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Il 18enne della Val Pusteria incanta Milano e l'Allianz Cloud: recupera un set di ritardo a Tiafoe e vince in 4: "Pubblico meraviglioso - dice - e io mi sono piaciuto, soprattutto nei momenti importanti del match".
di Cristian Sonzogni | 06 novembre 2019
A un certo punto dalle tribune dell'Allianz Cloud è partito pure 'Seven Nation Army', più conosciuto come 'popopo', il coro dell'Italia calcistica ai Mondiali del 2006. Poi un'ovazione dietro l'altra, facce incredule, mani nei capelli e sì, pure qualche occhio lucido dei nostalgici impazienti. Per una partita che – vale la pena ricordarlo – in fondo non dava nessun punto Atp e non assegnava nessun trofeo.
Solo che avere davanti Jannik Sinner e vederlo giocare non può lasciare indifferenti. Persino chi della sensibilità emotiva non fa un proprio vanto, alla fine rompe gli argini e si fa trascinare da tanta bellezza, da tanta spontaneità. Sinner che perde un set al tie-break, che si dovrebbe pure un po' arrabbiare, dovrebbe patire la delusione, e che invece decide di reagire a modo suo a quella cosa semplicemente ingiusta: la sconfitta. Decide che deve rispondere sul campo. Giocando ancora meglio, mettendo in un angolo un avversario che stava pure esprimendo un buon tennis, che è top 50 Atp ed è stato top 30 poco tempo fa.