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Padel

Sai alzare un bel 'globo'? Ecco un esercizio per migliorarlo

Nel padel il pallonetto (globo, nel linguaggio tecnico) è un colpo tanto usato quanto prezioso: se eseguito con la giusta profondità, impedisce all’avversario di essere offensivo e permette di passare dalla difesa all’attacco. Per questo, occorre allenato a dovere

di | 02 maggio 2021

Osservando in televisione i professionisti del World Padel Tour è normale restare incantati di fronte allo spettacolo che sono in grado di produrre in fase offensiva. Tirano smash a velocità supersonica, giocano recuperi impossibili da fuori la gabbia e altre magie che per chi non è nato sul campo da padel resteranno sempre un miraggio, tanto che spesso bisogna rivederle più e più volte per capire come il fenomeno di turno sia stato in grado di riuscirci. Ma, anche se il padel moderno è sempre più orientato verso potenza e attacco, la difesa rimane un aspetto fondamentale del gioco, troppo spesso sottovalutato dai giocatori amatoriali, che preferiscono lo spettacolo alla concretezza.

Il motivo è presto detto: come un ragazzino che sogna di fare il calciatore punta a essere Leo Messi, non certo un terzino che macina chilometri e segna poco, un appassionato di padel farebbe carte false per avere l’atleticità di Agustin Tapia, mica la difesa di Sanyo Gutierrez. Eppure, specialmente ai livelli in cui il numero degli errori è ancora superiore a quello dei vincenti, si portano a casa più partite grazie alla difesa e alla capacità di tenere in gioco la palla il più a lungo possibile, aspetto che passa dall’abilità nell’usare le pareti e nell’alzare dei pallonetti (o globo, nel linguaggio tecnico del padel) degni di questo nome.

Proprio il globo è un colpo fondamentale e che tutti dovrebbero saper usare a dovere, perché si gioca con grande frequenza, anche più volte all’interno dello stesso punto, e permette sia di spingere gli avversari lontano dalla rete, sia di prendere l’iniziativa e guadagnare campo, con l’obiettivo di chiudere il punto al volo. Quindi, se eseguito come si deve, da colpo difensivo può tranquillamente diventare un colpo offensivo.
Scontato dire che la buona riuscita di un globo dipende da due caratteristiche: l’altezza e la profondità. In primis la pallina deve scavalcare l’avversario togliendogli la possibilità di eseguire uno smash che metterebbe l’esito del punto nelle sue mani (anche se non tutti si chiamano Juan Lebron, quindi non sempre c’è bisogno di passare i quattro metri), mentre la profondità serve a fare in modo che la pallina si appiccichi al vetro. Così facendo, per l’avversario diventa difficile eseguire un’uscita di parete efficace, e quindi l’inerzia del punto si sposta a favore di chi ha eseguito il globo.

Specialmente su certi tipi di palle è difficile trovare profondità col globo, ma naturalmente ci si può lavorare. Un esercizio utile, da eseguire stando regolarmente in campo due contro due, può essere quello di dividere in due (in orizzontale, posizionando a terra dello scotch o un nastro) la parte di ciascuna metà campo che va dalla linea del servizio alla parete, come da immagine seguente.

Dei due spazi nuovi che si vengono a creare, lungo circa un metro e mezzo ciascuno, quello che arriva fino alla parete diventa il nostro campo, ossia la zona nella quale deve necessariamente rimbalzare ciascun globo per essere considerato valido. L’esercizio consiste in una sfida a punti fra le due coppie, che possono esclusivamente giocare il globo: quando il colpo rimbalza nella zona di campo “valida”, il punto prosegue, mentre quando è troppo corto (o troppo lungo: cercando grande profondità può capitare) viene assegnato un punto alla coppia avversaria. In più, dopo aver eseguito ciascun globo, il giocatore che l’ha eseguito – o entrambi i compagni, meglio ancora – è invitato a scattare fino alla zona evidenziata in giallo (da segnare con l’utilizzo di un cono o simile), in modo da ripetere la corsa in avanti che spesso accompagna un pallonetto ben giocato. Vince chi totalizza prima il numero di punti stabiliti a piacimento: 15, 20, 25, oppure chi si aggiudica un set giocato seguendo il punteggio tradizionale del tennis.

Volendo, se i giocatori in campo si accorgono che l’esercizio risulta troppo complicato e i pallonetti che terminano nella zona stabilità sono troppo pochi per rendere divertente il gioco, nulla vieta di allungare un po’ la parte di campo considerata valida. L’importante è non esagerare, altrimenti mettere il globo in campo diventa troppo facile e l’esercizio perde la sua utilità. Meglio dunque sbagliarne qualcuno in più, ma cercare di trovare quella profondità che serve a diventare immediatamente giocatori migliori.
In fondo, mettere l’avversario in difficoltà significa (potenzialmente) ricevere una palla più facile, e quindi avere una chance migliore di far male col colpo successivo. Nel padel non è sempre vero che la difesa è il miglior attacco, ma da una difesa migliore può sicuramente nascere un attacco più efficace.

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