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Forgiafer diventa Italian Padel: una storia da prima pagina

Il boom del padel ha salvato l’azienda bresciana Forgiafer, che produceva cancelli e dopo la crisi economica aveva perso fatturato e dipendenti. Grazie all’idea di lanciarsi nella costrizione di campi da padel sono ripartiti più forte che mai. Un bell’esempio di riconversione aziendale raccontato da La Repubblica, nella web serie “Viaggio nell'Italia che assume”

di | 29 giugno 2021

Claudio Galuppini è una sorta di Enrique Corcuera bresciano. Non ha inventato il padel come il multimilionario messicano, ma quando l’ha provato per la prima volta nel 2015 ha compreso prima di tanti altri che la disciplina avrebbe avuto futuro. In Italia, e non ha sbagliato, ma anche o soprattutto all’interno della sua azienda Forgiafer, lanciando la scommessa Italian Padel che ha trasformato un’impresa in difficoltà per colpa della crisi economica degli anni precedenti in uno splendido modello di riconversione, e di capacità di modellarsi a seconda delle esigenze.

Una bella storia di business legato allo sport che ha attirato addirittura l’attenzione del quotidiano La Repubblica, che ha riservato a Italian Padel una puntata della sua web serie “Viaggio nell'Italia che assume”, dedicata alle imprese che durante la pandemia sono riuscite ad aumentare il proprio fatturato e ad assumere personale.

Proprio ciò che ha fatto l’azienda di Calvisano, nella bassa bresciana vicino al confine con la provincia di Mantova, “salvata” dal boom del padel e dall’intuizione del suo titolare, partito trent’anni fa come saldatore di macchine agricole, poi passato alla saldatura generica di ferro e metallo, e quindi alla produzione di cancelli standardizzati e recinzioni. Fino al padel.

“Ho giocato per la prima volta a fine 2015 a Roma con la mia famiglia – racconta Galuppini –, dopo 35 anni che non praticavo alcuno sport. Mi sono divertito insieme ai miei figli, e lì ho capito che il gioco aveva le potenzialità per diffondersi sempre di più”. Così a inizio 2016, nel periodo più difficile per la sua azienda (fatturavano 7,5 milioni di Euro nel 2007, poi la crisi economica gli ha fatto perdere tantissimo fino ai 2,6 milioni del 2016), il titolare ha deciso di fare un tentativo con la produzione di campi da padel, le cui strutture perimetrali – per certi versi – non sono poi così diverse da quelle che già erano abituati a costruire.

A distanza di circa cinque anni, quella che all’epoca era una scommessa senza particolari garanzie è diventata la più grande azienda italiana specializzata nella produzione di strutture per campi da padel, e una delle principali nel mercato europeo e mondiale di uno sport in continua espansione. A Italian Padel arrivano oggi circa duemila richieste al mese (fanno su per giù una settantina al giorno): in Italia spiccano Lazio e Sicilia, ma i prefissi – e i domini degli indirizzi e-mail – sono quelli di tutto il mondo. La lista d’attesa è lunghissima, il trend delle assunzioni conosce solo il segno più e il fatturato è tornato a impennarsi.

I tagli del 2016 avevano ridotto il numero dei dipendenti da 56 a 27, ma della nascita del brand Italian Padel il numero è lievitato di continuo, fino ai 63 attuali. Alcuni dei quali, come il saldatore Oscar intervistato nel servizio di Repubblica, reclutati direttamente sui campi da padel. Lavorava in un’altra azienda metalmeccanica, ma non era troppo soddisfatto. Durante una partita ha conosciuto il capo officina, è saltato fuori che alla Forgiafer poteva esserci posto anche per lui e ha colto al volo l’occasione, per unire lavoro e passione.

Il fatturato dell’impresa è cresciuto anche nel 2020, passando dai 5 milioni dell’anno precedente a sei, malgrado l’emergenza sanitaria che ha bloccato il mondo intero. E per il 2021 la previsione parla addirittura di 14 milioni, con un obiettivo annuo di 750 campi. Italian Padel lavora alla progettazione e alla realizzazione di tutti i componenti di carpenteria che servono per un campo da padel, e si occupa dell’intero processo produttivo: scelta dei materiali, taglio, assemblaggio, zincatura, verniciatura e via dicendo.

Oggi l’azienda è disposta su 26.000 metri quadrati, e nei suoi locali produttivi sono installate 8 isole di saldatura robotizzate, presse e foratrici automatizzate, un taglio laser con magazzino automatizzato, oltre 60 macchinari dedicati per ogni specifica lavorazione e un impianto di verniciatura a polvere automatizzato. Tutto (o quasi) per il padel, e per garantire i più alti standard possibili in termini di qualità, in un ambiente per certi versi ancora un po’ nebuloso dal punto di vista di leggi e regole.

E non è tutto, perché oggi Forgiafer è ancora attiva anche nella produzione di cancelli, ma – come ha raccontato sempre Galuppini ai microfoni di Repubblica – data la continua crescita delle richieste di campi è in previsione una conversione totale dell’azienda al padel. L’obiettivo è di raggiungere una capacità produttiva di 2.000 campi all’anno, così da riuscire a tenere il passo di tutte le richieste che ogni giorno arrivano sui tavoli degli uffici di Calvisano. Ne deriverebbe l’assunzione di numerose figure professionali, per arrivare a un totale di 80-90 addetti. Oltre il triplo di quelli che erano rimasti solo cinque anni fa, quando alla voce futuro compariva un grande punto di domanda e di certezze ce n’erano sempre meno. Poi il padel è diventato il core business e le perplessità hanno lasciato spazio a entusiasmo, progetti, investimenti e assunzioni. Nel nome di uno sport che unisce e fa contenti proprio tutti.

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