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Eventi nazionali

Bonfiglio: Arnaldi & Moroni, che coppia!

Il ligure Matteo e il piemontese Filippo diventano i primi due azzurri ad accedere ai quarti di finale del Bonfiglio dal 2012 quando toccò a Daniel Lopez e Matteo Trevisan (che poi vinse). L'uragano Black troppo forte per Federica Rossi

23 maggio 2019

Filippo Moroni

Il piemontese Filippo Moroni, classe 2001 (foto Panunzio)

Lo scorso anno ai quarti di finale del Trofeo Bonfiglio c'era arrivato Jannik Sinner. Adesso l'altoatesino si è già paracadutato nel circuito maggiore e la sua eredità, al Tc Milano Alberto Bonacossa, l'hanno raccolta Filippo Moroni e Matteo Arnaldi. Entrambi capaci di arrivare tra i primi 8 nell'edizione numero 60, una doppietta azzurra che all'Italia in campo maschile mancava dal 2007 quando furono Daniel Lopez e Matteo Trevisan (che poi vinse quell'edizione) a spingersi tanto in là. Un risultato che non avevamo raggiunto nemmeno nel 2012, quando vinse Gianluigi Quinzi e quando c'erano i 'moschettierini' Baldi, Napolitano e Donati capaci addirittura di conquistare la Junior Davis Cup.

Moroni fa in fretta

In un giovedì finalmente caldo ad alzare la temperatura ci ha pensato prima il piemontese Filippo Moroni che con papà Ivo a bordo campo (suo allenatore) ha saputo gestire l'argentino Roman Burruchaga con un 6-2 6-3 abbastanza rapido. L'azzurro, classe 2001 e recente vincitore del torneo Itf di Grado 2 di Firenze, ha mostrato buoni fondamentali e solidità, cui va ancora aggiunto un colpo più definitivo, in grado di portare a casa punti diretti. Un'arma che tornerebbe utile anche venerdì contro lo statunitense Maximilian Martin Damm, figlio di Martin Damm Sr, numero 42 al mondo nel 1997. Mancino, classe 2003, lo statunitense d'origini ceche ha avuto la meglio negli ottavi sullo svizzero Dominic Stricker per 7-6 7-5. Sempre in due set, ma decisamente più tirata la vittoria di Arnaldi ai danni di Juan Bautista Torres, altro 'torello' argentino in grado di arrotare molto i colpi da fondo e di rimandarla di là in ogni situazione. Ebbene, il classe 2001 ligure che fa base anche alla Milano Tennis Academy ha accettato il tira e molla fatto di scambi lunghi e fisicamente dispendiosi fino al 6-4 7-6 conclusivo.
Con tanto di brivido finale: perché avanti per 5-3, l'azzurro s'è fatto riprendere e persino superare (6-5) dopo aver sprecato un match point sul 5-4. Per fortuna, anzi per bravura, il tie-break l'ha visto protagonista a sua volta di una mini-rimonta: sotto 2-4 ha chiuso per 7 punti a 5.

Matteo contro la 1

Adesso però per Arnaldi si fa veramente dura, perché sulla sua strada si para la testa di serie numero 1, quell'Emilio Nava che ha raggiunto la finale agli Australian Open 2019 (battuto da Lorenzo Musetti). Qui a Milano il californiano è reduce dalla battaglia di 2° turno contro lo spagnolo Carlos Alcaraz Garfia e poi dal confronto - molto più agevole – con l'ungherese Peter Makk (6-4 6-2). Nulla da fare invece per il terzo italiano in gara negli ottavi, il romano Flavio Cobolli che è andato a sbattere sulla solidità e sulla mano educata del ceco Jonas Forejtek. È stato lui a dominare in lungo e in largo come testimonia il 6-2 6-0 finale. Identico il risultato che ha estromesso dal torneo, in campo femminile, l'ultima azzurra in gara, la valtellinese Federica Rossi. Un match senza storia che s'è chiuso con il dominio della statunitense Hurricane Tyra Black, favorita al successo finale dopo che la testa di serie n.1 Clara Tauson aveva salutato la compagnia al 1° turno. Hurricane (la sorella maggiore, anche lei tennista, si chiama Tornado) è di Boca Raton, in Florida, e sulla terra rossa di via Arimondi ha mostrato buona mano con cui ama perfino giocare abbastanza spesso un bel diritto in chop che usa alternativamente quando deve difendersi e pure quando deve andare avanti a caccia della rete.

Matteo Arnaldi, ligure di Sanremo (foto Panunzio)

Quanta concorrenza

Anche tra le ragazze la concorrenza resta agguerritissima, perché sono passate al turno successivo tutte le giovani racchette più accreditate dal campo. Oltre alla Black, anche la giovanissima wild card ceca Linda Fruhvirtova (ha compiuto 14 anni il 1° maggio), la qualificata russa Maria Timofeeva e la canadese Alexa Noel, seguita a bordo campo dall'ex n.3 Wta Hana Mandlikova. Che invece non ha seguito il match della figlia Elizabeth (le partite si giocavano in contemporanea), sconfitta in due set dall'altra canadese Melodie Collard (6-4 7-6). Venerdì il programma scatta ancora alle 10.30, con i quattro quarti femminili in campo all'unisono e seguiti da quelli maschili (Moroni-Damm e Arnaldi-Nava affiancati sui campi 8 e 9).
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