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Padel

Sardegna Open: un veicolo di crescita per il movimento

La tappa cagliaritana del World Padel Tour ha confermato il potenziale enorme del padel, anche dal punto di vista turistico. La presenza di eventi così sul territorio fa un gran bene ai nostri giocatori e sarà fra le chiavi di un ulteriore sviluppo

di | 14 settembre 2021

Nel 2020 era stata una scommessa, resa molto più complicata dalle difficoltà organizzative dovute all’emergenza sanitaria e a tutto ciò che ha comportato. Ma il Sardegna Open di Cagliari, primo evento italiano nella storia del World Padel Tour, si era rivelato comunque un successo e lo è stato ancora di più un anno dopo, confermando la grande fame di padel dell’Italia e ribadendo come la scelta di puntare sui grandi eventi sia una delle chiavi per la crescita dell’intero movimento nazionale. Proprio questo è uno dei tanti temi – sportivi e non – che l’evento ha lasciato in eredità. E che vale la pena approfondire.

IL PADEL COME VEICOLO TURISTICO

Per assistere al torneo, a Cagliari sono arrivati appassionati da ogni parte d’Italia, segno che il padel funziona anche come veicolo turistico. Scontato, dirà qualcuno, ma mancavano le prove. “Riteniamo – ha detto il governatore della Sardegna, Christian Solinas – che un evento sportivo di questa caratura possa contribuire a diffondere l’immagine della nostra Isola nel mondo, e siamo certi che questo possa servire a dare un nuovo impulso al turismo in Sardegna. La nostra Isola ha l’occasione di mettere in mostra tutte le sue bellezze, la sua cultura e delle tradizioni uniche, che questo evento contribuisce a promuovere in campo internazionale”.

Malgrado qualche goccia di pioggia di troppo (ma su quello si può fare poco) i giocatori hanno apprezzato molto la Sardegna, Cagliari e l’evento in sé, e l’augurio è che dopo la capienza ridotta al 25% della prima edizione, e al 50% della seconda, la terza edizione possa giocarsi senza limitazioni. Ci sarebbe il tutto esaurito: cornice degna dello spettacolo che si vede in campo.

PADEL IN SARDEGNA: NON È FINITA QUI

Fra i più felici del successo del Sardegna Open non può che esserci Luigi Carraro, presidente dell’International Padel Federation (FIP), che i campi di Cagliari li ha anche calcati per l’evento “Exclusive Cup”, giocando a fianco dell’ex calciatore Christian Panucci contro gli altri ex calciatori Demetrio Albertini e Nicola Amoruso. Da italiano, Carraro è stato fra gli artefici dello sbarco in Italia del World Padel Tour e durante la conferenza stampa tenuta durante l’evento ha ipotizzato il possibile arrivo di un secondo torneo WPT in Sardegna, il prossimo anno.

“La Sardegna – ha detto – è grande, e chissà che gli eventi non possano raddoppiare. Sicuramente l’Italia sarà fra le grandi protagoniste del futuro del padel internazionale, e nei prossimi anni gli appassionati potranno godere di sempre più sorprese”. A proposito: proprio durante il Sardegna Open è stato confermato che le Cupra FIP Finals (il Master Final del circuito FIP) si giocheranno di nuovo a Cagliari, dal 6 al 12 dicembre al PalaPirastu. Ma stavolta col pubblico sugli spalti.

11 TORNEI, 11 FINALI DIVERSE

L’imprevedibilità del circuito maschile non è più una novità, ma torneo dopo torneo la storia si fa sempre più interessante. Il Sardegna Open è stato l’undicesimo dei diciotto tornei del calendario 2021, e ci sono state undici finali diverse. Una situazione mai vista nella storia del World Padel Tour, che rende estremamente avvincenti tutti gli appuntamenti. È vero che lassù in cima alla classifica ci sono sempre Ale Galan e Juan Lebron, ai quali Cagliari non sembra portare particolare fortuna, ma la situazione è comunque apertissima e ogni torneo lo ribadisce.

In Sardegna è stato il turno di Franco Stupaczuk e Alex Ruiz, dei quali si parlava bene da un pezzo. Erano stati fenomenali a inizio stagione centrando due finali consecutive e battendo le due coppie più forti, poi hanno incontrato qualche difficoltà in più del previsto, ma finalmente è arrivato il loro momento. Chi invece deve attendere ancora è Paquito Navarro: ha vinto almeno un titolo nelle ultime sette stagioni, e nel 2021 con Martin Di Nenno ci è già andato vicino spesso, giocando tre finali. Ma per adesso la gioia più grande è sempre toccata agli avversari.

BELA: DALLA GIOIA ALLA DELUSIONE

Nel 2020 a Cagliari vinse il titolo con Agustin Tapia, interrompendo un digiuno di successi che durava da oltre un anno (tantissimo per chi ha vinto quanto lui), mentre dodici mesi dopo il Sardegna Open si è rivelato indigesto per Fernando Belasteguin. Insieme a Sanyo Gutierrez, la leyenda è uscita di scena già nel primo incontro, perdendo all’esordio per la seconda volta in altrettanti tornei e confermando che in condizioni di gioco all’aperto lui e il compagno fanno (molta) più fatica che nei tornei indoor.

La buona notizia è che i prossimi cinque appuntamenti, a partire dal Master già in corso a Barcellona, saranno tutti al coperto; quella cattiva è che Galan/Lebron hanno guadagnato ulteriore terreno nella classifica Race, volando a oltre 2.500 punti di vantaggio sui diretti inseguitori, che ora devono tenere a bada i tentativi di aggancio sia di Tapia/Lima sia di Navarro/Di Nenno.

IL SET DE ORO DI ORSI/SUSSARELLO

Avere a disposizione dei tornei di alto livello sul territorio nazionale è importante sotto tantissimi aspetti, non ultimo quello dei giocatori, che hanno la possibilità di confrontarsi con i migliori. Nella Pre-Previa erano in tantissimi, e per la prima volta una coppia tutta italiana (Cattaneo/Bruno) ha debuttato nel Cuadro Final di un torneo maschile, grazie a una wild card.

La dea bendata gli ha voltato le spalle spedendoli subito in pasto ai futuri vincitori Ruiz/Stupaczuk (“almeno li abbiamo messi in palla”, ha scherzato Cattaneo), ma qualcosa di buono si è visto comunque. Idem da parte di Cremona/Capitani, protagonisti di un bel match contro Belluati/Garrido, e ancora di più dalle campionesse italiane Orsi/Sussarello, che si sono prese il lusso di strappare il primo set a Brea/Icardo, due che quest’anno hanno vinto due titoli e raccolto meno punti solamente di Sanchez/Josemaria e Salazar/Triay. Non è bastato per batterle, ma è stato come una vittoria.

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