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Padel

Gemma ci ha visto bene: baby Fernandez è già pronta

Al debutto a fianco di una gigante come Gemma Triay, la giovanissima Claudia Fernandez – 18 anni appena compiuti – si dimostra all’altezza della situazione. Può ancora crescere molto, ma psicologicamente sa già reggere il peso di responsabilità tutte nuove. Al primo tentativo le due sono in finale al Major di Doha

di | 07 marzo 2024

Gemma Triay si è assunta un bel rischio, per l’ennesima volta, ma per adesso ha ragione lei. Una ragione che arriva forte e chiara dal Major di Doha, dove l’ex numero uno del mondo ha conquistato la finale in coppia con la nuova compagna claClaudia Fernandez, pescata – un po’ a sorpresa – dal mazzo delle giovani rampanti quando ancora prima del via della stagione la 31enne delle Baleari ha deciso che non era più il caso di proseguire a fianco di Marta Ortega. Non si sa se la giovanissima madrilena, che ha festeggiato 18 anni lo scorso 28 febbraio a Riyadh, sia stata la sua prima scelta, ma i risultati dicono che l’azzardo può pagare. E sta pagando.

Alla prima occasione utile, per le due è già arrivata la finale in uno dei quattro tornei più importanti del calendario Premier Padel, grazie a quattro convincenti successi in due set: 6-2 6-0 all’esordio insieme a Collombon/Ginier, poi 6-1 6-2 a Lorena Rufo (che sarebbe dovuta essere la compagna della Fernandez per il 2024, prima della late call di Gemma), quindi 6-1 6-3 alle veterane Sainz/Llaguno e infine 7-5 6-4 ad Alejandra Salazar e Tamara Icardo, in una battaglia di due ore e grande equilibrio. Per Claudia era la prima semifinale in carriera nel circuito maggiore, ma l’ha gestita da giocatrice navigata, tenendo i nervi saldi nei momenti importanti, senza strafare.

Magari non proporrà il padel più appariscente del mondo, ma non è quello ciò che le viene chiesto. Da giocatrice di destra deve difendere, manovrare il punto con pazienza e costruire quelle chance che la sua compagna è una delle più brave al mondo a cogliere. In semifinale l’ha fatto, con grande maturità, dimostrando di saper già reggere il peso di responsabilità figlie di una dimensione ben diversa rispetto a quella conosciuta fino alla scorsa settimana.

Trovarsi ad appena 18 anni nelle fasi finali dei tornei più importanti al mondo con a fianco Gemma Triay è un’arma a doppio taglio. Il lato positivo è che a fare la differenza ci pensa lei, così come a prendersi la responsabilità di fare qualcosa di più nei momenti importanti, cosa che contro Salazar/Icardo le è venuta davvero bene. Ma c’è anche un lato scivoloso, che richiede la capacità psicologica di reggere la pressione e quella tecnica e caratteriale di saper supportare una compagna così ingombrante e determinata. Fino a qui la 18enne spagnola l’ha fatto a meraviglia, offrendo alla Triay la risposte che cercava.

Se una che punta a vincere i tornei più importanti e riconquistare la vetta della classifica mondiale ha scelto lei, è perché in lei ha scorto qualcosa di importante, che possa permetterle di andare costantemente oltre ai quei piazzamenti che avrebbe potuto tranquillamente ottenere anche con Marta Ortega. Vuole di più e il primo test ha detto che la coppia funziona e con la Fernandez potrebbe tornare dove vuole, anche perché il loro cammino comune è solo all’inizio e la giovane ha ancora tantissimo da imparare. Potenzialmente, ogni incontro può rappresentare un’occasione per migliorarsi, crescere, prendere confidenza con certi livelli e farli suoi come le è subito riuscito a Doha.

Magari nelle prime settimane di collaborazione non andrà sempre tutto liscio, ma vedere due giocatrici esperte come Salazar e Icardo cercare indistintamente lei o la Triay sa già di conferma. Evidentemente, si sono presto rese conto che andare a stuzzicare soprattutto la meno esperta non era garanzia di migliore risultato, perché anche da quel lato c’è una giocatrice che sa già stare ai ritmi delle più forti. L’hanno fatto di più nell’ultimo game, con la speranza che Claudia tremasse proprio sul traguardo, ma anche nella fase più delicata non c’è stata traccia di incertezze che a 18 anni sarebbero persino fisiologiche. Se mai, l’unica è arrivata dopo il match-point vincente, quando Gemma l’ha indicata per farle raccogliere l’applauso del pubblico e lei è scoppiata a piangere, scaricando con le lacrime quella tensione governata a meraviglia per due ore.

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