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Padel

I prossimi obiettivi del Sistema Padel, che va sempre più veloce

Il torneo under di Roma, frequentato da ben 340 giovani da tutte le regioni, ha confermato le potenzialità del Sistema Italia di padel, mettendo a confronto i migliori talenti del paese. Ora l’obiettivo è alzare il livello delle attività agonistiche e formative, riproponendo nel padel il modello organizzativo che nel tennis ha funzionato alla grande

di | 20 maggio 2022

Il Sistema Italia del padel è partito soltanto da pochi mesi, ma i risultati sono già molto incoraggianti. Inizialmente c’è stato il boom di partecipazioni ai primissimi raduni tecnici regionali organizzati dalla Federazione, che in una delle regioni leader come il Lazio hanno superato anche le 200 presenze, mentre successivamente è nato il circuito di tornei regionali giovanili, che al Foro Italico – durante gli Internazionali BNL d’Italia – ha vissuto la prima occasione di confronto su scala nazionale.

Una manifestazione andata ben oltre le aspettative. “C’è stato un riscontro enorme – spiega la coordinatrice nazionale Sala Celata –, che ci ha permesso di vedere all’opera tutti i migliori giovani d’Italia. Fino a qualche tempo fa conoscevamo solamente i pochi convocati in nazionale, mentre ora l’elenco dei giovani da seguire si è allungato molto e il livello è veramente alto, già a partire dagli under 12. In ciascuna categoria c’è un gruppetto di ragazzi che giocano veramente bene, e presto ne arriveranno tanti altri”.

In particolare, al momento le due regioni più calde in termini di numeri e qualità dei giovani sono Lazio e Sicilia. “Sono quelle che concentrano il maggior numero di ragazzi di qualità – dice l’altro coordinatore nazionale padel Martin Pereyra –, ma è normale, perché hanno una base più ampia, quindi è più facile che il livello si alzi. Tuttavia, abbiamo visto giovani promettenti da ogni regione: è la prova che il movimento è ormai vivo in tutta Italia, e si sta diffondendo a macchia d’olio”.

Da sinistra: Marcela Ferrari (ct nazionale italiana femminile), Martin Pereyra, Sara Celata e Roberto Agnini (fiduciario tecnico del Lazio)

Il reclutamento – ha detto ancora Pereyra – sta funzionando alla grande, e questo ci dà energia, motivazione e stimoli”. La scelta di aprire i raduni a tutti è stata azzeccata, e ora l’obiettivo è di applicare gradualmente al padel il sistema che ha funzionato a dovere nel tennis, con progetti periferici e figure di riferimento in tutta Italia. “Al momento – prosegue il tecnico – il padel è un prodotto che si vende da solo, ma a noi tocca lavorare per costruire un sistema di giovani di livello, grazie a competizioni, insegnanti e investimenti sulle scuole. Ora la curva continua ad andare verso l’alto, ma prima o poi subirà un assestamento. In quel momento, se il sistema costruito sarà di valore, la crescita potrà comunque proseguire.

Puntiamo a formare un gruppo di lavoro su scala nazionale – dice ancora Sara Celata –, che ci permetta di avere un rapporto con i maestri dei ragazzi, per lavorare su progetti comuni. Se individuiamo un ragazzo che gioca bene e che secondo noi deve essere seguito, è importante che continui ad allenarsi al proprio circolo con il proprio maestro, ma è giusto che ci sia anche una condivisione dei programmi e un monitoraggio periodico dei miglioramenti. L’obiettivo è seguire il più possibile tutte le promesse del nostro movimento, mettendo a loro diposizione ciò di cui hanno bisogno per emergere. La Federazione è pronta anche a investire per garantire a questi ragazzi un numero di trasferte internazionali, utili per crescere e confrontarsi con i più forti”.

Un altro passaggio nel quale la Federazione crede molto è quello di avvicinare gradualmente i migliori giovani ai giocatori più forti d’Italia, in modo che possano accelerare il processo di apprendimento. “Ma prima – precisa Sara Celata – dobbiamo provare a creare il primo settore tecnico nazionale, investendo sui ragazzi e sul loro percorso formativo”.

Per le prossime settimane stiamo pensando a un raduno nazionale a inviti della durata di una settimana, con i migliori 6/8 di ciascuna categoria, da svolgere al centro federale estivo di Castel di Sangro anche in previsione di selezionare i ragazzi che difenderanno i colori della nazionale ai prossimi mondiali giovanili, in programma nel corso dell’estate (date e sede ancora da definire, ndr). In seguito, poi, cercheremo qualche soluzione che possa permetterci  di avvicinare i migliori under 18 al gruppo della nazionale maggiore, ma anche di incentivarli a giocare con continuità tornei Open, così da abituarsi a competere ai più alti livelli”.

Sara Celata

Malgrado il sistema sia nuovo – aggiunge Pereyra – abbiamo il vantaggio di lavorare con una Federazione già strutturata grazie al tennis, che quindi sa benissimo quali sono i passaggi da compiere, e non perde tempo. Questa è una fortuna che può tornarci molto utile, anche se naturalmente alcuni passaggi vanno adattati al padel, perché è uno sport diverso, di coppia e con una tradizione non così lunga. Credo che nel giro di tre anni i nostri giovani possano puntare a ottenere risultati importanti anche a livello internazionale”.

Per alzare il livello, naturalmente, è importante la formazione dei giocatori e prima ancora dei tecnici, ma anche la competizione. “Dobbiamo riuscire a creare un sistema – dice ancora Pereyra – che metta spesso a confronto i giovani con i migliori italiani, così da riuscire ad accelerarne la crescita, ma senza precocizzazione.  I nostri ragazzi hanno giocato molte meno partite di alto livello rispetto a spagnoli e argentini della stessa età, e questo può ancora fare la differenza. Lavoriamo per ridurre ulteriormente questo gap, e direi che siamo partiti col piede giusto”.

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