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Padel

L’energia infinita di Carolina Navarro, ancora al top a 48 anni

Nella settimana che l’ha vista soffiare su 48 candeline, la leggendaria Carolina Navarro si è regalata a Riyadh un nuovo quarto di finale nel circuito maggiore. È la sua trentesima stagione da professionista, ma l’ex n.1 del mondo non molla (supportata dai risultati) ed è sempre più un esempio. “Grata alla vita di questa possibilità: mi piace continuare a reinventarmi ogni giorno”

di | 29 febbraio 2024

Il tabellone luminoso del Centrale della Padel Rush Arena di Riyadh recita 6-1 6-2 in 48 minuti in favore di Bea Gonzalez e Delfi Brea, le “Superpibas” che quando sono in palla (cioè più spesso che non) sanno far sembrare tutto banale. Ma Carolina Navarro ha comunque i suoi motivi per sorridere. Perché a 48 anni compiuti ha appena giocato un quarto di finale nel circuito maggiore, l’ennesimo di una carriera senza precedenti nella storia del padel, in termini di qualità e longevità.

Ne aveva raggiunto uno solo nell’intero 2023 – ad Amsterdam – e nell’anno nuovo ha replicato alla prima occasione utile, nel P1 che in Arabia Saudita ha inaugurato la stagione di Premier Padel. Ce l’ha fatta (di nuovo) alla sinistra di quella Marina Guinart che ha 20 anni meno di lei e potrebbe essere sua figlia. “Se qualcuno mi avesse detto che alla mia età avrei raggiunto un risultato simile – ha scritto sui social la giocatrice di Malaga ma di mamma svedese (paese che ha scelto di rappresentare a livello internazionale dal 2022) – gli avrei dato del pazzo. Sono grata alla vita per la possibilità che mi regala di continuare a competere”.

Il suo è il trentesimo anno fra le professioniste, proprio come quel Fernando Belasteguin col quale ha condiviso tutte le epoche del padel “pro” e decine e decine di successi. Hanno iniziato ai tempi delle racchette di legno e delle pareti di cemento, e da lì sono diventati leggende. Lui è stato numero uno del mondo per sedici anni, lei per nove, cinque dei quali consecutivi naturalmente con la storica partner Ceci Reiter. Ha vinto 12 titoli nazionali, 4 mondiali a squadre con la Spagna e tre di coppia, mentre oggi è “solo” numero 30 della classifica FIP, ben distante dai suoi standard migliori. Eppure, anno dopo anno continua ad allungare la sua carriera dando tutto per rimanere nell’èlite, e di ritiro non ne parla. A giudicare dai risultati fa bene, visto che rimane nel giro grosso e si diverte ancora come i tempi d’oro.

E pensare che la sua carriera nel padel iniziò praticamente per caso. Era il 1992 quando a 16 anni Carolina mollò il tennis per dedicarsi agli studi. Iniziò a giocare per diletto a livello locale, ma vinse talmente tanto che ricevette presto la chiamata di María Silvela, all’epoca numero uno di Spagna. La convinse a trasferirsi insieme a lei a Madrid e tentare la strada del professionismo, e il resto è storia, con trent’anni di successi sotto tutte le etichette. Carolina c’era quando è arrivato il Padel Pro Tour, c’era quando il World Padel Tour ha dato la prima svolta al professionismo, e c’è ancora oggi che Premier Padel ha cambiato dimensione al gioco.

Il padel – ha detto in una recente intervista – è la mia passione. Mi piace giocare, allenarmi, continuare a reinventarmi giorno dopo giorno per affrontare le più forti del mondo in un circuito super esigente. Continuo ad allenarmi per dare il massimo. Non avrei mai immaginato di giocare da professionista per 30 anni, ma fino a quando mi vedo competitiva vado avanti. Quando il mio corpo dirà basta, cambierò i miei piani”.

A proposito di corpo: poter ancora competere a certi livelli a 48 anni compiuti non è roba per tutti. Un segreto ci deve essere. “Geneticamente – ha detto ancora Carolina – sono fortunata, perché praticamente non ho alcun dolore, se non qualche fastidio alla schiena ogni tanto. Ho avuto due gravi infortuni (doppia rottura del crociato del ginocchio, ndr), ma li ho superati entrambi. Però per stare bene lavoro tanto: mi alleno ogni giorno, faccio pilates, fisioterapia, uso la camera iperbarica, mangio sempre come si deve e curo molto il recupero. Dopo ogni torneo non faccio nulla per due giorni, per dare al mio corpo il tempo di riposare”. Piccoli accorgimenti resi necessari dall’età, ma che non costano nulla se in cambio le permettono di essere ancora una signora giocatrice.

Detto che per il momento – a differenza di “Bela” – Carolina non ha ancora fissato la data di scadenza della sua carriera, per il futuro ha già le idee chiare. Aprirà almeno un paio di club, con la sua accademia e una scuola per giocatori di tutte le categorie. E soprattutto dedicherà ancora più spazio, anche all’interno delle strutture, al suo progetto sociale “Palas para todos”, attraverso il quale da anni promuove il padel fra ragazzi con disabilità fisiche e mentali, per favorirne l’integrazione. “Potrò dedicare sempre più tempo all’iniziativa, con l’obiettivo di trasmettere i valori nei quali credo di più”.

Ma per adesso al centro dell’attenzione rimane il padel, con una stagione intensa da vivere al cento per cento. Sarà l’ultima? Non è il momento di pensarci. L’importante è godersela e l’inizio non poteva essere migliore.

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