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Aus Open Junior: il nuovo gioiello Mayot e la reginetta dei Pirenei - Foto

Il 18enne francese ha battuto in una finale-derby l’amico Cazaux: “Al primo tentativo ho raggiunto l’obiettivo 2020”. Victoria Jimenez Kasintseva, di Andorra, ha soli 14 anni e ha già stupito tutti

di | 03 febbraio 2020

Una grande sorpresa e una gradita conferma. Questo il verdetto degli Australian Open junior 2020. La conferma giunge dal talentoso francese Harold Mayot, classe 2002, che in finale ha battuto nettamente il connazionale Arthur Cazaux 6-4 6-1, mentre l’inatteso exploit arriva dalla quattordicenne di Andorra Victoria Jimenez Kasintseva, trionfatrice a Melbourne alla prima partecipazione Slam.

Spedizione ‘down under’ agrodolce per gli azzurri, che si erano presentati con una nutrita truppa ai nastri di partenza. Nonostante i risultati, tante indicazioni positive e promettenti per il futuro.

GIOIELLO DELLA LORENA

Diciotto anni, tennis brillante la consapevolezza dei grandi. Harold Mayot, nato a Metz il 4 febbraio 2002, ha conquistato agli Australian Open il primo titolo Slam di una splendida carriera giovanile.

Giunto a Melbourne da numero 3 al mondo di categoria, il transalpino ha disputato un grande torneo fino alla netta vittoria finale.

“È un’emozione folle - ha raccontato Mayot a l’Equipe -. Tra i miei obiettivi c’era quello di vincere uno Slam quest’anno e ce l’ho fatta al primo tentativo. La finale contro Cazaux? È difficilissimo giocare contro un amico. Posso dire che è stato decisivo il primo set, nel secondo il mio avversario è calato fisicamente a causa delle grandi battaglie affrontate nel corso del torneo”.

Eroe della Lorena (anche se ufficialmente non esiste più dal 2015), Mayot cercherà di superare i risultati di suoi illustri corregionali come Mutis e Boutter, ma inseguirà soprattutto il suo concittadino Ugo Humbert, vincitore a Auckland del suo primo titolo Atp.

Harold ha iniziato la stagione 2020 mettendo in fila un paio di ottimi risultati challenger sconfiggendo, tra Noumea e Bendigo, ottimi giocatori come Bagnis e Gerasimov.

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Dalla Lorena, che ufficialmente non esiste più dal 2015, Mayot proverà a seguire le orme di suoi illustri corregionali come Mutis e Boutter, ma anche del concittadino Ugo Humbert

NIENTE FRETTA

“Adesso non devo avere fretta – ha proseguito Mayot a l’Equipe –. Se non avrò il livello per giocare sempre nei challenger scenderò di categoria sino ai futures. Serve pazienza”. Grande soddisfazione da parte di Pierre Cherret, direttore tecnico della federazione francese.

“Sono colpito dal modo in cui Harold è migliorato nella gestione della pressione – ha spiegato – perché un anno fa, di questi tempi, giocava totalmente bloccato dalla tensione. Ha saputo scendere in campo da favorito senza farsi troppi problemi e questo certifica una crescita notevolissima sotto il profilo mentale”.

Ma che tipo di giocatore è Harold Mayot? Risponde ancora Cherret: “È solido, usa molto le variazioni e con il rovescio fa quello che vuole. Il servizio è migliorato molto dal punto di vista della potenza e degli angoli”.

La premiazione maschile con Mayot, destra, e Cazaux

DA ANDORRA CON FURORE

Nel circuito professionistico, tra Atp e Wta, non esiste alcun giocatore in classifica proveniente da Andorra. Dai Pirenei, a sorpresa, ha vinto il titolo femminile junior di Melbourne la più giovane in gara: il suo nome è Victoria Jimenez Kasintseva. Classe 2005, la quattordicenne di Andorra allenata da papà Juan (che dirige un’accademia a Barcellona) ha sconfitto in finale in rimonta la polacca Weronika Baszak 5-7 6-2 6-2.

“Non avrei pensato di poter arrivare fin qui e vincere – ha raccontato a fine match – anche perché è stato un torneo durissimo”.

Ben quattro i match vinti in tre set da Jimenez Kasintseva nel corso del torneo, compreso l’incredibile ottavo di finale conquistato con l’azzurra Melania Delai 3-6 7-6(7) 7-6(7) dopo aver annullato ben tre match point.

Il futuro della tennista di Andorra passerà ora per i primi tornei professionistici di livello Itf, a partire da un $15.000 in Francia che potrebbe portare i primi punti ‘veri’ alla trionfatrice di Melbourne.

Il tutto ispirandosi, da buona mancina, ai suoi idoli Rafael Nadal e Petra Kvitova.

La premiazione femminile con Kasintseva, a destra, e Baszak

La vincitrice del torneo aveva dovuto annullare tre match point all'azzurra Melania Delai negli ottavi di finale

POCHE VITTORIE, TANTE SPERANZE

A Melbourne gli azzurrini si erano presentati forti degli ottimi risultati ottenuti nel torneo prologo di Traralgon, nel quale Flavio Cobolli e Melania Delai avevano raggiunto la finale e Matteo Gigante la ‘semi’. Agli Australian Open la migliore è stata senza dubbio proprio Melania, brava a spingersi sino agli ottavi di finale sfiorando i quarti per una manciata di millimetri (e di match point).

Oltre a ‘Melly’ l’Italia femminile ha potuto contare sulla bella qualificazione di Lisa Pigato, che nel main draw è stata subito stoppata dalla testa di serie numero 8 Polina Kudermetova.

Nel torneo maschile l’Italia è riuscita a schierare ben otto giovani talenti. Un numero ragguardevole, soprattutto per lo Slam più lontano da casa. In quattro hanno superato il primo ostacolo (Flavio Cobolli, Matteo Gigante, Lorenzo Rottoli e Luca Nardi), mentre gli altri sono stati subito eliminati.

Bravi a superare le qualificazioni Biago Grammaticopolo e Fausto Tabacco.

Bilancio? Dieci presenze nel main draw australiano, alcune buone prestazioni e un livello complessivamente molto buono fanno ben sperare per il futuro e per la crescita dei singoli e del movimento.

La grinta di Melania Delai (foto Dell'Olivo)

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