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Padel

Cotto batte Tapia: “la prova di un’Italia che cresce”

Per la prima volta, un giocatore italiano ha battuto un top-10 del World Padel Tour. Protagonista il 38enne Nicolò Cotto, nel Campionato di Serie A. “Ci ho messo qualche giorno a realizzare l’importanza del successo: vuol dire che in Italia abbiamo alzato il livello”. Ex tennista professionista, Cotto ha iniziato col padel nel 2018, quasi per caso, e oggi è fra i big del movimento azzurro

di | 31 maggio 2021

Chi l’ha detto che i top-10 del World Padel Tour sono imbattibili? Certo, serve saperci fare parecchio, bisogna indovinare la giornata buona e a fianco del compagno giusto, ma si può. Il primo a superare l’ostacolo (apparentemente) insormontabile è stato Nicolò Cotto, uno dei migliori giocatori italiani, che dal week-end di Serie A al Bola Padel Club di Roma è tornato con lo scalpo di niente meno che Agustin Tapia: argentino, numero 8 al mondo, campione dell’ultimo Master Final con Belasteguin e destinato a un futuro da vera star del padel. Uno di quei giganti che dalla tv sembrano giocare un altro sport, per velocità, riflessi, atletismo e soluzioni difficili anche solo da pensare. Ma forse forse non sono poi così irraggiungibili.

“E pensare – racconta Cotto – che quando il sorteggio ci ha accoppiato a Tapia e all’altro argentino Martin Canali mi giravano le scatole. Da capitano avrei preferito affrontare un’altra coppia, per avere più chance di conquistare un punto per la squadra. Invece, col senno di poi è stato meglio così. “Il mio compagno (Coki Nieto, numero 19 del WPT) è abituato a certe partite, e mi sono accorto subito che si poteva fare”.

Nicolò Cotto e lo spagnolo Coki Nieto, compagni in Serie A nel GFG Sport

Come ci sono riusciti? Cotto la fa semplice: giocando nel modo giusto. “È la prova – continua Cotto – della crescita del livello di noi giocatori italiani. Un tempo, con di fronte un avversario simile avremmo cercato solo il suo compagno, in modo da escludere Tapia per paura che facesse danni, ma finendo per ottenere il risultato opposto. Ora abbiamo più esperienza, e ci siamo resi conto che in fondo, malgrado certi giocatori restino di un’altra categoria, quando il gioco suggerisce di tirare dalla loro parte è giusto farlo. Così abbiamo fatto, cercando di non inventare nulla di strano, ed è arrivata la vittoria”.

Sono bastati 56 minuti: Cotto e Nieto l’hanno spuntata per 6-3 6-4 conquistando un punto che nell’economia della sfida fra il suo GFG Sport e il Magic Padel si sarebbe rivelato ininfluente, ma per il 38enne di origini biellesi ha avverato un sogno. “In campo non sono uno particolarmente emotivo – dice ancora – quindi lì per lì non ho dato troppo peso alla vittoria. Anche perché ero concentrato sul risultato complessivo della squadra. Ma qualche giorno dopo ho realizzato di aver fatto qualcosa di importante”. E non è tutto, visto che la sua Serie A aperta battendo Tapia, Cotto l’ha chiusa col successo su Momo Gonzalez, spagnolo numero 25 del mondo, che soli sette giorni dopo il loro duello era in campo nella finale dell’Open di Santander del World Padel Tour.

Soddisfazioni che il piemontese trapiantato da anni in Lombardia difficilmente avrebbe immaginato di prendersi qualche anno fa, quando ha detto basta col tennis per problemi alle ginocchia, con un best ranking di numero 741 che grida vendetta. Si è laureato, ha lavorato nel mondo del management, ma poi si è riavvicinato al campo da tennis fino a quando nel 2017, al Malaspina di Peschiera Borromeo dove lavorava (e lavora tutt’ora, con la sua società Gfg Sport) sono spuntati dei campi da padel. “Mi hanno chiesto di gestirli – spiega –, ma non sapevo nulla di questo sport. Così per Natale io e mio fratello Tommaso (compagno di squadra in Serie A, ndr) ci siamo regalati un week-end a Barcellona, a prendere lezioni da Marcela Ferrari. Da lì in avanti il mio rapporto col padel è diventato sempre più intenso”.

