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Sinner dà tutto, Medvedev resta tabù

Jannik Sinner cede per la sesta volta in sei confronti diretti contro Daniil Medvedev e incassa la seconda sconfitta in due finali Masters 1000, tutte giocate a Miami. Eguaglia comunque il best ranking di numero 9

di | 02 aprile 2023

Si spegne in una domenica calda e umida il sogno di Jannik Sinner di vincere il suo primo Masters 1000 in carriera. Dopo aver sconfitto Rublev e Alcaraz, a Miami l'altoatesino cade ancora, per la sesta volta in sei incontri, contro l'avversario peggiore per uno come lui, il trasformista Daniil Medvedev. Il moscovita, primo a raggiungere cinque finali in settimane consecutive dai tempi di Ivan Lendl nel 1981, e il primo a giocare due finali in due Masters 1000 di fila dopo Novak Djokovic nel 2020, vince 75 63. Trionfa per la prima volta a Miami poi, al momento di stringere la mano a Jannik, gli fa i complimenti per la straordinaria semifinale contro Alcaraz.

A Sinner sarebbe servita una maggiore brillantezza atletica, una maggiore energia, per eseguire un piano di gioco opportunamente offensivo e riuscire con la potenza dei colpi da fondo a comandare il gioco con i primi colpi nello scambio. Troppi i 36 gratuiti alla fine di un match in cui ha dimostrato ancora una volta di avere una gran testa e la capacità di capire cosa fare, ma ha dovuto fare i conti con i muscoli provati dalla semifinale.

Numero 1 nella Pepperstone ATP Live Race to Turin, la classifica che considera i soli piazzamenti stagionali, Medvedev ha conquistato il diciannovesimo titolo in diciannove tornei differenti. Ed è l'ottavo giocatore dal 1990 a trionfare almeno una volta in cinque Masters 1000 diversi dopo Novak Djokovic (9), che li ha vinti tutti almeno due volte, Andre Agassi (7), Roger Federer (7), Andy Murray (7), Rafa Nadal (7), Pete Sampras (5) e Marcelo Rios (5).

Sinner deve subito salvare una palla break nel primo game di servizio, il secondo del match. Giocare non è facile nei primi game, il campo è diviso a metà, in lunghezza, tra un'area in ombra e una illuminata. L'altoatesino parte con il suo piano classico, pressa da dietro deciso, ma con un paio di serve and volley tentati nel primo turno di battuta. Due segnali che ci dicono come non voglia troppo farsi invischiare nella ragnatela del moscovita che toglie controllo e confonde le acque.

Medvedev toglie ritmo anche perché sa come accelerare in lungolinea subito in uscita dal servizio. Proprio il servizio che sembra tradirlo sul 2-2, quando due doppi falli di fila aiutano Sinner a costruirsi le prime chances di break. Medvedev commette tre doppi falli nel game, salva quattro palle break, forza prima e seconda.

Sinner appena può prova a entrare con la risposta, a prendere campo e in caso anche a scendere a rete. E proprio con un ottimo attacco e una morbida volée bassa a campo aperto, Sinner firma il primo break. Festeggiano i tifosi italiani che ostentano non poche bandiere tricolori sulle tribune dell'Hard Rock Stadium.

Celebrano un tennista-boxeur che incassa senza arretrare e ferisce, sempre meno scalfito da dubbi e ripensamenti, da eccessi di rischio come di prudenza. Qualità che deve mostrare di nuovo e subito perché il vantaggio svanisce dopo un game, insieme a un diritto spostato largo dopo la deviazione dal nastro. E a quel punto, il peso del percorso a Miami gli torna addosso tutto insieme. Everything, everywhere, all at once (Tutto, dovunque e tutto insieme) per citare il film del momento, dominatore agli ultimi Oscar.

Si gioca in un catino, con più di 35 gradi percepiti. Jannik al cambio campo sul 4-3 chiama il medico, prende sali e pasticche. Al di là delle difficoltà fisiche per il caldo e la stanchezza, Sinner è evidentemente sotto pressione in uno degli aspetti del gioco che di solito rappresentano un suo punto di forza: gli scambi rovescio contro rovescio. Come scrive il coach e match analyst Craig O'Shannessy, consulente per la Federazione Italiana Tennis e Padel, nei primi nove game Sinner ha sbagliato sei rovesci in risposta e sette nello scambio. Oltretutto, con questo fondamentale non ha realizzato vincenti in tutta la partita.

Sinner prova in risposta a stare vicino al campo, come contro Alcaraz. Ma il russo spinge prima e seconda, e la minore brillantezza con le gambe dell'altoatesino rende la strategia meno efficiente. Non a caso nel primo set Medvedev perde undici punti in sei turni di battuta nel primo set, e comunque vince più del doppio dei punti negli scambi da fondo.

Jannik, al contrario, al servizio mette in campo il 52% di prime e vince solo il 40% di punti con la seconda. E subisce il secondo break del parziale nel game che dà a Medvedev il primo set. Un set non indimenticabile, con più errori che bei colpi.

Il secondo set inizia sulla stessa onda. L'altoatesino subisce due break consecutivi, che fanno tre con quello incassato nel game conclusivo del primo parziale. In mezzo, l'ha anche ottenuto un break dall'effetto placebo decisamente blando.

La partita, di fatto, si chiude qui. Soffocato sulla diagonale sinistra, imprigionato in scambi nei quali si ritrova a non decidere cosa fare e a non poter cambiare strategia, Jannik prova a tenere e a dare il massimo con quello che ha. Ma non gli basta per invertire una finale ormai segnata.

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