha vinto una valanga di tornei nazionali e internazionali, nel 2008 ha raggiunto il numero uno del ranking mondiale e due anni dopo a Roma si è laureato campione del mondo, in coppia con Luca Meliconi. “È stato il coronamento di anni e anni di impegno. Eravamo al Foro Italico, in un palcoscenico incredibile. La più grande emozione della mia carriera”.

Versione beach tennis: Maldini è stato n.1 del mondo

Tuttavia, col passare degli anni l’espansione globale del beach tennis richiedeva sempre più sforzi per restare ai vertici: bisognava viaggiare all’estero e giocare tantissimo, e Maldini iniziava a perdere entusiasmo. “Mi stavo avvicinando ai quarant’anni, con un figlio e tanti impegni di lavoro. Le potenzialità erano ancora buone, ma ero indietreggiato nel ranking, quindi faticavo a trovare compagni di altissimo livello e di conseguenza ottenere certi risultati era diventato più complicato”.

Perciò ha stabilito che ai Mondiali del 2016 a Cervia avrebbe disputato il suo ultimo torneo di beach, e così è stato.

Ma non aveva previsto che di lì a poco sarebbe passato dalla sabbia delle spiagge a quella dei campi da padel. “Pensavo di tenermi in forma con un po’ di palestra e mountain bike – continua – anche se conoscendomi sapevo che non sarei riuscito a rimanere a lungo lontano dall’agonismo. Un paio di mesi dopo l’addio al beach tennis, degli amici mi hanno invitato a giocare a padel, a Ravenna. Mi sono divertito talmente tanto che non l’ho più mollato. Dopo qualche settimana andavo regolarmente ad allenarmi con giocatori sempre più forti, e a meno di un anno dalla prima volta che sono sceso in campo ero già 2.1 nelle classifiche nazionali”.

Una crescita repentina figlia delle basi e dell’esperienza che portava con sé dagli sport precedenti. “La tecnica del tennis si avvicina a quella del padel, e inizialmente mi ha aiutato molto, anche se poi mano a mano che il livello si alza va un po’ sporcata, e bisogna estremizzare certi movimenti. Dal beach tennis, invece, ho ereditato la capacità di leggere la giocata dell’avversario da una distanza ravvicinata. A volte sembra che abbia dei riflessi incredibili, ma tutto parte dalla lettura dei movimenti di chi ho di fronte. Il beach tennis si basa su quello: un ottimo giocatore è quello che si sa muovere mezzo secondo prima, capendo le intenzioni dell’avversario”.

È anche così che ha vinto vari tornei, giocandosela (e talvolta vincendo) con numerosi dei più forti giocatori d’Italia, prima che la famosa spalla gli presentasse di nuovo il conto. “Mi sono dovuto operare una seconda volta nel gennaio del 2020, per una lesione al muscolo sovraspinato. Così ho perso tutta la scorsa stagione, e sono retrocesso alla classifica di 2.2. Ma l’obiettivo è riconquistare subito il mio posto fra i 2.1. A breve inizierà la Serie C (Alan è il numero uno della formazione del Ravenna Padel Center), mentre successivamente riprenderò a giocare tornei con grande regolarità”. Intanto, nel primo torneo giocato quest’anno del suo 2021 è arrivato in finale, lo scorso week-end al The Wall Padel Center di Ravenna, con l’amico Riccardo Sarti. Segno che malgrado lo stop le qualità sono rimaste le stesse.

Eppure, nonostante oggi punti forte sul padel e le emozioni più grandi se le sia prese in spiaggia, la sua più grande passione rimane il tennis. “Il primo amore non si scorda mai – dice – e per me è come una malattia: ogni sera guardo tutti i risultati, di tutti i giocatori italiani. E in tv non mi perdo un torneo. Purtroppo però, anche se mi piange il cuore, non ci gioco quasi più. Quando ho un po’ di tempo libero, oggi, lo concentro sul padel. Mi piace anche seguire i tornei del World Padel Tour, per carpire qualche segreto per migliorare il mio gioco. Con qualche professionista ho avuto anche la fortuna di giocare, nelle gare a squadre”.

Il beach tennis, invece, lo segue dal punto di vista lavorativo, come responsabile commerciale di un’azienda che produce attrezzature sportive, sia per il beach (Max Beach Tennis e HP Beach Tennis) sia per il padel (HP Padel). Il brand lo sponsorizzava quando era uno dei migliori giocatori al mondo, e poi l’ha assunto per valorizzarne la grande conoscenza del settore e dei suoi protagonisti. Non potevano immaginare di essersi affidati anche a un (futuro) protagonista nel panorama nazionale del padel, ma con Alan è così. Quando c’è di mezzo una racchetta il “Principe” lascia sempre il segno.

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