-
Padel

L’ora da favola di Giulio Graziotti, con gli applausi di “Bela”

Ha iniziato a fare sul serio col padel solo da 4 mesi, ma tanto è bastato a Giulio Graziotti per arrivare ad affrontare la leggenda Fernando Belasteguin, in Serie A. Un’esperienza da sogno, chiusa con i complimenti del Re e nuove prospettive per il futuro: “Vorrei trasferirmi in Spagna per provare a diventare un professionista”

di | 30 maggio 2021

C’è chi in quattro mesi di padel riesce a malapena a capire come gestire le pareti, e chi invece se li fa bastare per arrivare in campo ad affrontare il più forte di tutti i tempi. È la storia – dai contorni della favola – di Giulio Graziotti, il 22enne romano che sabato nella semifinale di Serie A si è trovato di fronte niente meno che Fernando Belasteguin, il simbolo globale di uno sport in enorme espansione. L’argentino era al Bola Padel Club col suo Orange Acuero Team, mentre Graziotti difendeva i colori del Magic Padel, il club zona Axa Casal Palocco di proprietà dello zio e del padre.

È lì che ha iniziato a giochicchiare a padel qualche tempo fa, ma prima dava soprattutto priorità al tennis, sia come giocatore (è 2.4 nelle classifiche nazionali) sia come istruttore. Solo a fine gennaio ha deciso di provare a fare sul serio con la pala, iniziando a dare qualche lezione e giocando con maggiore continuità. Gli è venuto particolarmente bene, tanto da permettergli di guadagnare in fretta un posto per il team di Serie A, e di regalarsi il week-end da sogno nella sua Roma, impreziosito dalla sfida contro la leyenda.

Fernando Belasteguin: è stato avversario di Giulio Graziotti nella semifinale della Serie A

“Era dalla sera prima della semifinale che speravo di poter affrontare Belasteguin – racconta –, e quando mio zio Corrado (capitano del Magic Padel, ndr) è venuto a dirmi che io a Adrian Biglieri eravamo capitati proprio contro di lui e Simone Cremona, sono rimasto scioccato. Sapevo che sarebbe stato un match impossibile, ma non vedevo l’ora di godermelo”. Il problema è che la loro era la quarta sfida delle quattro in programma, quindi col rischio di cancellazione in caso di 3-0 per l’una o l’altra formazione. L’Orange è andato in vantaggio per 2-0, ma poi Agustin Tapia e Andres Britos hanno fatto il loro dovere nel terzo match, e sul 2-1 il duello col rey è diventato realtà.

Un sogno per Giulio, una passerella o poco più per Bela, che però l’ha affrontata con la solita grandissima professionalità. “È ciò che più mi ha sorpreso – continua Giulio –, perché fin dal riscaldamento ho notato che per Belasteguin era una partita vera. Un comportamento tutt’altro che banale vista la sua enorme superiorità”. L’Arena del Bola Padel Club ha detto 6-0 6-1 per i più forti, ma Giulio quell’oretta con dall’altra parte della rete il “Dio del padel” (parole sue) non la dimenticherà mai. Anche perché si è pure tolto la soddisfazione di vincere qualche bel punto, correndo a pubblicare i replay sul suo profilo Instagram. Come una splendida chiquita incrociata a mezzo dito dalla griglia, tanto precisa da rendere impotente persino “Bela”, al quale non è rimasto che applaudire.

È stato proprio quel colpo uno dei motivi del “qua manita que tienes” (che manina che hai) che il campione di Pehuajó gli ha tributato dopo la stretta di mano, mostrando una volta di più tutta la sua classe. “Per me che gioco a padel seriamente da solo quattro mesi – dice ancora Graziotti – ricevere i complimenti da Belasteguin è stata una cosa fantastica. Mi ha fatto davvero piacere, e si vedeva che le sue parole erano sincere. È stata l’ora più bella della mia vita”.

Giulio Graziotti con l'argentino Mauricio Andrini, una delle bandiere del Magic Padel

La sfida con “Bela” è stata un regalo dell’urna, ma il suo colpo di fortuna Graziotti se l’è guadagnato sul campo. Perché se il Magic Padel è arrivato a giocarsi la semifinale è stato anche merito suo, e delle due vittorie preziosissime nelle prime due giornate, sempre in coppia con l’argentino Mauricio Andrini, bandiera del club da lui trascinato dalla Serie C alla A. Al giovedì hanno firmato il 2-0 nella sfida contro il GFG Sport, mentre all’indomani hanno conquistato il punto decisivo nel duello contro il Misano Padel Team, battendo una coppia sulla carta superiore (Luca Mezzetti e Martin Andornino) e garantendosi l’accesso alle semifinali, e quindi anche l’obiettivo stagionale della salvezza.

E pensare che alla vigilia della Serie A Giulio non era nemmeno sicuro di trovare posto in squadra: si era preparato, ma la panchina del Magic Padel è lunga e non era scontato che ci fosse spazio anche per lui. “Ma non appena mio zio ha visto la rapidità dei campi del Bola Padel Club – spiega –, non ha avuto dubbi. È venuto e mi ha detto che avrei giocato”.

La superficie veloce l’ha aiutato a rendere ancora più incisivo il suo smash, trasformandolo in uno dei protagonisti inattesi di un’esperienza che gli servirà parecchio. “Ci abbiamo messo tutti il cuore – dice –, da noi comuni mortali fino ad Agustin Tapia, che è numero 8 della classifica mondiale ma per cinque giorni è stato a tutti gli effetti uno di noi. Ci tifavamo e sostenevamo a vicenda, con grande attaccamento alla competizione. Ed è stato lo stesso per qualsiasi giocatore presente a Roma, di qualsiasi squadra”.

Tradotto: tutti hanno dato il cento per cento, contribuendo al successo di un evento che a Giulio ha cambiato completamente le prospettive per il futuro. “Ora devo pensare al tennis – precisa –, perché ho firmato un contratto per la Serie A2 (all’SSD Ferratella di Roma, ndr) e la mia professionalità mi impone di onorare l’impegno al massimo delle mie possibilità. Ma una volta terminato il 2021 mi piacerebbe trasferirmi in Spagna, per provare a diventare un buon giocatore di padel. Sarà difficilissimo e ne consapevole, anche perché lo scorso week-end ho visto gente di un altro pianeta. Ma credo sia il momento di provarci, e penso di avere qualche buona carta da giocarmi”. Tipo quella “manita” che ha lasciato a bocca aperta persino Belasteguin.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti