-
Padel

Demetrio Albertini, dalla Champions ai tornei FITpra

L’ex centrocampista del Milan e della nazionale, proprietario di City Padel Milano, racconta la sua esperienza da imprenditore, appassionato e giocatore fresco di esordio nel circuito Fitpra. Con le idee chiare sul futuro di una disciplina che può fare ancora tanta strada

di | 31 marzo 2021

Dal 2018 Demetrio Albertini ha aperto con due soci il suo City Padel Milano, uno dei centri padel più famosi in Italia, con sei campi all’ombra delle Tre Torri del chiacchieratissimo quartiere CityLife. Ma l’ex centrocampista del Milan e della nazionale, vincitore di tre Champions League con i rossoneri, non è solo uno dei tanti imprenditori ad aver scelto di puntare sullo sport che in Italia cresce a ritmo di record. È anche un giocatore e un vivo appassionato della “pala”, conosciuta quando nell'ultima parte della sua carriera è transitato dalla Spagna, prima da Madrid e poi da Barcellona.

“Ho scoperto il padel nel 2003 – racconta il brianzolo, 50 anni ad agosto –, ai tempi in cui firmai per l’Atletico. Ero appena arrivato in Spagna: ricordo che in ritiro mi affacciai alla finestra dell’hotel e notai una decina di campi. Non sapevo che sport fosse, ma vedevo che ogni sera i campi si popolavano di giocatori. L'ho provato per la prima volta nel 2005 a Barcellona, anche se la prima vera partita l’ho giocata solo nel 2018, dopo l’inaugurazione del mio centro”.

Demetrio Albertini con l'amico Carles Puyol, ai tempi del Barcellona

Malgrado sia durata soltanto pochi mesi, la sua esperienza con i blaugrana (dove ha chiuso la carriera) si è però rivelata determinante per il suo futuro nel padel. È lì che è nata l’amicizia fraterna con la leggenda Carles Puyol, che una volta appesi gli scarpini al chiodo si è dedicato assiduamente al padel. È stato lui a convincere Demetrio – che nel frattempo aveva avviato la carriera imprenditoriale – delle grandi potenzialità del gioco.

“Il padel – continua – è uno sport per tutti: dai bambini fino agli over 60. Ne abbiamo la prova ogni giorno. In più va alla grande anche fra le donne”. Ed è diventato il pane quotidiano di tanti ex calciatori. “Essendo sportivi – continua – riusciamo a sfruttare la nostra competitività, o la capacità di tenere alta la concentrazione nei momenti decisivi, mentre con grande umiltà dobbiamo imparare la tecnica e le basi del gioco. Certe dinamiche si apprendono giocando tanto, e alzando così il livello. Vale lo stesso anche per chi arriva dal tennis: si sbaglia a pensare che il padel sia una costola del tennis. Sono due sport completamente diversi, e specialmente all’inizio anche un tennista si trova di fronte le stesse difficoltà. Come approccio non è lontano dal calcio, perché anche il padel è un gioco di squadra”.

Dai suoi campi di ex calciatori ne sono passati tanti: Esteban Cambiasso è addirittura in seconda categoria (2.4) nelle classifiche Fit per il 2021, ma l’elenco è lunghissimo. “Il più forte che ho affrontato – dice ancora Albertini – è Vincent Candela, giocando contro di lui si impara tanto. Gli ex calciatori che vivono a Roma sono più avanti rispetto a noi, perché giocano da molto più tempo, ma pian piano stiamo arrivando. La partita che mi ha entusiasmato di più? Quando in coppia con Gigi Di Biagio ho vinto il torneo degli ex calciatori, contro Pierluigi Casiraghi (uno dei suoi due soci nel progetto City Padel Milano, ndr) e Luca Marchegiani. In più, insieme a Nicola Amoruso sto provando a organizzare una sfida contro Candela e Francesco Totti. La faremo quando saranno nuovamente consentiti gli spostamenti fra regioni”.

Nel frattempo, per tenersi allenato e stuzzicare quell’agonismo che per chi ha praticato sport di professione non muore mai, Albertini ha mosso i primi passi nel circuito amatoriale Fitpra di padel, partecipando a una tappa delle qualificazioni regionali del Campionato Italiano. Se n’è giocata una anche al suo CityPadel, mentre lui ha preso parte lo scorso week-end a quella (affollata da ben 73 coppie) del vicino City Barona, nell’omonimo quartiere milanese. In coppia con Luigi Angelo Cannarozzo, Albertini ha vinto un paio di incontri, prima di arrendersi agli ottavi di finale al duo Campanelli/Sbarra.

Oltre alle sue attività imprenditoriali, Albertini ha anche vari ruoli dirigenziali nel mondo del calcio, su tutti quello di presidente del Settore Tecnico della FIGC, e grazie all’ottica da dirigente sviluppata negli anni ha le idee ben chiare sul futuro del padel in Italia.

“La mia esperienza federale nel calcio mi ha insegnato che la programmazione è fondamentale per la crescita. Bisogna lavorare per fare individuare gli interventi primari da compiere nel prossimo futuro, cercando di ridurre il più possibile gli aspetti burocratici per chi ha intenzione di inaugurare delle strutture nuove, oppure di ammodernare quelle già esistenti. È un aspetto importantissimo per lo sviluppo".

"Da imprenditore, invece, ritengo che il padel stia ancora vivendo un processo di crescita. Non siamo ancora arrivati alla fase della concorrenza, pertanto è necessario fare in modo che l’intero movimento unisca le forze e lavori nella stessa direzione: dirigenti, club, giocatori e tecnici. Le sinergie sono la chiave per divulgare questo sport”. Detto da chi ha brillato per tattica e visione di gioco in alcune delle squadre di calcio più forti al mondo, suona come un consiglio da non lasciar cadere.

Albertini con la leggenda del padel Fernando Belasteguin, all'ultimo Sardegna Open

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti