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Una delle doti che permettono ai big del World Padel Tour di tenere certi ritmi di gioco sono i riflessi, la specialità della casa di una leggenda come Juan Martin Diaz. La sua è una dote innata, ma anche i riflessi si possono allenare, per avere un prezioso alleato in più sul campo. Ecco tre semplici esercizi per migliorarli
di Marco Caldara | 24 aprile 2021
Spesso è normale ammirare i campioni del World Padel Tour senza farsi troppe domande. Giocano a un livello troppo alto per permetterci di analizzare nel dettaglio il loro gioco, idem per provare a copiarne i punti forti. Ma da tanti aspetti che emergono durante un incontro si può comunque prendere spunto per allenarsi. Per esempio, ai ritmi di gioco odierni la palla viaggia fortissimo, quindi è diventato ancora più importante rispetto al passato avere degli ottimi riflessi, per anticipare il gioco di quella piccola frazione di secondo che può fare la differenza.
Nel padel internazionale, se si parla di riflessi il modello indiscusso è da sempre Juan Martin Diaz, l’argentino (naturalizzato spagnolo) che con Fernando Belasteguin ha trascorso tredici anni al comando delle classifiche mondiali, vincendo tutto il possibile. A 45 anni “El Galleguito” non gioca più a certi livelli, e il suo ultimo titolo nel World Padel Tour risale addirittura al Master Final del 2015, una vita fa. Ma quando si parla di velocità di reazione resta – e di gran lunga – il migliore. Lo dimostra ogni volta che scende in campo, tanto che gli avversari hanno capito di evitare di provare a coglierlo di sorpresa, perché non c’è verso.
Quella di Diaz è una dote innata, ma i riflessi si possono allenare, proprio come tutti gli altri aspetti del gioco. Magari non fino a raggiungere la rapidità del mancino di Mar del Plata, capace di respingere con relativa facilità della palle apparentemente impossibili, ma migliorare si può, grazie a degli esercizi tutt’altro che complicati. Eccone tre.
Un esercizio semplice, che vediamo svolgere anche ai padelisti più forti al mondo, è quello di mettersi nei pressi della rete, ma dando le spalle alla rete stessa. Il giocatore dovrà girarsi solo nel momento in cui sentirà la chiamata da parte dell’allenatore, che in contemporanea al suono lancerà la palla. A quel punto, il giocatore deve cercare di eseguire una normale volèe, ma con tempi molto ridotti e senza poter sapere in anticipo se la giocherà di diritto oppure di rovescio. Pertanto, dovrà essere rapidissimo, pena il rischio di mancare la palla o colpirla nel modo sbagliato. Lo stesso esercizio può essere svolto anche da fondo campo, quindi eseguendo un colpo di rimbalzo e non una volèe, oppure alternando l’esecuzione diretta (dopo il rimbalzo a terra, ma senza che la pallina tocchi il vetro) all’uscita di parete. In quest’ultimo caso, chi lancia la palla dovrà attendere un attimo di più per dare il segnale, in modo da ridurre comunque al minimo il tempo concesso al giocatore. È possibile eseguire lo stesso esercizio stando di fronte al maestro, sia nei pressi della rete sia a fondo campo, ma tenendo gli occhi chiusi fino alla chiamata.
Il secondo esercizio consigliato per allenare i riflessi è sempre da svolgere fra maestro e allievo, e nei pressi della rete, la zona del campo dove i riflessi hanno un ruolo importantissimo, visto che la pallina arriva più rapidamente che altrove. In questo caso l’allievo e l’insegnante si trovano uno di fronte all’altro, e il secondo – con la pala – tira delle palline in direzione del primo, a forte velocità, alternando a piacimento fra diritto e rovescio. Il giocatore, senza sapere in anticipo da che parte la pallina arriverà, deve cercare di giocare il maggior numero possibile di volèe, cercando di tenere una certa profondità, aspetto che diventa più complicato quando cala lo spazio per eseguire il colpo. Fondamentale, in questo esercizio, la distanza fra maestro e allievo: più è ampia e più l’esercizio risulta semplice; più è ridotta e più per il giocatore diventa complicato trovare una soluzione a ogni pallina. Pertanto, si può anche partire con una buona distanza e poi ridurla gradualmente, in modo da rendere il gioco sempre più complicato, quindi più utile al fine di allenare i riflessi.
Per il terzo esercizio, invece, è necessario essere in campo in tre, perché viene aggiunto un fattore di disturbo, eventualità che durante una partita di padel capita spesso. Visto che si deve dividere la metà campo con il compagno, in certe situazioni (e specialmente lontano da certi livelli) può capitare anche alle coppie meglio assortite di darsi fastidio a vicenda. Questo esercizio serve per imparare a non badare ai movimenti del compagno, e tenere sempre gli occhi fissi sulla pallina, in modo da essere pronti a eseguire la volèe ideale. Se poi chi gioca con noi anticiperà la nostra giocata, pazienza.
L’esercizio è molto semplice: uno dei due giocatori sta a fondo, l’altro a rete, col maestro nella sua stessa metà campo. Il giocatore a rete esegue una volèe dopo l’altra, cercando di colpire da ogni zona del campo, mentre il maestro ha il ruolo del disturbatore. Il suo compito è quello di inserire la racchetta sulla traiettoria di ogni palla, ma di colpirla solo raramente. Così facendo, il giocatore che deve colpire al volo imparerà a non badare a quello che fa il compagno, focalizzandosi esclusivamente sulla palla in arrivo.
Infine, il consiglio più scontato del mondo: se vi trovate di fronte un giocatore dai riflessi particolarmente sviluppati, evitate di stuzzicarlo troppo. Vien naturale provare a sfidarlo, ma è controproducente. Meglio saperlo in partenza piuttosto che accorgersene strada facendo, a suon di punti persi.