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Next gen

Musetti, un set alla pari con Ruud

Dopo una partenza diesel il vincitore degli Open d'Australia juniores accende l'interruttore e tiene testa al Next Gen Casper Ruud, numero 71 del ranking e recente finalista dell'ATP 250 di Houston. Ancora troppo pesanti per il nostro 17enne le accelerazioni del ventenne norvegese ma la strada è quella giusta

di | 11 maggio 2019

Dritto di Lorenzo Musetti

Se hai da poco compiuto 17 anni, quei 3 anni e 9 mesi in più con quello che ne consegue a livello di esperienza e muscoli, possono fare tutta le differenza del mondo. E così è stato tra Lorenzo Musetti e il norvegese Casper Ruud, nella sfida tra Next Gen del futuro e del presente, dominata secondo logica dal 20enne scandinavo 6-1 6-4. Perché il talentino  di Carrara campione di precocità, unico italiano ad alzare il trofeo Juniores degli Australian Open nel gennaio scorso, ha appena iniziato a sbirciare il mondo dei Pro. A breve chiuderà la sua esperienza Junior con ogni probabilità da numero 1 al mondo, come aveva fatto il suo rivale odierno nel 2016, che nel frattempo in questo 2019 si è già permesso un’apparizione in main draw a Miami. Questione di tempo, dunque, soltanto quello.

I tre anni di vantaggio si sono visti tutti nel match di Quali sul Pietrangeli, con il braccio e le gambe di Lorenzo freezati inevitabilmente dall’emozione. Nel processo di maturazione mentale, oltre che tennistico, Musetti ha dimostrato di essere avanti, e di un bel po’, rispetto a tanti suoi coetanei. Ma alla fine 17 anni sono 17 anni e, quando ti ritrovi a giocare al Foro Italico nel campo della storia, insufficiente ad ospitare le migliaia di appassionati accorsi per vedere una delle più grandi speranze del tennis italiano del momento, qualcosa può anche non funzionare per il verso giusto.

Il tennis di Musetti, del resto, è molto esigente e variegato. Alla lunga pagherà, ma per essere performante, tutto deve funzionare al meglio. Palle corte, serve and volley, rovesci a tutto braccio. Il meglio del repertorio di Lorenzo che abbiamo imparato ad apprezzare da qualche mese a questa parte, nel primo set con Ruud è rimasto nello spogliatoio. La palla ben più pesante del ragazzone norvegese, giunto al suo best ranking di 68 Atp neanche un mese fa e destinato a fare ancora meglio di suo padre Christian che nel 1995 salì fino al 39, ha avuto presto la meglio. Musetti ha ingranato con le sue variazioni di gioco ad inizio secondo set in un primo game interminabile, che dopo 25 punti giocati gli è costato il break fatale. Tanto serve and volley, soprattutto da sinistra, coraggioso ed applaudito dall’angolo di Musetti, dove sedeva coach Tartarini. Ruud ha continuato a difendere i propri turni di servizio, concedendo l’unica palla break sul 4-3.

“Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette”  cantava Francesco De Gregori. Riparliamone tra un po': Musetti ha tutto il tempo per farle diventare larghe. .

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