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Quanto successo nel torneo maschile a Riyadh, con cinque delle prime otto teste di serie fuori prima dei quarti di finale, è una vera rarità per il padel. Significa che il divario fra i big e gli altri si sta riducendo, a favore di interesse e spettacolo fin dalle prime giornate. E pazienza se poi a vincere sono sempre gli stessi, da qualche parte bisogna pur iniziare
di Marco Caldara | 02 marzo 2024
A contendersi la finale maschile sono arrivati i soliti noti, e c’è da scommettere che, se ce ne fosse la possibilità, le coppie a lottare per il titolo sarebbero tre invece di due. Ma malgrado l’epilogo del Riyadh Season P1 sia perfettamente in linea con quanto mostrato dal circuito mondiale negli ultimi anni, il torneo che ha inaugurato la stagione 2024 di Premier Padel ha in realtà raccontato una storia molto diversa. Perché l’evento degli Emirati Arabi è stato il torneo delle sorprese e ha dimostrato (aspetto tutt’altro che scontato nel padel di oggi, o di ieri) che le prime otto teste di serie possono anche perdere prima dei quarti di finale. Addirittura, a Riyadh sono arrivate al giovedì solamente le prime tre, poi approdate anche in semifinale, mentre tutti gli altri favoriti hanno salutato la compagnia in anticipo. Per il padel è rarissimo.
Qualche attenuante in soccorso dei big c’è, come il fatto che fosse il primo torneo stagionale dopo la preparazione invernale, peraltro giocato in condizioni davvero rapide che rendono più sottile il divario fra le coppie di punta e le altre. E poi, ora che ha (finalmente) preso forma un calendario unico e ben definito, non tutti i tornei contano più allo stesso modo, quindi anche i giocatori inizieranno a calibrare la preparazione a seconda dell’importanza degli eventi, un po’ come avviene nel tennis nel quale gli Slam fanno un buon 50% della stagione. Ma quanto successo alla Padel Rush Arena rappresenta comunque una netta inversione di tendenza, con una lunghissima serie di aspetti positivi.
Impossibile dimenticare quanto successe la prima volta che il grande padel si presentò in Italia, nel 2022 al Major di Roma. Era parso che il torneo iniziasse solo dal venerdì, perché fino a quel momento le teste di serie passeggiavano e il pathos offerto al pubblico era gran poco. Meno di due anni più tardi, invece, la situazione sembra cambiata. I big restano i big e quando devono sanno fare un altro sport, ma il divario con gli altri (che era enorme) sembra essersi ridotto.
Lo dimostrano storie come quella di Salvador Oria e Ignacio Sager: fra 2022 e 2023, nessuna coppia proveniente dalle qualificazioni era riuscita ad arrivare ai quarti di finale in un torneo Premier Padel. Loro, addirittura, si sono spinti un gradino più avanti prima di fermarsi in semifinale di fronte a Coello/Tapia, dimostrando che fare tanta strada è possibile anche per chi parte da lontano.
Ma di esempi ce ne sono tanti altri: gli italo-argentini Patiniotis e Dominguez in lacrime dopo la vittoria al secondo turno contro Capra-Belasteguin, Javi Rico e Juanlu Esbri che fanno fuori Paquito e Sanyo, e più in generale dei quarti di finale senza le teste di serie numero 4, 5, 6, 7 e 8, ma con la 10, 13, 14 e due coppie non comprese fra le prime 16. E quando gli outsider non vincono, ora sanno comunque far partita, con tutti, obbligando anche i più forti a sudare sin dal primo turno.
Nel femminile c’è ancora un po’ da lavorare, perché il divario fra le prime 8 coppie e tutte le altre è ancora ampio, ma nel maschile la situazione fa ben sperare nell’ottica di un circuito sempre più competitivo. Vedere coppie alla Oria/Sager, capaci di fare strada a (super)sorpresa, può stimolare e dar coraggio a tanti altri giocatori di secondo piano, perché dimostra che invertire la tendenza si può. È un bene non solo per chi gioca ma anche per chi guarda: sapere di trovare delle partite vere sin dal primo turno favorisce l’interesse del pubblico, quindi la vendita dei biglietti delle prime giornate, quindi l’audience in tv e via dicendo. Basti pensare che fino a un paio d’anni fa la trasmissione dei tornei iniziava dal venerdì, mentre oggi ciò che si vede giustifica eccome la decisione di anticipare. Una situazione che può creare un circolo virtuoso per elevare ulteriormente la dimensione del padel.
E pazienza se poi, come successo nel 2023, 27 tornei su 28 finiscono alle prime tre coppie del mondo e la quarta deve fare un miracolo per riuscire a vincere almeno l’ultimo. In futuro si arriverà anche lì, ma anche se il finale (per ora) rimane lo stesso, il copione della storia si può comunque cambiare. E sta cambiando.