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Grandi prospettive di crescita per la Next Gen azzurra. Tre ragazzi Under 16 stanno dimostrando di avere qualità e testa per fare strada. Sono i nazionali Federico Cinà, Andrea De Marchi, Matteo Sciahbasi, tutti membri del team finalista alle recenti Junior Davis Cup Finals. Conosciamoli meglio
07 novembre 2023
Se la Giovine Italia di mazziniana memoria costituì uno dei momenti fondamentali per il Risorgimento italiano, quello che stiamo vivendo oggi in ambito tennistico gli assomiglia molto. Abbiamo appena cominciato a dilettarci con le imprese di Sinner, Musetti, Arnaldi e compagnia, che già l’obiettivo si sposta verso talenti ancora acerbi ma capaci di alimentare sogni di gloria anche per le generazioni future.
Federico Cinà, Andrea De Marchi, Matteo Sciahbasi. Tre nomi e un unico comune denominatore: la categoria Under 16. Tre talenti per il futuro azzurro che gli appassionati cominciano a conoscere e che, piano piano, si stanno ritagliando un piccolo assaggio di popolarità grazie a risultati che hanno meritato la ribalta. La scorsa settimana hanno fatto parte della rappresentativa che, alle Junior Davis Cup Finals di Cordoba, ha ceduto solo in finale al doppio di spareggio contro la Repubblica Ceca, ma presto potrebbero essere protagonisti anche di traguardi più prestigiosi, viste le grandi aspettative che alimentano.
Il lavoro fatto dalla Fitp per mettere a disposizione di allenatori e atleti i mezzi necessari per costruire una carriera di successo (fondi, strutture, coach mentali e fisici) sta insomma dando i risultati sperati.
La grinta di Federico Cinà (Foto ITF/Queimadelos)
Il primo, Federico Cinà, è quello dei tre che ha chiuso la stagione con il ranking migliore. Grazie al sesto posto conquistato alle ITF World Tennis Tour Junior Finals - l’equivalente junior delle Nitto ATP Finals - il figlio di Francesco, storico coach di Roberta Vinci, occupa la 10ª posizione del ranking under 18. Un risultato notevole per un ragazzo che di anni ne ha solamente sedici (è l’unico 2007 in top 10).
Nato a Palermo il 30 marzo, “Pallino” (come è soprannominato) è il classico ragazzo cresciuto a pane e racchetta: “Mi seguiva in giro per il mondo - ha raccontato il padre - e, sin da piccolo, mi chiedeva sempre di giocare, anche a casa”. Destrorso, rovescio a due mani naturale, è il classico giocatore che, da fondo, mette molta pressione all’avversario e gioca in spinta. Gli piace essere propositivo e cercarsi il punto ma, essendo chiaramente ancora in fase di crescita, ha enormi margini di miglioramento, soprattutto dalla parte del diritto e, vista la considerevole statura, anche sul servizio.
Di base al Country Time Club di Palermo dove ha sede il “Cinà Tennis Institute”, Federico ha cominciato il 2023 vincendo a gennaio sul cemento australiano il J300 di Traralgon, titolo che si aggiunge a quelli conquistati precedentemente, sempre sul veloce, a Mytilene e Sousse. A luglio ancora un successo nel J300 in Polonia a Bytom, ma il torneo dove il siciliano ha fatto parlare di sé è stato certamente lo Us Open Juniores, dove ha raggiunto una strepitosa semifinale, eliminando negli ottavi il primo favorito del seeding e finalista a Wimbledon Yaroslav Demin. Sui campi in cemento di Flushing Meadows, Cinà ha mandato in onda il trailer di quello che potremmo vedere nei prossimi anni. Le luci della ribalta newyorkese non hanno abbagliato Federico che, del resto, già al Foro Italico aveva avuto il privilegio di incrociare la racchetta, in qualità di sparring partner, con i campioni del circuito maggiore. Un chiaro talento, insomma, che ha armi e testa per arrivare in alto e per togliersi grandi soddisfazioni.
Andrea De Marchi (foto Sposito)
“Quando c’è da lottare, io sono a mio agio. Non vorrei perdere mai, neanche a carte”. Si presenta così Andrea De Marchi, romano, anche lui classe 2007, che ha chiuso la stagione al 171° posto del ranking di categoria (ma a settembre era salito fino alla posizione n.143). “È un lottatore nato - ha detto di lui qualche mese fa Riccardo Nobile, suo coach all’Enjoy Sporting Club di Roma - e non molla mai una palla; a volte è ancora un po’ passivo ma è capace di andarsi a prendere il punto”.
Semifinalista sia al J200 di Salsomaggiore che al pari categoria di Gladbeck in Germania, De Marchi è un giocatore già a suo agio soprattutto sul mattone tritato, che sa esaltarsi proprio quando indossa la maglia della Nazionale. Il suo obiettivo è quello di guadagnare una classifica che il prossimo anno gli permetterà di giocare gli Slam juniores e, perché no, anche ottenere i primi punti Atp.
Andrea è stato campione italiano Under 13 (battendo in finale proprio Cinà) e poi Under 15, ed è uno dei talenti più interessanti del nostro tennis. In coppia con Federico ha vinto tanti doppi, anche al celebre torneo di Tarbes, segno di un’alchimia che tra i due ragazzi funziona alla grande: “Sappiamo di poter contare l’uno sull’altro - ha confidato il laziale - anche fuori dal campo”.
Matteo Sciahbasi
Così come funziona alla grande anche il feeling col terzo alfiere di questa storia. Matteo Sciahbasi è un classe 2007 che ha chiuso la stagione al n.222 del ranking Itf under 18 (ma vanta un best ranking di n.188). Nella sua giovane carriera ha già messo in cascina qualche risultato significativo, come i due titoli vinti nel 2022 sul rosso a Giza (Egitto) e sul cemento a Paola (Malta). Quest’anno ha raggiunto i quarti sia a Salsomaggiore che al Cairo e, come De Marchi, conta di guadagnare al più presto i punti necessari per prendere parte agli Slam Junior.
Marchigiano, nato il 7 aprile, Matteo condivide la passione per la racchetta con il fratello Lorenzo, di due anni più grande, con cui gioca anche in doppio quando la programmazione dei tornei lo permette. Dall’Insalatiera Under 16 a quella d’argento dei big la strada, per questi tre ragazzi, è chiaramente lunga. Il circolo virtuoso del tennis italiano però funziona alla grande e loro hanno la fortuna di avere davanti esempi di campioni a tutto tondo. Sognare un futuro radioso, quindi, è più che lecito.