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Padel

Arturo Coello, il baby talento che studia da star

Nel 2021 il 19enne di Valladolid ha continuato la sua scalata, arrivando al n.15 del mondo, vincendo il mondiale con la Spagna e spingendo Belasteguin a sceglierlo come nuovo compagno: “Con lui a fianco è come se stessi frequentando un Master in padel, di gioco e non solo”. Nel 2022 punta a vincere il suo primo titolo

di | 11 gennaio 2022

Se si parla di potenziali protagonisti del padel del futuro, sul taccuino di tutti gli esperti il primo nome è quello di Arturo Coello. In realtà il giovane classe 2002 è già fra i big di oggi, al numero 15 del mondo e con un’altra stagione intera (si spera) da vivere a fianco della leggenda Fernando Belasteguin, ma lo sarà certamente ancora di più negli anni a venire. Perché nel suo bagaglio c’è tutto: fisico, qualità, potenza e personalità. E anche perché è mancino, il che lo rende un compagno molto appetibile per tutti, perché gioca a destra ma sa incidere parecchio, come da manuale del padel di oggi.

Per questo, le attenzioni su di lui continuano a lievitare, ma il ragazzo di Valladolid giura di voler rimanere l’Arturo di sempre, legato alla famiglia e agli amici di una vita. “Mi fa piacere essere riconosciuto dalla gente – ha raccontato –, e le interviste mi piacciono. Ma resto un ragazzo tranquillo, di 19 anni, che vive con i propri genitori e ha una vita assolutamente normale. Una situazione che mi aiuta a tenere i piedi per terra”.
Amo stare a casa a vedere un film, seguire altri sport oppure passare una serata con i miei amici. Sono gli stessi di quando ero piccolo, mi hanno visto crescere, sanno da dove vengo. Di questo sono orgoglioso. E la mia è una famiglia umile, di persone che lavorano, senza grilli per la testa. Credo sia una fortuna. L’unico rammarico è che non riescono spesso a venire a vedermi nei tornei. Ma sono sempre al mio fianco”.

Quando Arturo aveva 12 anni la sua famiglia si è trasferita a Merida, prima di tornare a Valladolid cinque anni più tardi. Da lì la sua crescita è diventata impetuosa, fino all’esplosione nel World Padel Tour. “I miei genitori restano la mia motivazione più grande – spiega – perché ho visto tutti gli sforzi che hanno fatto per permettermi di giocare a padel e arrivare fino a qui. Sento il dovere di ripagare in campo tutto il loro impegno. Quando magari non sono così motivato, o c’è qualcosa che non va e non mi permette di dare il massimo, penso a tutto ciò che loro hanno dovuto attraversando. Se facessi le cose a metà sarebbe come tradire la loro fiducia e il loro impegno. Invece voglio che siano orgogliosi di me”.

Il suo legame coi genitori è talmente forte che, quando lo scorso autunno ha ricevuto la chiamata di Belasteguin che gli chiedeva di giocare insieme, ha messo la decisione in standby fino al consulto con mamma e papà. “Mi ha chiamato una mattina – continua – mentre stavo andando ad allenarmi, spiegandomi che non avrebbe più giocato con Sanyo Gutierrez. Ho sempre sognato di poter fare coppia con lui, quindi gli ho subito detto che mi avrebbe fatto molto piacere. Ma prima di dargli una conferma definitiva ho voluto parlarne con i miei genitori. Non decido mai nulla senza l’ok di chi mi sta vicino”.

Ovviamente, di fronte a un’opportunità simile e che per questioni d’età non era affatto scontata (la differenza fra i due è di 23 anni), mamma e papà non hanno mosso alcun appunto. Così Arturo è diventato l’ultimo allievo del “Boss”, la figura perfetta per mettere ordine al suo padel ancora un po’ indisciplinato, figlio dei suoi 19 anni. In cinque tornei i due hanno raggiunto una semifinale e due quarti, e Coello si è qualificato per la prima volta in carriera per il Master Final.

È stato un anno di crescita – spiega –, e sono molto felice della possibilità che mi trovo di fronte. Ogni giorno da Bela ho qualcosa da imparare: non solo a livello di gioco, ma anche di gestione di tutto ciò che ruota attorno alla nostra professione. È come se stessi frequentando un Master in padel, e me lo godo ogni giorno al 100%, cercando di apprendere il più possibile”.

Dal punto di vista dei risultati poteva andare meglio, ma un periodo di assestamento è quasi sempre necessario. E poi Coello non ha fretta. “Credo che il processo di adattamento sia andato bene, però questo è un tema complesso. Fernando è sempre stato visto come un vincente, ma ora si è unito a un giovane come me che non ha mai vinto alcun titolo. Stiamo continuando a migliorare come coppia, con l’obiettivo di arrivare fra le migliori del mondo nel 2022, salendo posizioni in classifica e vincendo il nostro primo titolo insieme. Che sarebbe anche il primo della mia carriera”.

Nella crescita di Coello in questo 2021, un altro passaggio fondamentale è stato il titolo mondiale vinto con la Spagna a Doha. E pensare che il 19enne castigliano non aveva mai vestito la maglia della nazionale, nemmeno da juniores, perché non è mai stato fra i migliori della sua età. Poi è diventato il numero uno della “Next Gen” del padel e in Qatar ha avuto l’onore di giocare addirittura il primo singolare della finale, insieme ad Ale Galan contro Tapia/Gutierrez. Tensione? Altroché. I due hanno confezionato una partita spaziale, ipotecando la corona mondiale.

Mi ha sorpreso molto la scelta del capitano – ha detto –, perché nella nostra squadra c’erano due giocatori di destra come Lebron e Ruiz, che hanno un livello altissimo. Negli allenamenti dei giorni precedenti il capitano ha visto qualcosa in noi, e le condizioni di gioco ci hanno aiutato. Se fossi stato escluso non avrei avuto alcun problema, invece ho giocato una delle migliori partite di tutta la mia vita”.

L’intesa con Galan è stata tale da far nascere immediatamente dei rumors, sulla possibilità di vederli insieme a tempo pieno già dal 2022. Almeno per ora non sarà così, ma a specifica richiesta Arturo non si tira indietro. “Giocare al suo fianco sarebbe un privilegio – dice – perché credo sia il giocatore più completo del mondo. Se una volta terminato il progetto insieme a Bela si presenterà la possibilità di fare coppia con Galan, la coglierei senza esitare”.
Il futuro sembra tracciato, ma prima è meglio concentrarsi sul presente. Seduto al primo banco e con Bela alla lavagna.

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