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Palline da padel e palline da tennis: che differenza c'è?

Colore, forma e materiali possono trarre in inganno, ma le palline da padel non sono uguali alle palline da tennis. Tendenzialmente sono un tantino più piccole, e soprattutto hanno una pressione minore, che le rende più facili da controllare e aiuta a contenere anche i colpi più potenti

di | 06 aprile 2021

Per giocare a padel si utilizzano le stesse palline del tennis? Se siete giocatori di padel, e avete amici incuriositi della disciplina, la domanda vi è stata posta almeno una volta, o probabilmente di più. È un quesito lecito, visto che a un primo impatto è praticamente impossibile rendersi conto della differenza, motivo per cui chi non ha mai provato il padel è portato a pensare che le palline siano esattamente le stesse. Ma colore, forma, materiali e rimbalzo non devono ingannare: la risposta è no, non sono uguali. Esiste una pallina specifica per il gioco del padel, che si differenzia da quella da tennis per alcune piccole – ma importantissime – caratteristiche, legate in particolar modo a dimensione e pressione.

Già, perché (e questo non lo sanno nemmeno alcuni habitué del padel) la prima vera differenza è a livello di dimensioni, nel range di diametro concesso dal regolamento. Una pallina da tennis può essere larga dai 6,54 ai 6,86 centimetri, mentre una pallina da padel deve misurare dai 6,35 ai 6,77 cm. Significa che potenzialmente le due sfere possono essere grandi uguali (la fascia di diametro che va dai 6,54 ai 6,77 centimetri è regolamentare per entrambi gli sport), ma è piuttosto comune che una pallina da padel sia leggermente più piccola rispetto a una da tennis. Non cambia invece il peso, che deve essere compreso fra i 56 e 59,4 grammi per ciascuna pallina, in entrambi gli sport.

La più grande differenza, tuttavia, è nella pressione, ovvero l’aspetto che nel caso di tennis e padel determina la velocità di una pallina. A differenza del tennis, nel padel la pressione originale delle palline è minore, per rendere il gioco più lento e favorire gli scambi. Un obiettivo che col passare degli anni è un tantino venuto meno, visto che specialmente ad altissimi livelli il ritmo di gioco è ormai forsennato (vedere Galan/Lebron per credere), ma la scelta ha il suo significato. Giocare su un campo da padel con una pallina da tennis nuova sarebbe più complesso, mentre quelle da padel sono più comode da gestire anche appena “stappate”, naturalmente da tubi pressurizzati proprio come avviene nel tennis.

La differenza fra le due pressioni è di 0,06 atmosfere: una pallina da tennis ha una pressione di 1,81 atmosfere, una pallina da padel di 1,75. Ne consegue un comportamento diverso, che si può verificare anche a casa provando a lasciar cadere la pallina su una superficie dura, da un’altezza di 2,54 metri. La pallina da padel rimbalzerà fino a un altezza compresa fra 1,35 e 1,45 metri, quella da tennis può salire fino a un paio di centimetri in più.

Anche nel padel, naturalmente, è previsto l’utilizzo di palline con una pressione minore qualora l’altitudine di gioco sia superiore ai 500 metri sul livello del mare, perché ne consegue una riduzione della pressione atmosferica. In quel caso, l’utilizzo di palline con una pressione minore permette di compensare il minore attrito dell’aria, e creare così delle condizioni di gioco il più simili possibile a quelle tradizionali. 

Questa settimana, per esempio, la prima tappa del World Padel Tour si sta giocando a Madrid: visto che la capitale spagnola supera i 600 metri di altitudine, le palline utilizzate potrebbero differire leggermente da quelle che troviamo nei negozi.

Infine, la differenza fra palline da padel e palline da tennis più facile da notare per il consumatore: generalmente quelle da tennis vengono vendute in confezioni da quattro, mentre i tubi di palline da padel ne contengono solamente tre. Una differenza che a un primo impatto colpisce qualsiasi giocatore arrivi dal tennis, visto che le palline utilizzate durante ciascun punto sono comunque due, con la seconda destinata a rimanere in tasca qualora il primo servizio vada a buon fine. La ragione è da ricercare nelle logiche commerciali delle aziende, ma per il giocatore non c’è sostanzialmente alcuna differenza. Anzi, visto che data l’assenza dei raccattapalle è abitudine – anche ad alti livelli – lasciare la pallina inutilizzata nei pressi della rete durante i punti, averne in campo una in meno non può che essere un bene.

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