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A 13 anni Manas Dhamne è già fra i primi 600 under 18 al mondo, e IMG punta forte su di lui. Nel 2020 doveva trasferirsi in pianta stabile a Bordighera, poi la pandemia ha scombussolato i piani e l'arrivo in Liguria è ancora in standby, ma il matrimonio si farà. Per studiare da Piatti, con Sinner come modello
22 marzo 2021
In passato è capitato che alcune delle migliori racchette italiane si allenassero all’estero, mentre oggi il trend si è completamente ribaltato. Non solo l’Italia è riuscita a produrre alcuni dei più forti tennisti al mondo e i due giovani che gli appassionati della racchetta seguono con maggiore attenzione, ma è anche diventata la “terra promessa” per molti giovani stranieri, che scelgono il Belpaese per provare a diventare tennisti. L’esempio più lampante della tendenza è il Piatti Tennis Center, dove ogni giorno si alternano sui campi di Bordighera tanti aspiranti campioni, provenienti da almeno una decina di paesi diversi. Se non fosse per la pandemia che ha complicato i viaggi e reso molto più stringenti le procedure d’ingresso nei paesi, fra di loro ci sarebbe a tempo pieno anche l’indiano Manas Dhamne, già passato in Riviera nel 2020, e pronto a tornarci non appena la situazione sarà di nuovo sotto controllo.
Un nome, quello del 13enne originario di Pune, che è già finito nel lungo elenco degli assistiti del colosso IMG, in particolare di Olivier Van Lindonk, lo stesso manager di Daniil Medvedev, Garbine Muguruza e Kei Nishikori. Segno che il gruppo americano ha deciso di investire sulle enormi possibilità del baby indiano, intraviste quando nel 2019 ha vinto a sorpresa l’Eddie Herr, considerato uno dei pochi tornei under 12 davvero degni di nota in chiave futura, in quanto ogni anno porta sui campi di Bradenton (Florida) giovani talenti da tantissimi paesi diversi. Fra i vincitori del passato si contano futuri numero uno come Roddick, Sharapova e Jankovic, ed è stata proprio IMG, una volta messo sotto contratto il giovane, a individuare il Piatti Tennis Center come la sua nuova base, in modo da permettergli di lasciare l’India (e le sue carenza strutturali) a favore dell’Europa, dove il livello medio è più alto e i tornei sono numerosissimi.
Manas si è allenato due settimane a Bordighera prima del lockdown del 2020, e ci sarebbe tornato presto per rimanerci, ma poi il Covid ha cambiato i piani di tutti e la spostamento in pianta stabile in Liguria non è ancora arrivato. Ma il talento di Pune non ha perso tempo, allenandosi duramente in India e riuscendo a diventare numero 1 al mondo under 14 secondo l’Universal Tennis Rating (UTR), un sistema che calcola il valore dei giocatori a seconda dei risultati, ed è particolarmente utilizzato soprattutto negli Stati Uniti.
Nella top-10 c’è anche l’italiano Federico Cinà (figlio di Francesco, storico coach di Roberta Vinci), ma nessuno ha saputo sin qui raggiungere il rendimento di Dhamne, che cresce ammirando Federer e Nagal. Sì, proprio Nagal con la g, che non è “Rafa” ma il 23enne Sumit, il miglior tennista indiano, numero 137 del ranking mondiale e di recente capace di sfiorare la semifinale al torneo Atp di Buenos Aires.
In questo avvio di 2021 il giovane indiano ha fatto faville nel circuito ITF under 18, diventando il primo giocatore nato nel 2007 a raggiungere addirittura una semifinale. Ce l’ha fatta a Gurugram (India), nel secondo torneo dell’anno, dopo che la settimana precedente si era fermato ai quarti a Nuova Delhi.
Tutte prove di un tennis che funziona già anche in mezzo ad avversari più grandi e formati fisicamente, e gli ha permesso di arrivare già fra i primi 600 under 18 del mondo. A 13 anni. “Manas è molto veloce nelle decisioni e ha un timing sulla palla incredibile”, ha detto di lui Ravindra Pandey, l’allenatore che l’ha accompagnato dai primi passi sul campo (a quattro anni) fino a qualche tempo fa, prima che l’allievo si trasferisse alla Adar Poonawalla Maharashtra Tennis Academy.
“Per la sua età – continua Pandey – è davvero un ragazzo molto maturo, e questo emerge nel modo in cui gestisce gli incontri. Sin da piccolo ha sempre affrontato giocatori più grandi, per la sua formazione è stato molto importante. Non ha mai badato particolarmente alle sconfitte, cercando sempre un modo per fare punti e migliorare”.
Il sogno, come per tutti, è raggiungere un giorno il numero 1 ATP, mentre il prossimo obiettivo è la partecipazione ai tornei juniores del Grande Slam. Teoricamente ha ancora cinque anni di tempo per farcela, ma la tendenza sembra quella di bruciare le tappe, spinto da un rovescio già molto molto incisivo. Deve invece migliorare diritto, servizio e capacità di utilizzare a dovere ogni parte del campo, ma la voglia di crescere è tanta e la mentalità lascia ben sperare. Sia la sua, sia quella di papù Manoj, il primo a mettergli una racchetta in mano. “Manas ha un grande talento – ha detto –, ma da sempre ci siamo concentrati sulla crescita a lungo termine, senza pensare troppo alle vittorie. L’abbiamo sempre supportato, e continueremo a farlo, augurandoci che possa fare molta strada a livello internazionale”. La prossima tappa importante, pandemia permettendo, sarà in Liguria. A imparare dal coach italiano più famoso al mondo, e con Jannik Sinner come modello. Per un giovane che punta a diventare un campione è impossibile chiedere di più.