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L’impressione generata dai numerosi cambi di coppia del periodo sembra confermata: potrebbero trasformarsi in un ulteriore assist (peraltro non necessario) al dominio di Coello e Tapia. I due sono già a quota 3 titoli nel 2024 e nel circuito Premier Padel hanno numeri impressionanti: 7 successi in 10 tornei
di Marco Caldara | 01 aprile 2024
Doha, Acapulco, Puerto Cabello e il tris è servito. Col primo titolo in un P2 inserito in una collezione di successi che anche nel circuito Premier Padel sta assumendo contorni da monarchia assoluta. Nel 2023 aveva impressionato l’avvio di stagione di Arturo Coello e Agustin Tapia nel vecchio World Padel Tour, mentre dodici mesi dopo lo spagnolo e l’argentino stanno facendo lo stesso nel nuovo circuito, che ha già proposto quattro tornei e premiato i numeri uno negli ultimi tre. Si sono lasciati sfuggire solo il primo, il P1 inaugurale a Riyadh, ma poi hanno ripreso a suonare la stessa musica dello scorso anno, di fronte a una concorrenza che peraltro sembra essersi indebolita dopo i cambi di coppia del periodo.
Va detto che il debutto del duo Galan/Chingotto è stato più che positivo, tanto che in Venezuela sono arrivati in finale e a un solo set dal titolo, dopo un primo parziale giocato in maniera semplicemente meravigliosa in riva al mare. Ma l’impressione è che, pur con tutta la buona volontà di questo mondo, difficilmente potranno raggiungere il livello della miglior versione di Galan/Lebron, ergo per i numeri uno il compito in futuro potrebbe diventare ancora più facile che in passato.
Anche perché Franco Stupaczuk e Martin Di Nenno si confermano degli ottimi gregari ma non molto di più, mentre il duo Lebron/Paquito ha l’aria di una coppia buona per qualche exploit alimentato ad entusiasmo, meno per proporre un padel di continuità nell’arco di un’intera stagione. E così, nel 2024 Arturo e Agustin hanno già messo in cassaforte tre titoli e il loro bottino nel circuito Premier Padel si fa sempre più importante, perché fra la scorsa stagione e questa hanno disputato 10 tornei e ne hanno portati a casa 7, fra i quali gli ultimi tre Major (Roma, Parigi, Doha).
A suon di titoli, Tapia è ormai prossimo a prendersi – più che meritatamente – la seconda piazza della classifica mondiale, cancellando il ritardo dovuto alle assenze nel circuito del 2022 e avvicinandosi al compagno, che però rimarrà leader in solitaria ancora per un po’. E il successo in Venezuela, per quanto in termini di punti in palio e montepremi sia il meno prestigioso della loro carriera, potrebbe diventare uno dei più importanti per come sono andati a prenderselo in finale, rimontando un set di svantaggio a una coppia che per una mezz’ora è parsa totalmente priva di punti deboli.
Ma i leader del circuito hanno dimostrato di saper trovare una chiave per vincere anche quando c’è bisogno di scervellarsi più del dovuto, compito nell’ultimo anno abbondante gli era capitato di rado. Hanno stretto i denti, hanno sofferto insieme e sono riusciti a ribaltare il risultato, dimostrando di essere non solo bravi a dominare quando tutto va bene, ma anche di saper individuare una soluzione quando c’è qualcosa che non funziona. Una consapevolezza che si trasformerà in fiducia e promette di renderli ancora più forti.
“Nei prossimi tornei, quando avremo momenti di difficoltà, ci ricorderemo di questa partita”, ha detto l’argentino a fine match, come a voler ribadire che pure loro si sono accorti di aver fatto qualcosa di importante, vincendo in maniera diversa dal solito. Un’altra skill sbloccata che tornerà molto utile per allargare il divario nei confronti degli avversari, i quali invece di unire le forze per fermarli sono finiti per farsi la guerra fra di loro.