Pietrangeli, 90 bambini per i 90 anni: la festa a Bologna - VIDEO

Scendono le luci alla Unipol Arena. Al centro, sul campo, a mezz'ora da Italia-Canada, Nicola Pietrangeli. Dalle tribune, addobbate con le bandiere tricolori e la scritta "Forza azzurri" su ogni seggiolino, parte un coro, scandito e affettuoso, sentito ed emozionato: "Ni-Co-La! Ni-Co-La!". Pietrangeli si volta verso i tifosi, alza un braccio e saluta, come negli anni in cui infiammava il Foro Italico o guidava l'Italia alle prime finali di Coppa Davis della sua storia.

La festa è proseguita con novanta bambini che entrano e si dispongono in cerchi concentrici intorno a Pietrangeli. Hanno magliette bianche numerate, da uno a novanta. Intanto dagli altoparlanti si eleva la voce di Charles Aznavour che canta "L'istrione": "Io sono un istrione / E l'arte, l'arte sola è la vita per me. / Se mi date un teatro e un ruolo adatto a me/Il genio si vedrà, si vedrà". 

Il genio di Nicola si è visto, lungo una carriera durata fino a quarant'anni in cui ha vinto 48 tornei. Ha trionfato due volte al Roland Garros (1959 e 1960) e due agli Internazionali d'Italia nel 1957 e nel 1961, nella memorabile finale di Torino in cui ha piegato in quattro set la leggenda australiana Rod Laver, unico ad ad aver completato due volte il Grande Slam.

La cornice è ideale per la prosecuzione dei festeggiamenti per i novant'anni di un simbolo del tennis italiano, del nostro tennista più vincente di sempre, il giocatore che ha disputato più incontri fra nazioni (66) e più partite di chiunque altro in Coppa Davis: Ne ha giocate 164, e ne ha vinte 120 (78 su 110 in singolare e 32 su 54 in doppio).

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Ha vinto due medaglie ai Giochi del Mediterraneo del 1963 a Napoli, oro in singolare e bronzo in doppio con Orlando Sirola, e il bronzo nel singolare maschile al torneo di esibizione di tennis ai Giochi Olimpici di Città del Messico nel 1968.  E' rimasto istrionico condottiero del nostro tennis anche da capitano, guidò la squadra azzurra alla prima e unica vittoria in Coppa Davis, nel 1976 in Cile, battendosi con coraggio contro chi avrebbe preferito non andare in Cile per ragioni politiche.

"La mia carriera è iniziata a Bologna" ha detto, emozionato e commosso, nel suo discorso durante la cerimonia. Il riferimento è alla figura di Giorgio Neri con cui, ha detto Pietrangeli, "ho vinto il mio primo scudetto".

Pietrangeli riceve anche un vassoio d'argento, consegnata dal presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, e una foto ricordo incorniciata, uno scatto carico di emozione mentre solleva la Davis del 1976, che gli porge Mark Woodfoorde, embro del Consiglio direttivo dell'ITF e presidente del Davis Cup Committee.

Durante la cerimonia, gli rimane accanto solo uno dei novanta bambini. E' una bambina bionda, e ha la maglietta numero 90. Un simbolo, un passaggio fra generazioni. Perché Nicola non è solo storia, non è solo passato e nostalgia. E' un esempio che vale, un ponte verso il futuro.