Nicolò Cotto e Alessandro Tinti: nel 2019 hanno vinto lo scudetto ai Campionati italiani indoor

Il mancino con la passione del rock ha iniziato a giocare tornei nei week-end, poi ad allenarsi con il solo obiettivo di diventare uno dei più forti, e nel 2019 a Roma ce l’ha fatta vincendo il Campionato italiano indoor, in coppia con Alessandro Tinti. Uno dei risultati più inattesi nella storia recente del padel tricolore, particolarmente avaro di sorprese ad altissimi livelli.

“È successo tutto un po’ per caso – ricorda –, perché io e Alessandro non avevamo mai giocato insieme e fino all’ultimo eravamo in dubbio. Io ero senza compagno, mentre lui era intenzionato a non partecipare, a causa di altri impegni”. Ma poi hanno deciso di provarci, e dopo aver rischiato grosso al primo turno hanno finito per mordere lo scudetto, battendo in finale Lorenzo Di Giovanni e Riccardo Sinicropi. Due che al tempo erano alle prime armi, ma insieme sono diventati in fretta una delle primissime coppie d’Italia, puntando forte sull’affiatamento.

Cotto, invece, un compagno fisso non ce l’ha, anche se ultimamente sta giocando sempre più spesso a fianco dell’esperto German Tamame, italo-argentino, numero 85 del mondo. E la coppia funziona alla grande, come testimonia la finale di ieri nel torneo internazionale FIP Rise di Riccione, persa per 6-2 7-6 contro gli spagnoli Teo Zapata e Nacho Gadea. “Con German mi trovo benissimo – dice –, e giocheremo insieme più spesso. Ma lui vive in Spagna e gioca anche nel World Padel Tour, quindi non può essere sempre presente a tutti gli appuntamenti italiani. Lo scorso anno avevo intrapreso un percorso con Marco Cassetta: eravamo partiti forte, arrivando in finale al primo Slam dell’anno, ma poi Marco si è rotto il legamento crociato del ginocchio e sono rimasto da solo”.

Nicolò Cotto e German Tamame: sono arrivati in finale nel torneo FIP Rise di Riccione

Eppure, quello di non avere un compagno fisso potrebbe persino rivelarsi un vantaggio, per esempio in ottica nazionale. Cotto i colori dell’Italia lì ha già difesi, nel 2018 ai mondiali over 35 di Malaga, ma ora sogna la nazionale maggiore. Era fra i dodici azzurri convocati dal ct Gustavo Spector per il ritiro pre Serie A a Roma, e punta a un posto fra gli otto che a fine giugno voleranno a Marbella per gli Europei. “Mi riesco ad adattare più velocemente al compagno, e questo può giocare a mio favore. Le coppie collaudate vanno in automatico, sanno cosa aspettarsi da chi hanno accanto e giocano di conseguenza, mentre io cambiando spesso partner sono abituato ad adattare il mio gioco a quello del mio compagno. Naturalmente spero in una convocazione, e mi auguro che gli ultimi risultati mi possano dare una mano”.

Di certo, una mano gliel’ha data l’esperienza in Serie A, e i sei match in quattro giorni disputati a fianco di un grande giocatore quale Coki Nieto. Non è bastato a regalare la salvezza al suo GFG Sport, che perso il play-out contro il Due Ponti (prima di battere il Sun Padel Team Misano nella finalina per il 7° posto), ma per la sua crescita l’esperienza è stata preziosissima. “Sapevamo – dice – che per restare in Serie A sarebbe servito un miracolo, visto che abbiamo costruito la squadra in fretta e furia a iscrizioni scadute (nel 2020 avevano perso il play-off promozione, ma sono stati ripescati, ndr), ma abbiamo fatto il possibile”.

Dal punto di vista personale, invece, è andata alla grande. Coki è un giocatore in grande ascesa, e fra 2-3 anni mi aspetto di vederlo fra i primi 10, ma soprattutto è un ragazzo d’oro a livello umano. Da lui penso di aver imparato molto: abbiamo parlato tanto, discusso sulla tattica, valutato come gestire punti e situazioni. Vivere certe esperienze sul campo – chiude – vale più di un anno di allenamenti”.

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