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I Next Gen conquistano... mezzo mondo

Al Masters 1000 di Montreal la parte bassa del tabellone vede protagonisti il tedesco Zverev e i russi Khachanov e Medvedev, tutti e tre a Milano nel 2017 per la prima edizione delle Next Gen Atp Finals. Tutti e tre oggi nella Top 10 mondiale insieme al greco Tsitsipas che quell’anno era riserva. E ha vinto nel 2018

di | 09 agosto 2019

Khachanov allungo

E poi c’erano quelli che dicevano che la Next Gen era solo un’idea di marketing…. All’Atp Master 1000 di Montreal, che ha concluso la notte scorsa tutti gli ottavi di finale, c’è mezzo tabellone dominato da loro, i nuovi astri giovani lanciati due anni e mezzo fa con la classifica Race to Milan e la creazione delle Next Gen Atp Finals.

Nella parte bassa del cartellone canadese spiccano infatti i nomi del russo Karen Khachanov, del tedesco Alexander Zverev e dell’altro russo, Daniil Medvedev. I primi due, oggi rispettivamente n.8 e n.7 del mondo, si affronteranno per un posto in semifinale. A Medvedev, n.9, toccherà invece l’austriaco Dominic Thiem, n.4 del mondo alle spalle del mitico trio Nole-Rafa-Roger.

I due russi sono classe 1996, Zverev è addirittura un anno più giovane: si erano tutti e tre qualificati per giocare la prima edizione delle Next Gen Atp Finals alla Fiera di Milano. Il tedesco era però già talmente forte da essersi conquistato un posto anche alle Atp Finals di Londra e fece solo una passerella nei padiglioni fieristrici di Rho-Pero per disputare un’esibizione contro l’allora riserva della competizione, un certo Stefanos Tsitsipas, oggi n.5 della classifica assoluta (e vincitore a Milano nel 2018).

Dunque quella prima onda di Next Gen non occupa solo la parte bassa del tabellone a Montreal ma anche mezza Top 10 mondiale: impressionante.

Poi, certo, lassù volano sempre troppo in alto i fenomeni. Djokovic, Nadal e Federer continuano a fare la storia, una storia a sé. Ma questo non fa che confermare la bontà di un’idea, quella di valorizzare i migliori delle giovani generazioni per preparare il ricambio al vertice: i ragazzi sono già lì, alle spalle dei ‘mostri’. E ogni tanto li graffiano.

Addirittura si stanno tirando dietro quelli ancora più freschi: ieri a Montreal il match di giornata è stato quello tra Khachanov e Felix Auger-Aliassime, idolo locale, che compiva 19 anni. Il russo l’ha spuntata al terzo set, dopo una lotta di due ore e 50 minuti nel vento canadese. Ma Felix è l’astro nascente del 2019: ha già giocato tre finali, le semi al Masters 1000 di Miami. E’ già n.21 del mondo. Milano lo aspetta.

L’altro giocatore che è esploso quest’anno è proprio Daniil Medvedev, che nella prima nidiata di Next Gen non spiccava particolarmente. Colpiva di più la fantasia il suo connazionale Rublev. Oppure la solidità del croato Borna Coric. Aveva impressionato la regolarità del coreano Chung. Non tutti si erano accorti di quanto fosforo ci fosse nel gioco del tosto ragazzone di Mosca (un metro e 98). Si storceva invece la bocca osservandone il diritto, giocato con una gestualità molto personale, che ogni tanto scappava via, fuori controllo.

Il signor Medvedev quest’anno ha vinto un torneo (Sofia) e giocato tre finali (Brisbane, Barcellona e Washington). Ieri è passato con agio sul cileno Garin. Ora gli tocca Thiem, l’osso più duro dopo il trio dei magnifici. Ma quando si gioca sul duro, un duro come Daniil…

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