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Eventi internazionali

Il pubblico del Foro: molti più "Vincenti" che "Gratuiti"

Torna la rubrica "Vincenti & Gratuiti". I tifosi al Foro Italico hanno offerto un grande spettacolo. Oltre al record di presenze, il pubblico è sempre più appassionato, caloroso e anche competente. I

di | 15 maggio 2023

Al giorno numero 6 dell’ottantesima edizione degli Internazionali Bnl d’Italia, anno primo dell’edizione XL del torneo,  i “Vincenti e i gratuiti” sono tutti del magnifico pubblico del Foro Italico. Vincente quanto attende in file perfette  e ordinate - roba che neanche gli inglesi a Wimbledon - il turno per “Pizza e Mortazza” così come per un posto nel campo di gara numero 12, con il 13 gli ultimi arrivati nel raddoppiato site del torneo. In zona “quasi gratuiti” - il pubblico - quando invece  accoglie con un buuuuhhh preventivo il danese Holge Rune (contro Fognini sulla Grand Stand Arena).

“Super gratuito” e senza alcuna scusante possibile, il pubblico quando insulta le maschere, i ragazzi e le ragazze addette agli ingressi nei campi che fanno il loro dovere facendo rispettare le regole necessarie in un sistema così complesso come è appunto un Master1000 con tabelloni a 128 giocatori. E’ successo in questi giorni. Ed è successo purtroppo con un ragazzo di colore.  

Holger Rune firma autografi a fine partita (Foto Tullio Puglia/FITP)

Ma restiamo ai vincentiche sono la netta maggioranza.  I numeri, prima di tutto: 17 mila paganti sabato nonostante la pioggia; 23 mila domenica. Numeri stellari. Quasi commoventi le code, per tutto: per entrare nei campi di gara riservati biglietti ground (fino alla superdomenica ben sei su un totale di otto); per partecipare a quel Colosseo del tennis che ormai è il campo Pietrangeli dove tutti i giocatori vorrebbero giocare perchè labbraccio del pubblico è fisico e non solo ideale e leleganza e la possenza delle statue (ben 14 quelle che circondano le gradinate)  provocano una nuova sindrome di tipo agonistico che andrebbe analizzata. 

Vincentii piccoli spettatori del Foro che orfani dellingresso dedicato ai giocatori che era diventato per loro the place to be per chiedere autografi, si sono subito resettati a colpo docchio. 

Mi spiego meglio: dopo qualche ora di osservazione come avamposti militari oltre la trincea, i giovani fan armati di palle da tennis giganti seguono le maschere dei campi(unaltra novità del torneo) che con tanto di cartello su cui è indicato il campo di gara, guidano i giocatori verso i rispettivi court. Certo, chiedere un autografo o un selfie ad una giocatore-giocatrice mentre sta andando in campo, non è consigliabile (i MIB, i men in black in questo caso fanno il loro lavoro). Sarebbe raccomandabile farlo sulla via del ritorno, specie con chi ha vinto. 

I very young del Foro sono i migliori test - ma non gli unici - per la qualità del site: molto apprezzata l’erba sintetica (che ha coperto larghi spazi di asfalto) su cui sdraiarsi, rotolare,  giocare a tennis, a palla e correre un po’; super amato il trenino del Foro ricoperto in grafica di palline da tennis; e anche i tabelloni delle gare formato big size e aggiornati a mano, con il gesso - serve scrittura perfetta - con tanto di scaletta per raggiungere la vetta di tabelloni che contano 128 giocatori.  

E’ vincente il pubblico degli Ibi per la sua resilienza: nel black saturday per via della pioggia, ha atteso con pazienza quelle parentesi asciutte che hanno permesso di mandare avanti almeno il turno diurno (ma non quello serale). Ed è unico per il cuore e la fantasia: s’innamora di Bublik e di Fils come se fossero ragazzi della Garbatella e di Iga Swiatek e della Taylor Tawnsend come se si allenassero qua. 

E’ un pubblico che soffre ma poi perdona i sette set point mancati da Camila Giorgi e il match point mancato da Martina Trevisan ma non riesce ad odiare chi le ha sconfitte entrambe: la ceca Muchova.  

E’ un pubblico che ama e soffre con quel di più che fa speciale il Foro. Ok, sì, ha fischiato in via preventiva Holge Rune all’ingresso in campo con Fabio Fognini in quell’altro piccolo Colosseo che è la Grand Stand Arena. Ma certo il danese nulla fa per essere amato e molto fa per dividere e provocare. E un pubblico con una straordinaria fantasia. Domenica sera, ultima partita sulla Grand Stand, Zverev contro Goffin, un supermatch anche senza italiani che infatti riempie per tre quarti gli spalti.

Pubblico femminile quasi tutto per il tedesco con vere e proprie fan in prima fila. Gli intenditori con occhio clinico sul tempo sulla palla e i tocchi del belga. Ad un certo punto però - siamo nel primo game del primo set - planano nel catino di gioco e quindi all’interno delle stesse tribune una dozzina abbondante di gabbiani.

Una panoramica del pubblico sui viali del Foro Italico (Foto Sposito)

I gabbiani di Roma, con apertura alare di qualche metro, becchi lunghi e grandi, affamati e rapaci. Hitchcock non avrebbe immaginato nulla di meglio. Goffin si ferma e va dall’arbitro, Zverev mani sui fianchi segue il volo dei volatili pronto ad evitarne l’eventuale attacco, l’arbitro non sa che fare ed improvvisa un commovente  “sciò sciò sciò”. Voce dal pubblico: “E daje che mo’ arrivano pure i cinghiali….”. Le risate sono così potenti che i gabbiani sloggiano. Non è chiaro cosa abbiano capito Zverev e Goffin. Cominciano a giocare e danno vita a due e mezzo di tennis stellare. Passa il tedesco. Ma Goffin ha illuminato la sera del Foro. Insieme con Sinner, Musetti e il gladiatore Cecchinato.                 

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