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Tyra, 11 anni, sulle orme di Sinner: vuole battere Serena

La figlia del campione del basket Tyrone Grant, che si allena da anni al centro di Riccardo Piatti, è arrivata in finale al torneo under 12 di Aurey in Francia, uno degli appuntamenti più importanti al mondo per i ragazzini. Da piccolina chiedeva come ragalo a Babbo Natale: “fammi battere Serena Williams”

di | 09 marzo 2020

Tyra Grant finalista ad Auray con la coach del team Piatti Giulia Bruschi

Tyra Grant finalista ad Auray con la coach del team Piatti Giulia Bruschi

Finalmente Grant batte McAdoo. Ci riesce nel tennis, nel derby a distanza con le figlie, la undicenne Tyra contro la ventiquattrenne Rasheeda, dopo che papà Tyrone ha perso invece e nettamente con Bob, nel basket.

Entrambi, i due statunitensi di colore, Bob McAdoo e Tyrone Grant hanno lasciato un segno nella pallacanestro italiana: entrambi ali grandi, “Do-Do-McAdoo” ha fatto molto di più, dopo i due anelli nell’NBA, negli anni Ottanta ha contribuito fortemente alla conquista di due campionati, due coppe dei Campioni e una coppa Intercontinentale con l’Olimpia Milano, mentre negli anni Duemila Tyrone, che non aveva le stigmate NBA, ha girato l’Italia giocando a Livorno, Avellino, Teramo, Milano, Bologna, Veroli, Treviso e Venezia, e ha preso la cittadinanza del nostro paese, per matrimonio.

   Papà Bob McAdoo è anche diventato assistant coach ai Miami Hit Nba, ma sua figlia Rasheeda non è riuscita a sfondare nel tenis come avrebbe voluto e gioca a livello ITF, da numero 282 del mondo. Freddissimo in campo, quand’era abituato a gestire le palle più scottanti, da spettatore di sua figlia, Bob era frenetico e nervosissimo.

Papà Grant, per accontentare i desideri della sua Tyra, che compie 12 anni il 12 marzo e si porta dietro sui campi anche il fratello minore, Tyson, di tre anni più piccolo, dal 2018, si è trasferito da Vigevano a Bordighera per affidarla alle cure di Riccardo Piatti. Preferendo la nuova Academy del tecnico comasco alle tante scuole-tennis che pullulano negli Stati Uniti.

E la ragazzina, che già nel 2018 si è aggiudicata il Lemon Bowl, sta facendo grandi progressi, come testimonia il prestigioso torneo internazionale di categoria di Auray della scorsa settimana in Francia, dove, partendo dalle qualificazioni, l’agilissima e determinatissima Tyra ha vinto sette partite cedendo solo in finale contro l’inglesina Hannah Klugman.

Coi complimenti del coach comasco che ha delineato per lei un percorso simile a quello di Jannik Sinner: “Tyra è una ragazzina davvero interessante. Ha una personalità forte, ideale per una giocatrice di tennis. Anche con lei, come per Jannik, abbiamo lavorato tanto sulla tecnica, con Tyra ancor di più visto che ha iniziato prima ad allenarsi qui. In tenera età non è importante il risultato, ma lo sviluppo. In attesa della crescita fisica bisogna lavorare sul gioco, partendo dalla tecnica e poi dalla tattica. Con lei siamo riusciti a farlo come piace a noi. La direzione che sta prendendo il Piatti Tennis Center è quella di aiutare i giovani nel processo di crescita, valutando caso per caso. Con l’obiettivo di offrire a ogni singolo atleta il massimo per soddisfare le sue esigenze”.

Tyra, che è nata Roma, ha cominciato a giocare a tennis già a 4 anni, da bambina - ricorda mamma Cinzia - nelle letterine dei desideri a Babbo Natale invece di domandare bambole e giocattoli, scriveva: “Fammi battere Serena Williams”. E persino la Barbie che poi ha avuto in regalo era una Barbie tennista.

Tyra Grant alla premiazione del torneo under 12 di Auray

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