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In un'intervista a Tennis Majors Ivan Ljubicic ha raccontato le linee guida del suo nuovo lavoro con la Federazione francese elogiando quanto fatto dall'Italia. Tra i meriti della FITP anche la creazione del canale SuperTennis
di Alessandro Mastroluca | 24 dicembre 2022
"Non puoi semplicemente copiare e incollare un sistema in un'altra nazione, ma quello che ha fatto la Federazione italiana è davvero interessante. Hanno preso delle decisioni importanti come creare il canale tv Supertennis e organizzare le Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals. Devi vedere dove erano e dove sono adesso, dopo quarant'anni di difficoltà sono tornati ad avere successo". Ivan Ljubicic ha elogiato le scelte della Federazione Italiana Tennis e Padel, e gli effetti del sistema Italia nel tennis maschile, in una lunga intervista a Tennis Majors.
L'ex numero 3 del mondo e coach di Roger Federer è stato scelto dalla Federazione francese (FFT) per seguire i migliori giovani nell'ambito del programma "Ambition 2024" che guarda innanzitutto alle Olimpiadi di Parigi in programma fra due anni.
Ljubicic, chiamato per dare una scossa al tennis maschile francese e portare una mentalità vincente, riconosce che per un percorso di questo genere serve innanzitutto tempo. "Non puoi cambiare la mentalità in due mesi, o cinque, o in un anno - ha detto nell'intervista alla giornalista Carole Bouchard -. Poi non so cosa sia una mentalità vincente, però sono come sono: ho sempre grandi aspettative per me e per le persone intorno a me e spero di riuscire a trasmetterla. Per qualcuno non sarà facile, ma non si può raggiungere la grandezza restando nella comfort zone. Perciò so che non sarò amato da tutti".
I grandi obiettivi, sottolinea Ljubicic, "possono essere raggiunti o no, ma quello che conta è credere che puoi riuscire, è pensare di mirare alle stelle perché puoi arrivarci".
Il primo a prendersi il tempo necessario per mettere le basi di questo lungo lavoro sarà lo stesso Ljubicic che almeno fino al torneo di Monte-Carlo di aprile ha in programma solo di studiare lo scenario. "Andrò a Potiers, al centro tecnico, all'inizio dell'anno. E a Tarbes [per il torneo giovanile Les Petits As]. Ovviamente tornerò a Parigi, voglio andare a visitare i grandi circoli, i centri, vedere più persone possibile per conoscere la struttura e la mentalità" ha spiegato il croato.
Anche Ljubicic guarda alle Olimpiadi di Parigi 2024, consapevole che però che i Giochi sono dietro l'angolo e i miracoli restano impossibili. "Voglio aiutare la Francia a vincere qualche medaglia. Ricordo, c'ero a Sydney nel 2000 quando Arnaud Di Pasquale ha vinto la medaglia di bronzo battendo Roger Federer, sarebbe speciale che almeno un francese vincesse una medaglia a Parigi".
Avere un giocatore di riferimento vincente, un esempio positivo da seguire, permetterebbe di accelerare il percorso di rinascita, spiega Ljubicic. "Guardate quello che sta succedendo con la nazionale croata di calcio, e che era già successo nel tennis. Quando vedi che i tuoi amici, i tuoi connazionali, fanno bene allora diventa normale avere aspettative alte - ha detto -. Se persone vicine a te fanno bene, allora cominci a pensare di poter far bene anche te. La parte più difficile è essere il primo, perché mentalmente è difficile riuscire a emergere se non hai nessuno che ti indica la strada".
Un concetto che Mosè Navarra, coach della Federazione Italiana Tennis e Padel nell'ambito del programma over 18, ha sottolineato nell'intervista per il podcast dell'ATP per spiegare la rinascita del tennis maschile italiano.
E proprio l'Italia, insieme al Canada, diventa l'esempio da seguire per Ljubicic, che il sistema italiano l'ha conosciuto già da giocatore quando è arrivato alle Pleiadi a Moncalieri, accolto dal presidente Carlo Bucciero e allenato poi da Riccardo Piatti.
"Conosco bene la Federazione italiana - ha concluso Ljubicic -. Hanno fatto molto, organizzano più Challenger e tornei internazionali di quanti se ne facciano in Francia ed è qualcosa che voglio analizzare. Certo, penso che anche loro abbiano fatto degli errori, ma se provi a cambiare le cose per avere successo è normale. Se vuoi fare la differenza devi prendere decisioni difficili e senza dubbio sbaglierai. Ma l'Italia ha fatto qualcosa di molto interessante".
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